Cerca

logo
RE-LOUDDSTORIE DI ROCK
18/03/2018
Cookin' On 3 Burners
Lab. Experiments Vol.1: Mixin'
...scienziati nerd usciti dagli anni 70, combinano una bella miscela di raw soul screziato di funk come era d’uso nella metà del decennio precedente...

Nella terra dei canguri adesso è ancora estate, qui invece non passa giorno che non piova e faccia freddo, con un’umidità che ti si attacca alle ossa. A poco serve rifugiarsi nell’ascolto dei Cookin’ On 3 Burners e del loro bel “Lab Experiments Vol.1: Mixin” se non quello di immaginare di trovarsi al sole e sulla sabbia di Whiteheaven Beach. Per il resto il trio australiano, in pista dal 1997 con all’attivo una megahit, “This Girl”, numero uno in Francia, Germania, Belgio nonché numero due delle charts inglesi nel 2016, svolge bene il suo compito. Che è quello di regalarci otto brani che, contrariamente alla foto di copertina dove i nostri eroi sono vestiti come degli scienziati nerd usciti dagli anni 70, combinano una bella miscela di raw soul screziato di funk come era d’uso nella metà del decennio precedente, grazie anche alla scarna strumentazione usata dai tre: chitarra, batteria, Hammond e poco altro, quanto basta per creare un sound che attinge dal passato ma che sa parlare anche ai nostri giorni.  

Ho trovato in “Lab Experiment...” un’attitudine mod, ovvero quel mood dove il soul grezzo entusiasmava i ventenni dei sixties e infiammava i dancefloor della terra di Albione. Ma non c’è solo questo nel disco: la sorpresa arriva dal secondo brano in scaletta, laddove i tre Cookin’ giocano col fuoco e coverizzano nientemeno che “Enter Sandman”, uno degli anthem dei Metallica. Operazione riuscita anche se posso immaginarmi le contumelie che indirizzeranno loro i rockers passati e futuri. Spazio anche per tre brani virati soul, e non a caso gli unici cantati: “Real Life Baby”, dove la voce di Emmi viene supportata da una sezione fiati, e le ballad “Sweet Talker” e “More Than A Mouthful” interpretate rispettivamente da Stella Angelico e Kylie Auldist.

Registrato su di un Apex 456 analogico “Lab Experiment...” mantiene tutta la carica live senza tanti fronzoli di postproduzione e questo è un ulteriore pregio, in un ambiente dove al minimo accenno di discrepanza intervengono ProTools e Auto-Tune a normalizzare il tutto.
Un po’ come prepararsi un sano piatto di pasta al pomodoro o rifugiarsi in una busta di cibo liofilizzato; o per meglio dire la differenza che c’è tra cucinare su tre fuochi o cuocere al microonde.
Ma sapete già da che parte stare, giusto?