Prendete un album, che so, News Of The World dei Queen. Un album come tanti, bello ma (a mio parere) ordinario, famoso ma non poi troppo. Ce ne sono a centinaia.
Ed ora immaginatevi di farlo diventare qualcosa di completamente differente, enorme, monumentale addirittura. Immaginate un'edizione in 3 CD, un DVD video ed un vinile da 12 pollici. Non basta? Aggiungete 3 poster, un libro fotografico di 60 pagine, la riproduzione fedele del biglietto del Tour 1977, il press-kit ed il comunicato stampa originali. Eccola: News of The World - 40th Anniversary Edition. 109,54 euro su Amazon (più spedizione).
Il rischio di farsi prendere la mano da certe cose è abbastanza alto.
Ho in mente una versione in 6 dischi del Live At Fillmore della Allman Brothers Band datata 2016. Dentro ci sono 4 versioni di Statesboro Blues e 4 di Whipping Post, tutte attorno ai 20 minuti. Che facciamo, prediamo dell'aspettativa dal lavoro o ci fingiamo malati? La recente riedizione di Hysteria dei Def Leppard: 7 dischi; quella di Kill 'Em All dei Metallica: 10 CD; il quarantesimo anniversario di Rocket To Russia: 91 tracce. Ma gli esempi sono innumerevoli.
In realtà ci sono anche tante ristampe che non si spingono così in là nella bulimia dell'autocelebrazione a tutti i costi. Ricordo solo le ultime che ho avuto per le mani: Joy Ride, i primi album solisti di Rick Derringer in 4 CD; oppure la ripubblicazione del primo, raro album di Uncle Acid and the Deadbeats.
E comunque, per tutta queste operazioni di ripescaggio discografico, vi do una buona ed una cattiva notizia.
Buona notizia: sono operazioni meritorie, che diffondono buona musica e rinfrescano la memoria. Non che Queen, Ramones o Metallica ne abbiano bisogno, ma occorre non abbassare mai la guardia. La memoria fa davvero strani scherzi e da una generazione all'altra sono più le cose “a perdere” che quelle da ritrovare. A corollario, è doveroso ammettere che una bella edizione critica, aggiornata, ripulita, ben curata è un oggetto di valore culturale al pari di un’edizione ben tradotta, con testo a fronte, prefazione e post-fazione di qualunque romanzo del secolo scorso.
La realtà, più prosaicamente, è che le grandi case di distribuzione hanno bisogno di nuove strategie per sopravvivere. In tempi in cui la musica passa sempre più spesso dagli smartphone, dai tablet e dai Pc piuttosto che dagli stereo, da Spotify e Youtube piuttosto che dai dischi, BMG, Universal e compagnia devono pur trovare qualche prodotto nuovo per continuare a riempire gli scaffali.
Perché, diciamolo, gli scaffali vuoti non piacciono a nessuno. Ed anche se viviamo immersi nelle votazioni online e nella musica liquida, la merce, “la roba”, mantiene pur sempre salda la sua funzione di prima linea del consumismo.
La cattiva notizia? Se un album come News Of The World, solo a titolo d'esempio, aveva qualcosa dire, l'ha già detto. E di quei detti, a 40 anni di distanza, si è già persa anche l'eco. Il che non significa che abbia perso valore artistico, ma che occorre stare attenti al fatto che una ristampa è sempre collocata “fuori” dal suo tempo, e aggiunge davvero poco, se non nulla, al valore dell’originale. Non facciamoci trarre in inganno dal fascino della confezione e dall’esca della rarità: la bella ristampa di un brutto disco, resta un brutto disco.
Quindi, bisogna parlarne? Bisogna che le redazioni se ne occupino?
Certo che sì, è doveroso. Tenendo ben presente il fatto che, per lo più, si tratta di classici di un'altra epoca. E sarà pur vero che “classico” è un oggetto “che non ha mai finito di dire quel che ha da dire”, ma Calvino si riferiva ai libri, anzi a quei pochi titoli immortali e condivisi dall'umanità intera; mica a prodotti discografici pensati, la maggior parte di essi, per il mercato dei giovani borghesi bianchi di un certo luogo in un tempo preciso.
Quindi, sarebbe bello non perdere il senso della misura e delle proporzioni. E se proprio volete fare un regalo a vostro cognato, andate a cercare qualcosa di un po’ differente, che magari vada a dare visibilità e fruibilità maggiore a materiale trascurato tanto dall’epoca dei Cd quanto dello streaming.
Magari Let The Electric Children Play, una bella antologia edita dalla Cherry Red nel 2017 sulla storia della Transatlantic, storica etichetta indipendente britannica. Oppure Requiem For An Almost Lady, una curatissima ristampa della Light In The Attic di un raro album di Lee Hazlewood.
Nulla di male, sia chiaro, in quei tanti begli oggetti che aiutano la memoria vestiti di una confezione lussuosa e griffata, magari in edizione limitata e numerata, bella da mostrare agli amici.
Ma si possono ancora stampare dischi fisici e curare compilation con logica e perspicacia, corredandole di giuste ed efficaci informazioni, senza andare a scoperchiare delle tombe (sapete che a marzo uscirà Both Sides Of The Sky, l’ultimo album di Hendrix?) e senza edificare giganti dai piedi d'argilla e voce in dolby 5.1. si possono riportare alla luce nomi e titoli sfortunati, si possono illustrare scene e movimenti poco noti con antologie assemblate con perizia e competenza.
Voi, da che parte state?
...a me ora tocca finire di ascoltare la terza versione di Whipping Post, il tempo è tiranno!