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MAKING MOVIESAL CINEMA
Let's Get Lost
Bruce Weber
1988  (Little Bear Production)
SOUNDTRACKS / ROCK MOVIES / MUSICAL
all MAKING MOVIES
07/08/2017
Bruce Weber
Let's Get Lost
Un artista, Baker, dotato di una genialità inquieta, che l’ha portato a incidere veri e propri capolavori (inutile soffermarsi sulla magia di una voce e di una tromba per certi versi uniche al mondo) in una corsa a perdifiato verso l’autodistruzione.

Dopo venticinque anni dalla sua uscita nelle sale cinematografiche, Let’s Get Lost (Perdiamoci), lungometraggio girato dal famoso fotografo di moda, Bruce Weber, sulla vita e le opere di Chet Baker, è uscito nel 2014 in dvd in edizione restaurata, accompagnata da un booklet (rarità per i dvd) ricco di foto e di note. Weber aveva conosciuto Baker in un jazz club di New York nell’inverno del 1986 e aveva convinto il trombettista a posare per un set fotografico. Da lì, l’idea, prima, di un cortometraggio, poi, considerata la ricchezza di materiale in possesso del fotografo, l’intenzione di girare un vero e proprio film-documentario della lunghezza di oltre due ore. Un’impresa titanica, portata a termine nel giro di un anno e mezzo (il film fu presentato in anteprima mondiale al Toronto International Film Festival nel 1988), che costò a Weber un ingente esborso di denari e un estenuante attività di registrazione dovuta alla difficoltà di rintracciare Baker (che era solito darsi alla macchia senza alcun preavviso) e alle pessime condizioni di salute dello stesso. E’ il regista a raccontarlo, senza mezzi termini : “A volte dovevamo fermarci per un motivo o per un altro, perché Chet era un drogato e non riusciva a fare due cose contemporaneamente, dovevamo ricominciare tutto da capo.”  Nonostante ciò, il risultato è un film di una sincerità disarmante, reso magnificamente dalla fotografia in bianco e nero di Weber, in cui l’ammirazione per il talento e l’arte di Baker vive in perfetto equilibrio con la cruda realtà che emerge dalle testimonianze di famigliari e amici e dalle interviste al grande musicista, ormai al limitare della propria esistenza. Un artista, Baker, dotato di una genialità inquieta, che l’ha portato a incidere veri e propri capolavori (inutile soffermarsi sulla magia di una voce e di una tromba per certi versi uniche al mondo) in una corsa a perdifiato verso l’autodistruzione. Eroina, cocaina, speedball, alcol, fumo, l’arresto, il carcere, un’infinità di donne e di tradimenti, una personalità ambigua e spesso levantina, un egocentrismo incapace di vivere in modo sano anche gli affetti più cari. Questo era Chet Baker: un piccolo uomo dall’etica pret a porter, un attoraccio di italici B-movie, un tossico dipendente senza freni, un mentitore abituale. Eppure, nonostante il film non risparmi proprio nulla alla ricostruzione storica del personaggio, ciò che resta negli occhi e, soprattutto, nelle orecchie è la magia di una musica e di una voce divenute eterne. Così, quando verso la fine della pellicola, Chet interpreta una versione struggente di Almost Blue di Elvis Costello è davvero difficile trattenere le lacrime di commozione. Il film fu candidato agli Oscar del 1988 nella sezione miglior documentario, e Chet Baker morì ad Amsterdam, il 13 maggio dello stesso anno, in circostanze mai completamente chiarite.