Niente luci sfavillanti di Las Vegas, niente casinò, niente elegantoni come Danny Ocean, qui siamo nell'America vera, quella dei campi, dei manovali, dei piccoli paesi sperduti in mezzo al niente, quella dei loser, del redneck o dei white trash, chiamatela come volete, è l'America dei tizi che non arrivano a fine mese e che non riescono a pagarsi nemmeno la ricarica del telefonino, gente con più cuore che testa, anche se...
Siamo dalle parti di Concord, nel North Carolina. Jimmy Logan (Channing Tatum) lavora come operaio alla Charlotte Motor Speedway, uno dei circuiti dove si tengono le gare automobilistiche della NASCAR, a causa della sua zoppia viene licenziato dal suo capo pur essendo un lavoratore diligente. La sfortuna dei Logan. Suo fratello Clyde (Adam Driver) è un tipo più strano: riservato, gestisce un bar e ha perso un braccio servendo il suo Paese in Iraq. La sfortuna dei Logan. Come se non bastasse l'ex moglie di Jimmy, Bobbie (Katie Holmes), vuole trasferirsi in un altro Stato allontanando dal padre la piccola Sadie che per Jimmy stravede, questo amore infinito è ricambiato con trasporto da un padre adorabile ma sempre in bolletta. La sfortuna dei Logan. Così, di nuovo a terra, Jimmy parla al fratello di un piano per appropriarsi degli incassi del circuito, Jimmy conosce il sito, ha i codici per entrare nei sotterranei dove ha lavorato fino a pochi giorni prima. Tutto ciò che serve a Jimmy e Clyde per portare avanti il piano è un uomo capace di aprire un caveau, il migliore, nella fattispecie Joe Bang (Daniel Craig) il quale, malauguratamente, è ospite della prigione di Stato. Reclutata anche la sorella Mellie (Riley Keough), ai Logan non rimane che trovare il modo per tirar fuori di prigione Joe, effettuare il colpo, e riportare Joe al fresco per fargli scontare i pochi mesi che gli mancano per arrivare a fine pena, per fare tutto ciò non rimarrà che coinvolgere i due rozzi e ignorantissimi fratelli di Joe (che già non è un'aquila), Sam (Brian Gleeson) e Fish (Jack Quaid).
Soderbergh gioca una volta di più con un canovaccio a lui stranoto, confeziona un film leggero, divertente e che si guarda con piacere, ma se nella saga dei suoi Ocean's tutto era divertissement, qui c'è anche uno sguardo sull'America che difficilmente porta a casa il punto, quella che spesso si sente abbandonata a sé stessa e arranca giorno dopo giorno per chiudere la giornata con dignità, anche nella costruzione della vicenda Soderbergh si concede un paio di detour che spiazzano un poco lo spettatore, come a dire che ok, si può vincere, ma in certi posti, per certa gente, è quasi d'obbligo rimanere con i piedi per terra, come se volare alto potesse sottintendere cadute rovinose. Per mettere in scena questo heist di provincia il regista abbandona anche le leziosità sulla regia, niente soluzioni artificiose ma un girato più classico, non lesina però sul cast, bravissimo Tatum che con l'altrettanto ottimo Driver mette in piedi una coppia che gira davvero bene, un Craig biondo platino e sopra le righe fa il resto. Lungo la narrazione si alternano momenti più divertenti ad altri più familisti e commoventi, ne esce una buona commedia, non una di quelle irresistibili ma quantomeno una di quelle compiute con un punto di vista laterale, spostato almeno di qualche millimetro.