Iggy Pop non necessariamente deve essere il vostro artista musicale (cantante è davvero riduttivo) preferito in assoluto.
Né si cada nell’errore di dimenticare con chi egli ha realizzato i suoi album, in quanto al suo immenso talento altri se ne sono aggiunti.
Però ...
Prendete i primi (forse sono “tutti”, in quanto dopo di essi il trademark si è annacquato per motivi i più diversi) tre album di The Stooges[1].
È un bombardamento musicale di tali novità e intensità da cui si esce segnati.
Adesso ascoltate The Idiot[2] e se siete indifferenti alla fine del side 1 sono gradite delle serie motivazioni da parte vostra.
Siccome sono onesto, confesso che Lust For Life per me non è all’altezza del precedente, seppure sia un LP molto buono.
Non ho scritto niente di nuovo, sia chiaro.
Ma ogni tanto occorre fare i conti con Iggy Pop[3] e chiedersi dove si sta andando con i propri ascolti.
Ci si deve cioè fare un esame di coscienza e onestamente domandarsi se negli ultimi anni non ci si sia un poco banalizzati nei gusti musicali.
Se la diagnosi è sincera e, anche, infausta, per fortuna c’è una cura: diversi giorni di ascolto intenso e univoco di Iggy Pop con e senza Stooges, volendo anche godendosi un crooning atipico come la sua versione di “Les Feuilles mortes” in Preliminaires.
Potrebbe trarne giovamento anche l’ambito delle letture dei pazienti.
Sarebbe bello se nella vita per tutte le nostre malattie la cura fosse la musica di un grande artista.
[1] Nelle varie “diciture” e configurazioni del line-up.
[2] Non a caso l'album più significativo, sebbene quasi “un Pin Ups”, di Grace Jones porta il titolo di una sua canzone.
[3] Rimando ancora una volta alla biografia di Paul Trynka: Iggy Pop - Open Up And Bleed per tutto il resto.