La carriera solista di Roddy Woomble procede per traiettorie assai distanti da quelle della casa madre Idlewild. Niente chitarre rombanti, il graffio punk rock e la foto dei Rem nel taschino della giacca, tutti elementi che hanno identificato il sound del gruppo di cui è leader e che hanno prodotto almeno due dischi, i notevoli 100 Broken Windows del 2000 e The Remote Part del 2002, tra le cose migliori dell’alternative rock scozzese del nuovo millennio. Altre idee in testa, evidentemente, e la voglia di esprimere una sensibilità, a cui il cui i volumi spacca casse e il fragore della sei corde stanno chiaramente stretti.
Ecco, quindi, il senso di questo Lo! Soul, un gioiellino di adult pop che vive in territori lontanissimi da quelli abitati dagli Idlewild. Unica costante, il gusto per melodie di facile presa, che sono la specialità di casa Woomble; per il resto, le dieci canzoni in scaletta vestono inediti abiti intessuti di synth, pianoforte e batteria elettronica. Il tutto confezionato con cura artigianale dallo stesso Woomble e da Andrew Mitchell, che produce e suona, e mette mano alla scrittura di quasi tutte le composizioni.
Un disco, Lo! Soul che viaggia sui binari della malinconia verso un mondo parallelo, a tratti vagamente claustrofobico, di sicuro più propenso alla meditazione, alla visione nostalgica, o a un trasognato fluttuare, come avviene proprio nell’incipit "Return To Disappear", che richiama le tavolozze sonore di band come i Beach House. I versi poetici di Woomble, declamati su un impianto elettronico, aprono la strada al pop confessionale di "Secret Show", a metà strada tra spoken e cantato, o all’inquieto battito new wave di "As If It Did Not Happen", il cui outro recitato evoca un nostalgico desiderio di ritornare all’infanzia. Cose che non avremmo mai pensato di ascoltare da chi da sempre ha declinato la propria idea di musica attraverso uno sferragliante rock ad alto contenuto energetico.
Se "Architecture In La" è il momento più giocoso del disco, un brano acchiappone, al cui mood ondeggiante è davvero difficile resistere, sono però le canzoni in cui Wooble imbocca la strada della ballata a essere incredibilmente efficaci: il sapore agrodolce della pianistica "People Move Out" lascia a bocca aperta per intensità, allo stesso modo della title track, tre note che sfiorano il cuore con indicibile malinconia, o della conclusiva, sublime, "Dead Of The Moon", in cui Woomble veste i panni del crooner di gran classe.
Lo! Soul è un disco dall’architettura scarna eppure incredibilmente denso di pathos, un album lontanissimo da ciò che fino a oggi conoscevamo del leader degli Idlewild, eppure egualmente identificativo di un musicista che, non sempre è riuscito a mettere a fuoco la propria arte, ma che non smette, comunque, mai di provarci. Forse non farà fare salti di gioia ai fan di vecchia data della band scozzese, ma se avete mente e cuore aperto alle novità, Lo! Soul saprà conquistarvi dalla prima all’ultima nota.