Il progetto Biopsy O Boutique nasce a Vicenza nel 2018. Radici blues e rock accuratamente distorte, per un risultato dal sound decisamente graffiante. Daniele, Nicolò, Michele e Alessandro: ecco la loro storia.
Come nasce il progetto Biopsy O Boutique e perché questo nome?
La formazione e il nome attuale nascono nel 2018, prima ci chiamavamo Biopsy Blues Boutique. L‘idea nacque una sera nel 2017 dall’incontro di Daniele Perrino (voce) e Nicolò Apolloni (chitarra) in un pub. L’intento iniziale era quello di creare un tributo al Blues in versione elettrica, con brani storici di Muddy Waters, Skip James, Howlin’ Wolf, o di band e autori più moderni come Led Zeppelin e Doors, fino ad arrivare ad artisti contemporanei come The Kills e Pj Harvey. Alla band si aggiunsero quasi subito Alessandro Lupatin (batteria) e Marco Penzo (basso), ci conoscevamo tutti già da tempo.
Dopo un anno e mezzo di attività cominciammo a scrivere brani nostri ispirandoci alle sonorità in chiave elettrica del Blues, ma anche ad altre correnti musicali come il Grunge o lo Stoner Rock, e l’identità del gruppo si fece più personale e variopinta. Nel contempo al posto di Marco subentrò Michele Lavarda al basso, e con lui si raggiunse il sound che abbiamo oggi. Dato che il repertorio stava cambiando e cominciava ad essere composto quasi solo dai nostri brani, che hanno un’ identità diversa dal blues pur ispirandosi ad esso, decidemmo di cambiare nome diventando Biopsy O Boutique”.
Le vostre radici partono dal blues e dal rock, per un risultato distorto e ruvido: come componete i brani e quali sono le vostre ispirazioni?
Ognuno di noi scrive i brani. Se un componente della Band dà vita a un pezzo nuovo lo realizza in tutte le sue parti: musica e testo. Poi lo si prova insieme, si discute sulle diverse sezioni della composizione e si fanno le eventuali modifiche, suonandolo fino a che non rende. Le tematiche riguardano spesso la condizione umana nella sua concretezza e corporalità.
Parliamo della line up: come ciascuno di voi si è avvicinato alla musica?
Suoniamo tutti da quando eravamo piccoli. Michele e Nicolò ebbero insieme il loro primo gruppo all’ età di undici anni. Alessandro suona anche lui dall’infanzia, ha suonato in molte formazioni ed è il componente con più esperienza. Daniele canta da quando ha sei anni, la sua famiglia si accorse presto del suo talento e lo incoraggiò fin da subito.
Nella vita di tutti i giorni quali gruppi o artisti ascoltate?
Ascoltiamo di tutto, siamo dell’idea che la bella musica prescinda dal genere. Se si volessero trovare degli artisti di riferimento per il nostro gruppo si potrebbero citare The Dead Weather, Led Zeppelin, Nick Cave, Nirvana, Foals, Audioslave, e in generale il Blues.
Parliamo del singolo appena uscito “Who’s Bob?”… cosa ci racconta?
“Who’s Bob?” parla dell’interiorità, delle fessure più remote dell’animo. Della consapevolezza che dalla profondità del nostro essere in cui risiedono queste fessure possano prendere vita realtà segregate di cui non conosciamo granché. Da qui la domanda “Who’s Bob?”.
Come è nata l’idea alla base del relativo video?
L’idea ci è stata suggerita da Marco Billo, che ha girato il video. Il gioco delle carte rappresenta la ricerca, che ognuno di noi intraprende, della propria identità. I tarocchi sono le varie maschere e i vari ruoli che interpretiamo nella vita e che a volte si impossessano di noi. Nel corso del video ci si avvicina sempre più al cuore di tutto, alla nostra vera natura, di cui abbiamo anche un po’ paura spingendoci a litigare tra di noi. Tutto questo si collega al discorso dell’interiorità di cui si parlava prima.
Avete calcato molti palchi, in Veneto soprattutto. In questo difficile periodo cosa vi manca dei live?
Ci manca molto l’alchimia che si crea solo in una situazione live tra i componenti della band e il pubblico. Ci manca il poterci vedere e sentire senza filtri, in una situazione di totale libertà che solo un concerto live ti dà.
Appena possibile riprenderete con le date per promuovere il nuovo singolo?
Sì, ci auguriamo di poter riprendere presto, per la promozione del nuovo singolo e di quelli che devono ancora essere pubblicati.
Cosa ne pensate dell’Italia, a livello di opportunità per promuovere la propria musica?
Diciamo che l’Italia, soprattutto per il nostro genere, per noi e per tanti altri gruppi, non è un contesto favorevole. Vediamo che la nostra musica piace, ma mancano le istituzioni che la possano promuovere efficacemente. Certo qualcosa c’è, ci sono persone che si fanno il culo per sostenere le band e se non ci fossero loro saremmo messi veramente male, ma siamo in pochi. Pochi e buoni, ma la situazione non è florida. Infatti, puntiamo all’estero, dove le cose vanno meglio.
Siete una band indipendente e fate tutto in totale autonomia, dalla produzione all’organizzazione delle date? Qual è la parte più difficile da curare?
Sì, dell’organizzazione delle date e anche della promozione dobbiamo occuparci noi. È di per sé un ambito più estraneo per quattro musicisti, non siamo né dei manager né dei promoter. Ma lo facciamo al meglio delle nostre possibilità per sostenere e far conoscere la nostra musica.
Ci sono palchi in particolare che vi piacerebbe conquistare?
I grandi palchi attirano e sì, ci piacerebbe conquistarli. Non abbiamo in mente specifici stage o manifestazioni, qualsiasi concerto può essere un bel concerto se c’è bella gente e una giusta organizzazione. Se troveremo contesti più o meno grossi dove suonare ci andremo. In ogni caso ci divertiamo sempre, sia suonando in un’osteria che su un grande palco.
LINE UP:
Daniele Perrino – Voice
Nicolò Apolloni – Guitar
Michele Lavarda – Bass
Alessandro Lupatin – Drums
Contacts:
https://www.facebook.com/biopsyoboutique/