Un film, a volte, può salvare la vita.
Un buon film, sicuramente lo fa, magari non la vita, ma una serata la sa rendere più bella e piena di speranza.
Un film Disney, poi, ancor più.
E Life, Animated ne è la prova.
Il documentario di Roger Ross Williams, candidato agli Oscar, ce lo dimostra senza troppa retorica.
Al centro della scena, Owen, un bambino come tanti, di una famiglia agiata, con un fratello più grande, con una vita normale.
Fino ai 3 anni.
A 3 anni Owen si blocca, non guarda più nessuno negli occhi, perde l'uso della parola e si esprime solo a versi.
Ad Owen viene diagnosticato l'autismo.
Siamo nel 1996 e l'autismo non è certo conosciuto come oggi, l'appoggio e le possibilità di riabilitazione sono altrettanto retrograde, e la famiglia entra in un baratro difficile da sopportare.
L'unico modo per calmare Owen, è metterlo davanti al televisore, inserire nel videoregistratore una VHS di un classico Disney, e farlo sedere sul divano.
Così passa le sue giornate Owen, al fianco del fratello Walter, in quell'unico momento in cui sente davvero di condividere qualcosa con il più piccolo.
Poi, all'improvviso, succede il miracolo.
Owen, durante la visione de La Sirenetta pronuncia la strana parola "juicervose", i genitori non capiscono, la madre gli porta un succo, ma poi, eccola l'illuminazione: juicervose=just your voice, proprio come Ariel.
Il miracolo, è un lampo, fino a tre anni dopo.
Tre anni di silenzio, di sguardo basso, di sacrifici e pensieri.
Walter ha appena compiuto gli anni, la festa è finita, è solo e pensa.
I genitori sistemano la cucina.
Owen arriva da loro, di anni ora ne ha 9, li guarda, e come niente fosse dice loro: "Walter non vuole crescere, proprio come Peter Pan e Mowgli".
Il miracolo, è un lampo, ma ora i genitori capiscono.
Quel mondo troppo grande, troppo complicato per la mente confusa di Owen, gli si chiarisce grazie ai personaggi Disney, grazie alle loro emozioni esagerate, grazie a quei tratti che le rappresentano, grazie alla linearità della trama.
Grazie alla Disney, allora, i genitori riescono a far uscire Owen dal tunnel in cui era, in una riabilitazione emotiva e della parola.
Fino ad oggi, quando Owen di anni ne ha 23, si sta per diplomare, in una classe di ragazzi speciali come lui, dove ha istituito il suo personale Disney Club, e soprattutto, Owen sta per andare a vivere da solo.
La vita di Owen è stata salvata da un film, da buoni film, da film Disney, in tutto e per tutto.
La sua storia, raccontata dal padre in nel bestsellers Life, Animated: A Story of Sidekicks, Heroes, and Autism, è diventata un esempio prima che un documentario.
Un modo per capire una sindrome difficile da capire, da spiegare, con cui rapportarsi.
Owen i classici li sa a memoria, li ripete ore e ore, li usa come esempi, li usa per capire lui per primo come rapportarsi con gli altri.
Il documentario di Roger Ross Williams, è quanto di più classico ci sia, nonostante inserti animati che vanno a raccontare le avventure uscite dalla penna stessa di Owen, alterna immagini di repertorio, interviste, segue i suoi protagonisti in quest'anno di cambiamento prendendoli uno a uno, tirando fuori da loro le lacrime, le emozioni.
Un classico prodotto quindi, che potrebbe sembrare anche un po' ruffiano, ma che racconta una storia grande, una storia bellissima, che porta speranza, porta salvezza.
Perché sì, il cinema può davvero salvare una vita.