È di fatto impossibile non amare un progetto come i King Gizzard & The Lizard Wizard, un collettivo australiano capace in poco più di sette anni di attività di pubblicare ben 15 dischi, una follia nella follia, il bello è che parliamo di musica di qualità dall’inizio alla fine. Solo nel 2017 hanno licenziato cinque lavori. Immagino possa essere materia da Guinness dei primati.
Un amore viscerale e gran rispetto per la musica omaggiata in quasi tutte le sue sfaccettature immaginabili, sfiorando generi su generi, dalla psichedelia al pop, dal prog al folk, dall’indie al metal; ebbene sì, l’ultimo in ordine cronologico “Infest the Rats’ nest” è un disco assurdo, che dichiaratamente vuole essere un tributo all’heavy metal classico, quello nato e cresciuto negli anni ‘80. E stasera passano dall’Alcatraz di Milano per presentare parte di questo album, mescolandolo a brani di repertorio completamente agli antipodi; sempre una setlist diversa per ogni concerto, che rende lo show, di per sé, unico, e il materiale direi che non manca.
L’appuntamento di oggi è una sorta di mini festival dato che vengono coinvolti anche un altro paio di gruppi australiani che gravitano attorno a questa macro famiglia hippie. I primi a salire sul palco sono gli ORB, nulla a che vedere con il celebre e omonimo duo elettronico, dediti ad un hard rock stoner condito di folk e psichedelia, assolutamente in linea con i fratelli maggiori che capeggiano la line up; per esigenze anche di palco in quattro sulla stessa linea, pezzi dilatatissimi e ottimi rompighiaccio. Seconda rasoiata sono LE Stonefield quattro ragazze in giro dal 2013 con all’attivo 3 dischi di cui l’ultimo “Bent” uscito quest’anno: hard rock seventies pestato, batterista cantante, grinta e pathos, applauditissime.
Orari annunciati e rispettati a dovere quindi headliner on stage alle 21,50; Alcatraz modulare, cosi stasera si suona sullo stage B, i biglietti sono andati esauriti in prevendita, a confermare l’ottima ascesa dei King Gizzard, che pur non facendo un genere, come dire, hype, hanno raccolto attorno a sé uno zoccolo duro di fan sempre maggiore e anche in Italia c’è il pubblico delle grandi occasioni, tutto il tour europeo sta facendo registrare numeri importanti.
Venendo al concerto, sono assolutamente confermate le voci che girano attorno a questo incredibile combo, una delle cose migliori uscite in questi anni. Dal vivo sono stratosferici, due batterie che suonano all'unisono e altri cinque polistrumentisti, sono un inno alla gioia, incarnano al massimo la voglia di fare musica, un carro armato sonico; se non sono i più bravi in circolazione, sono sicuramente i più divertenti; si passa dal metal con tanto di pogo di "Self -immolate" e "Organ farmer" al fantasma di Elvis con "Plastic boogie", dalla poppeggiante "Horology" alla psichedelica "Cyboogie", insomma ci mettono dentro di tutto e lo fanno con una bravura fuori categoria.
Consiglio, capitassero ancora da queste parti, di non farseli scappare; concerto enorme. Rigorosamente, come piace al sottoscritto, senza bis.