Le svedesi, secondo titolo per la collana di letteratura della casa editrice Divergenze, è l’esordio letterario di Silvano Ambrogi pubblicato nel 1959 nella collana UE di Feltrinelli, al quale seguirà una produzione di opere pressoché di ogni genere fra commedie, parodie, radiodrammi, romanzi e sceneggiature, che l’autore affianca al lavoro di dirigente al Ministero delle Poste. Divenuto celebre con I burosauri, una delle più memorabili satire sulla burocrazia, che vinse il premio Istituto del Dramma Italiano 1962, tradotta e rappresentata in vari paesi europei, ha scritto per riviste satiriche e quotidiani tra cui Il Mondo, Travaso, il Corriere della Sera, Il Caffè, Comics, Il Giorno, L’europeo, firmando testi teatrali, racconti e irresistibili parodie della modernità fra cui Neurotandem, L’ingrasso, I sessantottoni, L’arcitreno, I malmangianti.
Le svedesi è un racconto lungo ambientato nelle zone che Ambrogi ha vissuto da ragazzo, delle quali meglio conosce i colori, i profumi e l’atmosfera: Migliarino, Marina di Vecchiano e la foce del Serchio, con il mare che bagna luoghi ammantati dal fascino delle tavole di Fattori, dove ombre e trasparenze si confondono in un connubio crudo e lirico. La matrice dell’impegno non è analitica né psicologica, ma galleggia fra disincanto, humour e nostalgia. La vicenda narrata affronta con grazia e tocchi di caricatura l’utopia provinciale delle svedesi, affabili e fascinose ragazze scandinave pronte a occupare le fantasie sessuali di un gruppo di giovani italiani. La gioventù, descritta in modo autentico e nitido è debitrice di quella dell’autore, custodita in un’area per niente remota della memoria. I personaggi in carne e sentimenti, infatti, sono quanto mai verosimili per i loro sogni e le contraddizioni, le ingenuità e le intemperanze. Nell’eco di una estate dove ogni cosa è governata dal ricordo, dalla fame d’avventura e da un mare irripetibile, un gruppo di amici vive il passaggio dall’adolescenza alla maturità in attesa dell’arrivo delle bionde, conturbanti nordiche. Sullo sfondo le immagini d’un luogo irripetibile, dipinte con un tono poetico che è il solo adeguato alle rivelazioni a cui la vita espone.
«Dove uno ha studiato fin da ragazzo, dove vi ha visto passare la guerra, dove ha imparato a conoscere quegli importanti fenomeni che sono gli uomini, ecco lì è il suo paese».
Apparato critico a cura di Anastasia Lamagna.
Divergenze è un progetto rivolto a promuovere opere di autori classici e contemporanei, riscoperte del passato, esplorazioni della tradizione e di una letteratura che agisce sull’attualità. Romanzi ma anche teatro, novelle, poesie, racconti, saggi, monografie e altre provocanti esperienze dell’immaginazione. Tutto tramite volumi di pregio: https://divergenze.eu/casa-editrice/