Se non ci fosse stata Love Song, la carriera di Sara Bareilles, cantante, compositrice e attrice, originaria di Eureka (California), si sarebbe probabilmente sviluppata nel sottobosco indie, zeppo di esempi di bravissimi musicisti, che hanno perso il treno del successo, rimanendo appannaggio di pochi ascoltatori illuminati. Invece, grazie a quella canzone e a Little Voice, l’album che la contiene, la Bareilles, nel corso degli anni, ha venduto ben dieci milioni di singoli e due milioni di album, ha vinto un Grammy Awards, e si è cimentata come attrice in svariate serie televisive e in alcuni spettacoli teatrali.
Perché è brava, certo, ed è riuscita a giocarsi molto bene le carte che la dea bendata le ha messo in mano; ma, soprattutto, perché è riuscita a scrivere una sola canzone, quella decisiva, capace di catalizzare l’attenzione mediatica e di trasformarla in una star di primissimo piano. Proprio lei, una giovane musicista di belle speranze, pochi quattrini e tante idee in testa, che era riuscita a pubblicare il proprio esordio (Careful Confessions del 2004) con una piccola etichetta indipendente, la Tiny Bear Records, dopo qualche anno di faticosa gavetta.
Quel disco, per quanto registrato con pochi mezzi, faceva trasparire tutto il talento della giovane artista, che poco dopo fu messa sotto contratto dalla Epic, che ne aveva intuito il potenziale commerciale. Tuttavia, la genesi del sophomore, Little Voice, fu estremamente complessa, dal momento che la Bareilles era poco incline ai compromessi e non riusciva a soddisfare le richieste della Epic, che rimproverava alla giovane artista la mancanza di un singolo che avrebbe poi fatto da traino a tutto l’album. La casa discografica voleva una hit, una canzone che potesse diventare un tormentone radiofonico e si mangiasse le classifiche, una canzone, magari, che parlasse di sentimenti, visto che il connubio cuore-amore faceva sempre centro, raggiungendo una fascia trasversale di ascoltatori.
Per quanto s’impegnasse, però, Sara non riusciva a trovare la chiave per soddisfare questa richiesta, e ogni canzone proposta veniva regolarmente rifiutata dalla Epic. Alla fine, come spesso accade, un’illuminazione estemporanea riuscì laddove il duro lavoro aveva fallito. Così la Bareilles scrisse di getto Love Song, che a dispetto del titolo, non è (solo) una canzone d’amore, ma soprattutto uno sberleffo ironico alla propria casa discografica, nato proprio come reazione rabbiosa alle insistenze dell’Epic, che la voleva radio friendly e appetibile al grande pubblico.
“Non ti scriverò una canzone d'amore, perché l'hai chiesto tu, perché ne hai bisogno, Vedi, non ti scriverò una canzone d'amore…Non ti scriverò per farti restare, Se tutto quello che hai è andartene. Ho bisogno di una ragione migliore, Per scriverti una canzone d'amore oggi”: parole che ben si adattano al racconto di una relazione sull’orlo di una crisi di nervi, ma che suonano anche come affilato motteggio nei confronti della propria casa discografica.
Il brano, come si è detto, regalò grande visibilità alla Bareilles e fu un enorme successo commerciale, anche se ci volle un po' di tempo prima che il pubblico si accorgesse di quanto fosse deliziosa questa pop song dal retrogusto amarognolo. Pubblicata il 16 giugno 2007 su Itunes, la canzone, infatti, impiegò qualche mese per entrare in classifica, e solo dopo essere stata utilizzata in uno spot televisivo, nel gennaio del 2008, raggiunse la top ten di Billboard, dove resistette per ben diciannove settimane, vendendo oltre quattro milioni di copie. E pensare che Sara nemmeno voleva scriverla.