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Let My Love Open The Door
Pete Townshend
1980  (Atco)
ROCK
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09/11/2022
Pete Townshend
Let My Love Open The Door
Il più grande successo di Pete Townshend solista è una canzone che parla d'amore, ma nella sua accezione spirituale, quella che porta a tendere all'assoluto.

A volte capita: scrivere una canzone e finire per detestarla. E’ esattamente quello che successe a Pete Townshend con la sua Let My Love Open The Door, primo singolo estratto dal suo album solista Empty Glass del 1980. In un'intervista rilasciata alla rivista Rolling Stone, subito dopo che la canzone era diventata un successo coommerciale, Townshend, infatti, la definì "solo una canzoncina", e continuò, dicendo che preferiva un'altra canzone di Empty Glass, A Little is Enough, che però raggiunse solo il numero 72 delle classifiche statunitensi. Incredibile ma vero, anche al manager del chitarrista la canzone piaceva poco e cercò a tutti i costi di convince Townshend a non inserirla nel disco, perché aveva uno stile che non rappresentava quello del suo protetto, salvo poi chiedere scusa, quando il brano scalò le classifiche statunitensi, arrivando alla nona piazza.

La canzone, fin dal titolo, sembrerebbe toccare il tema dell’amore di coppia. Il testo, in tal senso, trae immediatamente in inganno: “Quando tutto sembra finito, tutti sembrano scortesi, ti darò un quadrifoglio, togli tutte le preoccupazioni dalla tua mente, lascia che il mio amore apra la porta”. E che la canzone suoni come una dichiarazione d’amore, basta ricordare la toccante sequenza del film del 2007 L’amore Secondo Dan (Dan In Real Life, il titolo originale) in cui Steve Carell e Dane Cook eseguono Let My Love Open The Door per la ragazza di Cook (una radiosa Juliette Binoche), della quale Carell è segretamente innamorato.

In realtà, il brano possiede un’importante valenza spirituale. Tutto il disco Empty Glass, infatti, ha come oggetto i problemi che il chitarrista stava vivendo in quel periodo: l’alcolismo, la dipendenza dall’eroina e il dolore, non ancora sopito, per la morte di Keith Moon, il batterista degli Who. In quel periodo, Townshend si sentiva completamente perso, in balia dei propri fantasmi interiori, incapace di vivere la pienezza della vita e perennemente strafatto. Insomma, i suoi vizi, e non è un modo di dire, lo stavano uccidendo. Il chitarrista, fin dal 1968, era un seguace degli insegnamenti del guru indiano Baba (1894-1969); tuttavia, si stava rendendo conto che quella spiritualità, a cui aveva improntato il proprio stile di vita, stava completamente sparendo dal suo cuore. Let My Love Open The Door, in tal senso, è un atto di devozione nei confronti del suo guru, è l’affermazione, hic et nunc, che l’amore rende liberi e salva la vita. Non solo l’amore fra uomo e donna, ma quello più universale che porta a tendere verso l’assoluto. Strano a dirsi, non solo questa è stata l'unica hit americana da solista di Pete Townshend ad entrare nella Top 10, ma ha raggiunto anche il podio più alto di qualsiasi altra canzone pubblicata dagli Who in America.

Alla fine, il chitarrista cambiò il giudizio sulla quella sua canzone che tanto aveva denigrato. Quando, infatti, gli Who eseguirono il brano durante il loro concerto acustico alla Royal Albert Hall, tenutosi, il 25 marzo 2022 in aiuto del Teenage Cancer Trust, Townshend con orgoglio la presentò, dicendo: "Beh, questa prossima canzone non è sicuramente una hit degli Who, questa è una hit di Pete." Meglio tardi che mai.