...c’entra probabilmente il fatto che stargazer (o più propriamente s t a r g a z e r, nella grafia corretta) è un ensemble contemporaneo, già noto per aver lavorato con Julia Holter, Nils Frahm, These New Puritans e Iceage, artisti molto diversi tra loro ma col comune pregio di saper incorporare l'elemento orchestrale all'interno del proprio sound, senza limitarsi a sovrapporlo per creare il tipico e ormai scontato tappeto sinfonico. Poi c’è un direttore d'eccezione come il tedesco Andre de Ridder e, da ultimo, una come Lisa Hannigan, che negli anni, pur senza mai staccarsi dal suo amato Folk di matrice irlandese, ha saputo arricchire notevolmente le proprie composizioni con elementi nuovi.
A ben vedere, questo disco dal vivo era il tassello che mancava per chiudere la prima fase di una carriera decisamente ricca di soddisfazioni. “At Swim”, che è uscito ormai da tre anni, aveva avuto il grande merito di affrancarla dal ruolo di “ex compagna di Damien Rice” e “quella che va in tour con Glen Hansard”, facendola entrare di diritto nel novero delle grandi autrici del ventunesimo secolo. Merito di un songwriting più ispirato e maturo del solito e della produzione di un certo Aaron Dessner, che ha saputo introdurla a mondi in precedenza sconosciuti. Non ci fosse stato questo sodalizio, probabilmente non avremmo neppure avuto la manciata di date in compagnia di stargazer, dal cui concerto di Dublino è stato poi tratto questo disco.
E così, mentre lei ricambia il favore prestando la sua voce al nuovo, meraviglioso, nuovo disco dei The National, noi ce la gustiamo nel suo primo live in carriera.
Che è un gran bel live, occorre dirlo. L'orchestra si incastra perfettamente nelle varie composizioni, donando loro nuova vita senza stravolgerle, sempre discreta e mai invadente o inutilmente pomposa, badando piuttosto a valorizzare le melodie e a mettersi sempre al servizio di esse.
Il risultato è un'esibizione pacata e senza fronzoli, dove ad essere assoluta protagonista è la voce di Lisa, calda ed espressiva come ce la ricordavamo ma resa in qualche modo più “adulta” e consapevole dagli anni. Conscia della propria responsabilità, senza dubbio emozionata dall’eccezionalità della circostanza, padroneggia la scena con disinvoltura e con quella gioia tipica di chi è perfettamente messo a fuoco e completato dalla musica che sta suonando.
Scaletta ben compilata, con un comprensibile sbilanciamento (8 brani su 14) su “At Swim”, di cui le varie “We the Drowned”, “Barton” e “Undertow” figurano tra gli episodi migliori, quelle che sono forse più in grado di spiegare al mondo esterno chi sia oggi Lisa Hannigan.
Spazio anche per due nuove tracce: “Bookmark”, che è in realtà un'outtake dell'ultimo album e “Swan”, scritta assieme ad Aaron Dessner e al drammaturgo Enda Walsh. Non aggiungono nulla di nuovo ma piacevoli lo sono senza dubbio.
Pochi i brani vecchi ma ben selezionati, tra una “Lille” delicata e malinconica, una “Nowhere to Go” ad alto ritmo ed una sempre efficace “Little Bird”, probabilmente ancora il suo pezzo più famoso.
Aspettando il nuovo album (a cui potrebbe anche non mancare moltissimo) questo “Live in Dublin” è un bellissimo regalo per i fan ma anche, cosa non scontata, un'utile introduzione per neofiti al mondo di Lisa Hannigan.