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REVIEWSLE RECENSIONI
Live in Black and White
Hannah Aldridge
2020  (Icons Creating Evil Art)
AMERICANA/FOLK/COUNTRY/SONGWRITERS ROCK
7/10
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28/07/2020
Hannah Aldridge
Live in Black and White
Voce calda, passionale, capace di passare in una pennata da un rantolo da amante appagata allo schioccare delle corde in gola usate a mo’ di frusta, Hannah Aldridge agisce per sottrazione. In una cornice intima che sa di tête-à-tête.
di Andrea C. Soncini

Ricordate la scena di 48 ore dove Eddie Murphy entra nel locale ricolmo di cowboy razzisti, interrompe il gruppo country sul palco, provoca tutti senza andare per il sottile, e in un certo senso li fa… neri? Una goduria. Il country è una delle materie musicali più scivolose da maneggiare. Melenso, retorico, tradizionalista. Repubblicano per antonomasia rappresenta l’ala destra del gusto popolare americano. Quando dunque arriva qualcuno capace, non dico di prenderlo a calci nelle palle ma di metterlo per il bavero, ancora meglio se scombinandolo dall’interno, ecco che allora quello per la musica è un buon momento. 

Voce calda, passionale, capace di passare in una pennata da un rantolo da amante appagata allo schioccare delle corde in gola usate a mo’ di frusta, Hannah Aldridge agisce per sottrazione. In una cornice intima che sa di tête-à-tête. Anche nei modi della copertina, sulla quale la bella artista è ritratta in maniera tra lo scontroso e il provocante, i boccoli che le coprono il volto, le gambe inguainate in calze lavorate con complicati arabeschi, accavallate in un gesto allo stesso tempo tanto poco educato quanto altamente femminile.

Live In Black And White è stato registrato a Londra, non esattamente la culla del Country. Cosa che denota un certo coraggio, al minimo sfrontatezza, soprattutto laddove la Aldridge si presenta sul palco senza filtri e con sparuti partner a guardarle le spalle: lei, la fida chitarra e il padre Walt per Lie Like You Love Me; Robbie Cavanagh per l’esecuzione di Goldrush; i Black Feathers (un duo, marito e moglie, inglese), Danni Nichols, i gallesi Goat Roper Rodeo, rispettivamente per esporre Save Yourslef, Lace, e Rails to Ride, solo quest’ultima in modo veramente fastoso e festoso.

È spontanea e felice Hannah, sempre tra una canzone e l’altra; in modo alternato se canta delle ombre che governano – o l’hanno fatto in passato - nei momenti bui la sua anima tormentata a tratti, candida altre volte ma non troppo. Da giovane donna vissuta abbastanza, e in modo tale da affermare che il country può fare a meno di steel guitar e del miagolare compiaciuto di steccati di ranch contornati dal canto notturno dei grilli alla luna piena. Blood, sweat, tears, per Hannah Aldridge sono lì, parti integranti della sua vita e dunque delle sue canzoni, tutt’altro che acquarelli consolatori.

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