Let’s Walk è il nono lavoro in studio di Madeleine Peyroux, ma rappresenta per lei una sorta di “prima volta” per tanti elementi e diverse sfaccettature. E’ la sua prima uscita indipendente, dopo un passato discografico che la ha vista pubblicare capolavori con label di culto assoluto come Verve, Decca, Rounder e Atlantic.
Per inciso, ricordiamo che la Peyroux è una delle grandi interpreti del jazz contemporaneo, un’acclamata cantante di livello internazionale e autrice che nel corso della sua trentennale carriera ha collaborato con musicisti del livello di James Carter, Cyrus Chestnut, Leon Parker, Vernon Reid e Marc Ribot, venduto milioni di album in tutto il mondo e reinterpretato gli standard immortali di Billie Holiday, Bessie Smith e Fats Waller, oltre a classici di Bob Dylan, Hank Williams e Leonard Cohen.
Let’s Walk è il primo disco in cui ha partecipato alla stesura di ogni brano con il collaboratore di lunga data e chitarrista Jon Herington, accompagnata da una team di musicisti di valore assoluto composto da Andy Erin (piano, organ), Paul Frazier (bass guitar), Graham Hawthorne (drums, percussion), Stan Harrison (clarinet), Catherine Russell, Cindy Mizelle e Keith Fluitt (vocals).
Siamo quindi davanti a un album speciale, da valutare come una nuova ripartenza per una voce elegante e gentile, che ci offre dieci brani inediti e originali, che possiamo definire “Jazz” per il suo timbro morbido e suadente, ma che in realtà sono un viaggio a trecentosessanta gradi nella musica americana, dal country, al blues, al gospel, a influenze caraibiche e un ritmo sempre molto compassato e naturale, mai forzato o commercialmente immediato e “facilone”.
Let’s Walk è il classico album da assaporare lentamente, che non vuole essere omogeneo ma viaggiare in stili diversi, accomunati dalla voce magistrale della Peyroux, che decide anche di parlare di temi importanti e molto attuali, senza dimenticare però un pizzico di liberatoria ironia.
Se il singolo soft rock “Please Come On Inside”, parla di una perdita umana da accettare, la title track si ispira alla mobilitazione di massa delle persone comuni, che si sono sollevate e unite per i diritti civili in tutto il mondo nel 2020. “How I Wish” è un risveglio alla ricerca dell’anima in risposta agli omicidi di George Floyd, Breonna Taylor e Ahmaud Arbery. In “Nothing Personal” Madeleine affronta il tema della violenza sulle donne, in particolare quella sessuale.
Il lato più leggero è rappresentato dal blues levigato e senza tempo di “Showman Dan”, da “Me and the Mosquito”, che presenta un ritmo e una voce ispirate alla musica caraibica, mentre la Peyroux affronta il parassita sempre sfuggente che non la lascia dormire la notte. Chiude il disco, un avvertimento divertente ma allo stesso tempo serio, attraverso la traccia “Take Care”, ispirata al musicista, poeta e attivista del dub giamaicano Linton Kwesi Johnson.
Quelli elencati sono alcuni esempi, in un lavoro che risulta esemplare, ispirato e coerente, ma che mostra il suo limite in un livello compositivo che rimane derivativo e si ispira ad altri artisti e scrittori più originali e creativi. Detto questo, in un panorama di musica e umanità superficiali e grette, Let’s Walk rimane una vera e liberatoria boccata di aria pulita e sana.