Non avevamo avuto più notizie di Carla dal Forno da quando, due anni fa, aveva annullato il suo concerto milanese, dove avrebbe dovuto promuovere l’ep “The Garden”.
Annunciato a luglio e anticipato da un paio di singoli e video, “Look Up Sharp” ce la restituisce al formato full length, che questa volta vanta anche una lunghezza di una certa consistenza, dopo che l’esordio “You Know What It’s Like” di tre anni fa, si era dimostrato fin troppo risicato.
C’è stato un cambio di etichetta, dalla Blackest Ever Black alla Kallista, di proprietà della stessa artista ma a livello di sonorità ci sembra che ben poco sia mutato.
Il tutto si è forse fatto un po’ meno scuro, l’elettronica meno presente, a favore di atmosfere che si rifanno maggiormente alla Dark Wave, con possibili rimandi ai primi Cocteau Twins e ai Young Marble Giants. C’è la solita alternanza tra brani cantati e tracce strumentali, con queste ultime che hanno però abbandonato le influenze Ambient ben presenti sul disco d’esordio, per abbracciare una inedita continuità col resto del disco, facendosi anch’esse portatrici di linee melodiche efficaci (si veda a titolo di esempio il flauto di “Hype Sleep”, in una sorta di reminiscenza dei Tuxedo Moon, i vocalizzi nella parte finale di “Leaving for Japan” e il basso a la “Seventeen Seconds” di “Creep out of Bed”).
Il resto dei brani si muove su linee rarefatte e su quelle atmosfere notturne ormai divenute marchio di fabbrica della musicista australiana ma che a questo giro paiono avere acquisito in parte una forma più morbida e una conformazione quasi Pop (“I’m Conscious”, “So Much Better”).
Un lavoro in continuità con la precedente produzione, che mette in luce un songwriting senza dubbio maturato ma che al tempo stesso non si discosta troppo dal suo marchio di fabbrica.
Carla dal Forno è una voce interessante, artista e producer a tutto tondo, a suo agio nel riutilizzare il passato come chiave d’accesso alla contemporaneità. Speriamo di vederla presto da noi: ho bei ricordi del suo esordio dal vivo nel nostro paese e la cancellazione dell’ultima volta ancora brucia…