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THE BOOKSTORECARTA CANTA
Le Sette Morti Di Evelyn Hardcastle
Stuart Turton
2019  (Neri Pozza)
LIBRI E ALTRE STORIE
5,5/10
all THE BOOKSTORE
29/06/2019
Stuart Turton
Le Sette Morti Di Evelyn Hardcastle
Turton si sforza tantissimo a cercare di rendere tutto plausibile, ma spesso si ingarbuglia e, in altri casi, piega gli snodi narrativi per il raggiungimento dell’obiettivo finale, rendendo artificioso il susseguirsi dei fatti.

Blackheath House è una maestosa residenza di campagna cinta da migliaia di acri di foresta, una tenuta enorme che, nelle sue sale dagli stucchi sbrecciati dal tempo, è pronta ad accogliere gli invitati al ballo in maschera indetto da Lord Peter e Lady Helena Hardcastle. Gli ospiti sono membri dell’alta società, ufficiali, banchieri, medici ai quali è ben nota la tenuta degli Hardcastle. Diciannove anni prima erano tutti presenti al ricevimento in cui un tragico evento – la morte del giovane Thomas Hardcastle – ha segnato la storia della famiglia e della loro residenza, condannando entrambe a un inesorabile declino. Ora sono accorsi attratti dalla singolare circostanza di ritrovarsi di nuovo insieme, dalle sorprese promesse da Lord Peter per la serata, dai costumi bizzarri da indossare, dai fuochi d’artificio.
Alle undici della sera, tuttavia, la morte torna a gettare i suoi dadi a Blackheath House. Nell’attimo in cui esplodono nell’aria i preannunciati fuochi d’artificio, Evelyn, la giovane e bella figlia di Lord Peter e Lady Helena, scivola lentamente nell’acqua del laghetto che orna il giardino antistante la casa. Morta, per un colpo di pistola al ventre.
Un tragico decesso che non pone fine alle crudeli sorprese della festa. 

Non è agevole parlare di questo libro, che tanto ha impressionato parte della critica, come deluso l’altra. Siamo di fronte a un’opera decisamente complessa, per certi versi anche originale, sicuramente intricata. Non tanto a livello di scrittura, da questo punto di vista il romanzo è accessibile a tutti, quanto per la bizzarria della trama e per un intreccio che spesso richiede estrema attenzione.

Turton scrive abbastanza bene, in modo molto classico, con passione, ricchezza di immagini e, talvolta, con qualche ingenuità tipica dell’esordiente. E crea anche un’ambientazione decisamente riuscita, così british da rendere inevitabile il paragone con la regina del giallo, Agatha Christie.

L’idea di partenza, poi, è molto suggestiva: un uomo ha sette giorni e sette incarnazioni per riuscire a svelare il colpevole dell’omicidio di Evelyn Hardcastle, figlia di ricchi possidenti, nella cui tenuta è ambientato il libro. Non mancano colpi di scena e misteri da svelare come nella miglior tradizione noir; solo che ne Le Sette Morti Di Evelyn Hardcastle il giallo, come accennato, è ammantato di sovrannaturale. E qui casca l’asino. Perché Turton si sforza tantissimo a cercare di rendere tutto plausibile, ma spesso si ingarbuglia e, in altri casi, piega gli snodi narrativi per il raggiungimento dell’obbiettivo finale, rendendo artificioso il susseguirsi dei fatti.

Insomma, la buona idea di partenza gli sfugge di mano e, nonostante lo sforzo prodotto, il suo per dare un senso al romanzo, il nostro per comprenderlo, alla fine la confusione regna sovrana, tanto che giunti spossati all’ultima pagina (lettura, tra l’altro, impegnativa anche per la lunghezza del libro), una sola domanda sorge spontanea: e quindi?

Non mancano momenti piacevoli e ben riusciti, e forse, sotto l’ombrellone, se potete garantirvi silenzio e concentrazione, il romanzo potrà anche piacervi. Diversamente, e soprattutto se cercate una logica in quello che state leggendo, il consiglio è di astenervi. Nonostante i mugolii di piacere di certa stampa favorevolmente colpita, vi assicuro che il gioco non vale la candela.

 

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