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REVIEWSLE RECENSIONI
01/07/2022
Various Artists
Legacy: A Tribute To Leslie West
Ospiti straordinari e un pugno di canzoni leggendarie per omaggiare, con passione, il grande chitarrista dei Mountain, Leslie West.

Formatisi a New York, nel 1969, su iniziativa del chitarrista Leslie West (complice il bassista e produttore dei Cream, Felix Pappalardi), i Mountain sono stati uno dei fiori all’occhiello del suono americano degli anni ’70, acquisendo con il primo, splendido album Climbing (1970) lo status di pionieri dell’hard rock a stelle e strisce. A capitanarli, come detto, Leslie West, chitarrista funambolico, il cui suono distintivo era dato da una Gibson Les Paul Jr., a cui aveva rimosso il pick up per sostituirlo, udite udite, con un…portacenere.

Prima di morire, nel dicembre del 2020, all’età di settantacinque anni, per un attacco cardiaco, West aveva avuto l’idea di registrare alcuni classici dei Mountain e dei West, Bruce & Laing (super gruppo power rock con Jack Bruce dei Cream e Corky Laing, batterista dei Mountain), e un pugno di nuove canzoni, coinvolgendo nell’operazione svariati ospiti di diversa estrazione. West, come detto, se ne andò poco dopo, ma il progetto rimase in vita e gli ospiti che aveva contattato portarono avanti quello che, a tutti gli effetti, è oggi un appassionato omaggio al grande chitarrista americano.

Il disco inizia con una scintillante versione di "Blood Of The Sun" (dall’esordio solista di West) tirata a lucido da Zakk Wylde, accompagnato da Bobby Rondinelli e Rev Jones (in passato, entrambi al servizio della band), ed è davvero emozionante riscoprire un riff che ha fatto scuola e comprendere quanto lo stile di West fosse unico, tanto che un chitarrista affermato come Wylde si mette al servizio della canzone, cercando di replicare proprio quel suono leggendario.

Personalmente, non mi sarei mai aspettato di assistere al giorno in cui il frontman dei Twisted Sister, Dee Snider, e l'ex colosso della batteria dei Dream Theater, Mike Portnoy, sarebbero apparsi nella stessa canzone, oltretutto dalle sonorità southern rock, e invece, i due convivono in perfetta simbiosi nella convincente reinterpretazione di "Theme For An Imaginary Western", tratta da Climbing. Il cuore anche in questo caso, per chi è stato fan della band americana, batte forte, ed è una sensazione che si prova spesso e volentieri, nel corso di una scaletta che annovera un parterrre de roi da urlo: oltre ai musicisti citati fino ad ora, fanno parte della crew anche Robby Krieger, Yngwie Malmsteen, Slash, Joe Lynn Turner, Steve Morse e Marty Fiedman, solo per citarne alcuni.

Marty Friedman (Megadeth) e Joe Lynn Turner (Rainbow, Deep Purple) si cimentano con "Nuntacket Sleighride", e basta lo straordinario assolo del chitarrista a portare a casa un voto altissimo. "Why Dontcha" (dal repertorio di WB&L), con Steve Morse alla chitarra e Ronnie Romero (Rainbow) alla voce (praticamente il sosia vocale di Ronnie James Dio), è un cazzutissimo hard rock che risuona dalle casse come se non fosse passato solo un giorno dal 1972. Romero fa meraviglie anche in "The Doctor", dove inaspettatamente compare anche Robby Krieger, che scatena la slide da vero maestro qual è, mentre Yngwie Malmsteen, funambolico come al solito, onora West con una superba interpretazione di "Long Red".

A chiusura dell'album, come la ciliegina sulla torta, compare la canzone più iconica dei Mountain di tutti i tempi, ovvero "Mississippi Queen", che vede il cantante dei Dirty Honey, Marc Labelle, alla voce, e Slash alle chitarre. Ancora una volta, la scelta degli ospiti probabilmente non avrebbe potuto essere migliore, in quanto il caratteristico stile di Slash si adatta alla canzone come un guanto.

Come la maggior parte degli album tributo, questa disco farà senza dubbio felici i fan dei Mountain e di West, ma è evidente che la qualità della proposta e delle canzoni in scaletta sarà gradita anche da tutti coloro che, pur non conoscendo questo straordinario musicista, sono comunque appassionati di hard rock vintage, southern e, più in generale di tutto quel rock il cui segno distintivo è dato dal suono dardeggiante delle chitarre, visto che, in questa raccolta, sono racchiusi alcuni dei riff più goduriosi di sempre.