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REVIEWSLE RECENSIONI
30/07/2019
H.E.A.T.
Live At The Sweden Rock Festival
La band irrora di grinta e potenza canzoni che in studio risultano decisamente più morbide e, cosa che non guasta suona alla grandissima, con consumato mestiere, certo, ma anche con un impatto fisico devastante

Il genere è di quelli che fanno storcere un po' il naso ai rocker duri e puri. In quella definizione, melodic hard rock, infatti, c’è un melodic di troppo, soprattutto per chi ama un suono più muscolare e selvaggio.

Eppure, quella degli H.E.A.T. è un grande band, che dal vivo, come è facile comprendere dall’ascolto di questo nuovo live, non fa sconti a nessuno e possiede un tiro incredibile. Fondatisi nel 2007 a Upplands Vasby, in Svezia, il gruppo ha all’attivo già un paio di Ep e cinque album in studio, che hanno scalato le classifiche nazionali, piazzando molto in alto un pugno di singoli, e facendo la gioia di un folto gruppo di appassionati, che continuano ad amare un genere inossidabile, nonostante abbia vissuto i suoi anni migliori qualche decennio fa.

Registrato dal vivo il 7 giugno dello scorso anno, Live at Sweden Rock Festival celebra i primi dieci anni di attività della band (l’esordio, H.E.A.T. uscì nel 2008) con una scaletta che ripercorre i momenti migliori della loro brillante carriera. L’armamentario è quello consueto del genere: riff di chitarra potenti, tastieroni, coretti ruffianissimi e melodie perfette per infiniti passaggi radio.

A prescindere, però, dai clichè di genere, la band sa stare sul palco, irrora di grinta e potenza canzoni che in studio suonano decisamente più morbide e, cosa che non guasta suona alla grandissima, con consumato mestiere, certo, ma anche con un impatto fisico devastante. Grande performance di tutti e cinque, dunque, anche se sugli scudi finisce soprattutto Erik Gronwall cantante dall’indole selvaggia e in possesso di un’ugola dall’estensione impressionante.

Tredici canzoni in scaletta che tirano dritte per più di un’ora di performance e che alternano ballatone da singalaong e accendino alla mano (Tearing Down The Walls), fulminanti anthem (Heartbreaker) e adrenaliniche rincorse (Inferno). Il momento migliore del live è, guarda caso, anche il momento più decisamente ruvido: la hit Beg Beg Beg suonata in medley con Whole Lotta Rosie degli Ac/Dc e, udite udite, Piece Of My Heart di Janis Joplin.

Live goduriosissimo e molto meno melodico di quello che si potrebbe aspettare. Da provare.


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