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La Santa Rossa
John Steinbeck
(1929)
LIBRI E ALTRE STORIE
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22/02/2021
John Steinbeck
La Santa Rossa
Unico romanzo d'impianto storico nella carriera dello scrittore californiano, il libro è intriso di una piacevole leggerezza, sia nel personaggio di Henry Morgan, sia nella descrizione di diverse situazioni, alcune effettivamente divertenti, da inquadrare sempre nel ritmo e nel gusto di inizio secolo scorso, lontano quindi dalla sfacciataggine odierna ma non per questo privo di brillantezza e divertito brio.

Esordio per John Steinbeck che sulle pagine della biografia romanzata dedicata al pirata Henry Morgan, figura storica del 1600, si fa le ossa in vista dei ben più celebri scritti successivi, costruendo un romanzo d'avventura velato di romanticismo affatto disprezzabile e che si lascia leggere con estremo piacere anche da chi come chi scrive non nutre interesse alcuno per il mondo dei bucanieri e men che meno per tutto ciò che concerne battaglie navali e imprese piratesche. Unico romanzo d'impianto storico nella carriera dello scrittore californiano, il libro è intriso di una piacevole leggerezza, sia nel personaggio di Henry Morgan, sia nella descrizione di diverse situazioni, alcune effettivamente divertenti, da inquadrare sempre nel ritmo e nel gusto di inizio secolo scorso, lontano quindi dalla sfacciataggine odierna ma non per questo privo di brillantezza e divertito brio.

Siamo nel Galles verso la metà del 1600, Henry Morgan è un quindicenne che vive in un piccolo villaggio poco lontano da Cardiff nella fattoria del padre Robert, uomo mite e di poche pretese, uno che non ha mai azzardato nella vita al contrario di suo fratello Edward divenuto finanche Governatore di Giamaica. Mamma Morgan invece è una donna molto pratica che bada al sodo, entrambi i coniugi sono affezionati in maniera sincera al loro ragazzo che da qualche tempo mostra segni di viva inquietudine. È il desiderio d'avventura a tormentare Henry, il ragazzo non vuole fare la vita del padre, in testa ha l'idea di partire per le Indie (si intende quelle occidentali, le isole del Mar dei Caraibi) e diventare un bucaniere, avere così la sua parte nella guerra contro la Spagna e la sua flotta, sogno massimo la conquista di una grande città sotto il dominio spagnolo. Dopo una visita di un ex servitore della famiglia di ritorno proprio dalle Indie, Henry prenderà la decisione di partire lasciandosi tutti alle spalle, comprese la dolce Elizabeth e la terra di Galles, a poco valgono le preghiere della madre e del padre, il destino del ragazzo è deciso, forte anche dei buoni auspici del vecchio Merlin, una sorta di eremita del villaggio. Con l'entusiasmo proprio dei ragazzi Henry affronta il suo futuro, incontra i primi inganni e il tradimento, la sua caparbia ossessione per la pirateria lo porterà col tempo a diventare il temuto e ammirato Capitano Morgan al comando del quale qualsiasi bucaniere si affiderebbe senza pensarci due volte.

Steinbeck romanza il carattere del suo protagonista inserendolo negli eventi storici che hanno visto partecipe il vero Morgan, nonostante non manchino descrizioni di avventure e battaglie, sempre narrate con tocco lieve e mai protratte oltre misura, La Santa Rossa è un libro che ci parla di desideri, aspettative, sentimenti, moti interiori che cadenzano l'esistenza del suo protagonista senza mancare di porre sempre la giusta attenzione su comprimari e contesto, il tutto con uno stile d'impianto classico ma allo stesso tempo lieve, divertente con classe, sempre piacevole. I desideri della gioventù, forti e tanto più realizzabili quando perseguiti con la giusta intensità e senza troppe riflessioni, incontreranno con l'età l'inevitabile dissolversi di fronte alla consapevolezza che le cose che davvero contano nella vita non sono quelle che si sono inseguite con tanto impegno, dedicandoci tempo e dedizione, ma quelle nelle quali in qualche modo si è fallito, a incarnare l'arrivo di questa tardiva consapevolezza proprio la Santa Rossa, una donna panamense innalzata a statura leggendaria per bellezza e inarrivabilità da montagne di racconti orali, vero e più prezioso bottino al quale ogni bucaniere in segreto mira. Dopo tante sfide militari, tanto oro e tanto sangue, è a lei che volge la mente di Henry, con una parte di cuore fermo alla giovane Elizabeth e a tutto ciò che non è stato. Ma la vita è la vita.

“Credo di capire. Sei un fanciullino. Vuoi la luna per bere in essa come in una coppa d’oro; e così è molto probabile che tu divenga un grand’uomo...se saprai restare un fanciullino. Tutti i grandi del mondo sono stati fanciullini che volevano la luna; correvano, s’arrampicavano, e talvolta riuscivano ad acchiappare una lucciola. Ma se si diventa grandi e ci si fa una mente da uomo, questa mente non può non vedere che la luna è irraggiungibile... e così non si prende neppure la lucciola.”

“Ma voi non avete mai voluto la luna?” chiese Henry con voce sommessa, come per non turbare la pace della stanza.

“L’ho voluta. Più di qualunque cosa, l’ho desiderata. Ho allungato la mano verso di essa e poi… poi sono diventato uomo e così mi sono rovinato. Ma c’è un dono nella rovina; la gente sa che un uomo è fallito, e gli si mostra dolente e gentile. Quell’uomo ha tutto il mondo dalla sua; un ponte che lo tiene in contatto con la sua gente; la veste della mediocrità. Ma colui che ripara una lucciola nel cavo della mano, una lucciola presa mentre egli tendeva il braccio verso la luna, è doppiamente solo; può rendersi conto soltanto del suo pieno fallimento, può constatare la propria meschinità, le proprie paure, le proprie evasioni.

Tu giungerai alla grandezza, e può darsi che un giorno ti senta solo nella tua grandezza, senza amici in nessun luogo, ma solo fra coloro che ti rispettano, o ti temono o ti tengono in sacro terrore. Io ti compiango, ragazzo dai limpidi occhi dritti che guardano lontano, colmi di desiderio. Ti compiango e...Madre Celeste, come t’invidio!”

Il brano riportato qui sopra dice tutto, altro non v'è da aggiungere.

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