I Deep Purple in collaborazione con earMusic hanno lavorato a una Limited Edition Series, che sarà composta da una selezione di rare performance live prelevate dagli archivi della band e che si riferiscono alle ultime due decadi di concerti tenuti dalla band inglese in giro per il mondo. Ogni uscita sarà pubblicata a tiratura limitata e numerata, e cioè in 20.000 cd e 2.000 Lp, che saranno venduti fino a esaurimento scorte. Questo il breve preambolo per presentare l’iniziativa, a cui, ovviamente, segue la domanda: si sentiva davvero il bisogno di questa operazione? E a meno che non siate dei fan pigliatutto, a chi giova l’ennesimo live di una band, peraltro, colta negli anni della senescenza artistica?
Dubbi leciti, ci mancherebbe altro, ma che saranno fugati appena metterete sul piatto questo live, tenutosi a Newcastle, Australia, la notte del 12 marzo del 2001. Perché, fidatevi del sottoscritto, siamo di fronte a un live act a dir poco esplosivo. La formazione è quella di Mark VII, e cioè Ian Gillan alla voce, Roger Glover al Basso, Jon Lord alle tastiere (che l’anno dopo lascerà la band per motivi di salute), Ian Paice alla batteria e Steve Morse alla chitarra. Il materiale contenuto in questa nuova pubblicazione, giova precisarlo, aveva già visto la luce in passato, e per la precisione nel 2003; la performance, però, è stata sottoposta ad accurata rimasterizzazione e la qualità del suono è ora perfetta. Questo l’aspetto meramente tecnico. Quel che conta maggiormente, però, è che si tratta di un live fragoroso e potente, che fotografa una band su di giri, pimpante, con trasuda voglia di divertirsi e di non fare prigionieri. Tutti i cinque componenti sono davvero in uno stato di forma incredibile, e in particolare Gillan, che dispensa grinta, si esibisce nei leggendari acuti e gigioneggia col pubblico con la straripante verve di un autentico mattatore.
In scaletta, alcuni brani tratti dei dischi più contigui al periodo del tour (Hey Cisco, Vavoom: Ted The Mechanic e Sometimes I Feel Like Screaming da Perpendicular del 1996), e quasi tutti i più grandi classici della band (dalla scaletta mancano, Space Truckin’, Strange Kind Of Woman e Child In Time).
Sono tanti gli high lights di una serata pressoché perfetta: una Ted The Mechanic addirittura tonitruante, con la band già caldissima dopo pochi minuti, una scalpitante Black Night, i diciassette minuti travolgenti di Speed King in medley con Good Times, hit del rocker australiano Jimmy Barnes, presente sul palco a fianco del quintetto, una durissima, quasi rabbiosa, versione di Smoke On The Water, nella quale Steve Morse (come faceva spesso), si diverte ad accennare alcuni riff di classici del rock (anche se facilissimo, divertitivi a indovinare le canzoni citate) prima di partire con l’anthem più celebre di sempre, e un’incandescente Highway Star, posta in chiusura e resa ancor più cazzuta dalla presenza di Jimmy Barnes (ancora lui) e del chitarrista Ina Moss.
Un live davvero imperdibile, quindi, che risponde alle domande poste a inizio recensione: se il buongiorno si vede dal mattino e la qualità della proposta è questa, earMusic e i Deep Purple ci stanno facendo un regalone.