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SPEAKER'S CORNERA RUOTA LIBERA
17/07/2019
The Amazons
Le interviste di Loudd
Modelli perfetti per Gucci o YSL... ma loro fanno rock. E alla grande. La nostra Elisa Airaghi ha intervistato The Amazons alla vigilia del loro live a San Siro in apertura ai Muse e ne è uscita una chiacchierata molto bella e molto spontanea.

Modelli perfetti per Gucci o YSL... ma loro fanno rock. E alla grande: con un debutto, nel 2017, che ha visto il primo album schizzare immediatamente all'ottava posizione della classifica UK. In Italia, questa volta, come opening act dei Muse a San Siro, dopo una performance di pieno successo al Firenze Rocks, in supporto ad Eddie Vedder. Il nuovo album uscito a maggio (distribuzione Universal) è Future Dust, il cui singolo, “Mother" è in heavy rotation su Freccia e Virgin Radio. Il prossimo singolo, dopo l’estate, sarà “25”.

Visto che affermano di amare non solo la musica delle loro canzoni, ma specialmente i personaggi di cui raccontano le storie, ho chiesto a Chris (lead guitar) di raccontarci qualcosa sulla band.

Da dove siete partiti? Eravate amici? Vi conoscevate già prima dei The Amazons?

Io, Matt e Elliot avevamo già una band (suoniamo insieme da 10 anni ormai!) ma il nostro batterista ha lasciato il gruppo... eravamo in cerca di un sostituto, ne abbiamo provati 8 o 9 e non trovavamo il pezzo mancante del puzzle. Poi abbiamo scovato Joe, lo abbiamo incontrato in un pub, mentre suonava. Ed eccoci qui.

Cosa si prova ad aprire grandi eventi, come quelli di Eddie Vedder o dei Muse?

Non è una cosa che facciamo spesso. Per i Muse è la terza volta che apriamo, dopo Helsinki e Colonia, ma quello di oggi penso sarà il più grande show in termini di pubblico! Siamo cresciuti ascoltando i Muse... quindi è incredibile. Abbiamo amato "Origin of Symmetry" e lo amiamo ancora. Quindi è un grande onore per noi essere l'opening act di una band di superstar come questa. E suonare in uno stadio come San Siro! Ieri sera ci siamo informati in modo approfondito sulla storia di questa location e.. wow!

Si, per noi San Siro è un simbolo, solo le grandi band suonano lì.

Si. È imponente!

Vi piacerà sicuramente!

Si, credo proprio di sì…

Cosa vi piace dei concerti negli stadi? Ci sono pro e contro?

Quando suoni uno stadio di solito sei molto lontano dal pubblico, quindi può essere che a volte tutti si stiano divertendo un sacco, ma è difficile percepirlo, non puoi sentire il feedback come quando sei in una piccola location, dove il pubblico è ad un passo da te... ma suonare in uno stadio è grandioso. Abbiamo visto Bruce Springsteen a Wembley e per noi è strano, ma davvero divertente, scambiarci il posto con grandi nomi ed essere a nostra volta su quel tipo di palco.

Era infatti la mia prossima domanda! In UK, ma anche in altri paesi, suonate in location pazzesche... com'è esibirsi in situazioni in cui solitamente eravate voi ad essere gli spettatori, in luoghi dove avete visto suonare le vostre band preferite?

Sì, è molto strano, siamo di Reading, siamo cresciuti guardando le nostre band di riferimento al festival di Leeds e quest'anno suoneremo lì, sul mio palco preferito... Ci saranno anche Queens of the Stone Age e Stone Temple Pilots... sarà pazzesco!

Io sono cresciuta ascoltando blues, quindi sono felice che abbiate tratto spunto anche da questo tipo di musica per l'album. Quali altre radici avete mescolato?

Ci siamo ispirati alle band che abbiamo sempre ascoltato crescendo, come i Led Zeppelin e i Rolling Stones. Io e Matt ci siamo messi a leggere tutte le bio di Keith Richards, di Paul McCartney, dei Led Zeppelin, di Jimmy Page… abbiamo divorato i loro libri e capito chi li ha influenzati. Keith Richards e in gereale i Rolling Stones amano Muddy Waters e, in effetti, è abbastanza evidente quando si ascoltano alcuni dei loro pezzi. Ho letto e riletto i libri e ho sottolineato tutte le mie parti preferite, quelle che potevano essere di maggiore ispirazione per me, come chitarrista, e sono andato a riascoltarmi questi artisti, suonandoci sopra, fingendo di essere nella band... Muddy Waters e B.B. King, per fare due nomi...

Beh, grandi nomi! Diversi amici mi odiano, perché sono riuscita a sentire “Lucille” un paio di volte suonata dal vivo…

Incredibile! Amazing!!!

In quale era vorreste magicamente tele-trasportarvi, per riviverne lo scenario musicale?

Matt ha una playlist su Spotify con tutti i suoi brani preferiti dal ‘68 al ‘75 e credo che il ‘71 in particolare sia un anno grandioso per la musica ... è uscito il quarto disco dei Led Zeppelin [e sorride perché, mentre chiacchieriamo, lui indossa proprio una t-shirt bellissima, con i simboli riportati sulla copertina del disco IV, N.d.A.] ... in ogni caso gli anni ‘70... era un periodo davvero buono per la musica rock.

Non pensi che il rock stia tornando di moda?

Non per prendere alla lettera la tua domanda, ma ci sono case di moda come YSL che hanno proposto la Denim Collection chiamandola The Rock'N'Roll Collection e tutti si vestono di nero, borchiati... sì, può essere un segno che il rock stia tornando di moda.

Lo spero!

Lo spero anch'io. Noi non siamo stati cool per un lungo periodo, sarebbe carino esserlo finalmente!

Con il primo album siete partiti dalla posizione 8 della classifica UK. Non oso immaginare l'emozione, dopo tanto lavoro e dedizione. Raccontami qualcosa su quel momento…

Ero molto sorpreso, non ce lo aspettavamo. Ad ogni album succede la stessa cosa. Un mese prima di lanciare il disco ci dicevamo: "non importa cosa accadrà, stiamo facendo la musica che ci piace e se il disco non andrà al top non sarà un problema"... non è fondamentale, ma è bello! Essere nella Top Ten è stato uno choc.

Come hai avuto la notizia?

Ero, credo, in mutande in cucina, perché avevamo dato un party la notte precedente, e il nostro manager ha fissato una call con tutto il gruppo e ci ha dato la notizia.

Avete festeggiato?

Sì, abbiamo subito aperto una bottiglia di Champagne che avevamo in frigorifero!

Viaggiate molto per il vostro tour, pensi che la Gran Bretagna rimanga il posto migliore per il rock?

Che domanda difficile! Non lo so. Siamo stati poco in Italia, ma sembra che qui il grande pubblico ami molto il rock, molto più che in UK. Secondo me anche questo è un bel posto... se alla gente piace la musica che facciamo, siamo nel posto giusto! C'è un sacco di musica che viene prodotta in UK, comunque. Qualcosa si sta muovendo di nuovo e credo che molti altri luoghi si riveleranno buoni per il rock... we'll check, keep on traveling!

Oltre, ovviamente, a Reading, dove vi sentite a casa quando suonate?

Siamo stati un paio di volte in America, a N.Y. ed L.A. La cultura americana è da sempre raccontata da film e telefilm, quindi una volta in loco ti sembra già di aver visto tutto, è tutto molto familiare... di conseguenza ti sembra di stare a casa... spero spenderemo più tempo lì.

Vi esercitate molto?

Sì, ma dipende da cosa stiamo facendo nel frattempo... se stiamo scrivendo facciamo quattro o cinque prove alla settimana con l'intero gruppo, ma quando siamo in tour è difficile, mettere insieme tutto il materiale per suonare, intendo. Non siamo una band che si può mettere al computer per fare musica, dobbiamo essere tutti in una stanza, con tutta l'attrezzatura... però ci esercitiamo tanto. Non so in verità quanto si esercitino gli altri, dovremmo fare una ricerca... indaga e fammelo sapere!

***

I The Amazons sono: Matt Thomson (vocals, guitar), Chris Alderton (lead guitar), Elliot Briggs (bass),  Joe Emmett (drums)

 Dopo la performance di ieri sera, torneranno in Italia a brevissimo!

  • GIOVEDÌ 24 OTTOBRE | MAGNOLIA | MILANO
  • VENERDÌ 25 OTTOBRE | COVO CLUB | BOLOGNA

Per info sul tour: https://theamazons.co.uk


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