Per un dato problema, ci sono diverse strade da percorrere per arrivare a una soluzione.
Prendete una ragazza, perfetta e dalla vita semplice, che scompare nel nulla, nella nebbia.
Prendete un paesino di montagna sperduto, chiuso nella sua valle, desolante, dove tutti si conoscono.
Mettete a capo delle indagini un investigatore noto, che no, non usa le prove e gli indizi a disposizione, no, non usa nemmeno il suo intuito per arrivare a una soluzione: usa gli altri. In particolare, usa i media, la TV come i giornalisti, mescola le carte, gioca sporco, aspetta e osserva.
Come un gatto.
Per ogni storia, poi, deve esserci un cattivo.
Lo dice il professor Martini, lo dice la Storia stessa. Sono i cattivi ad avere fascino, a mettere benzina sul fuoco.
Martini finirà per essere suo malgrado il cattivo di questa storia, l'uomo su cui puntare i riflettori e le dita accusatrici, l'uomo da osservare, da mettere sotto esame.
Come un topo.
In questa caccia, tra gatti e topi, tra corvi - noi, pubblico affamato - che stanno sui rami a gracchiare, ci si dimentica facilmente di lei, di Anna Lou, che manca da casa da settimane, ormai.
È un noir di quelli tesi, La ragazza nella nebbia, è un giallo ben costruito, come forse - su grande schermo - non capitava da un po'. Sul piccolo, invece, sempre più spesso omicidi e sparizioni danno vita a prodotti in cui più che la storia, contano i suoi personaggi, i suoi investigatori.
Non qui, però.
Merito di un regista che è prima di tutto uno scrittore, un Donato Carrisi che conosce la storia che sta manipolando - è la sua - ma sa a sorpresa muoversi senza sbavature dietro la macchina da presa, inquadrando per bene quella valle, quella montagna, la sua gente, e gestendo bene due attori come Toni Servillo e Alessio Boni che si fondono con i loro personaggi. Tanto cinico ed egocentrico il primo, tanto fascinoso e filosofico il secondo.
Ma per una volta, gli aspetti tecnici - compresa una fotografia che dalla prima immagine riempie, e una colonna sonora niente male - passano in secondo piano rispetto ad una storia che acchiappa fin da subito, che fa sospettare di chiunque, che prende e porta dove vuole.
Pure indietro negli anni, pure in altri livelli, di storia nella storia, pure in una setta religiosa e in studi televisivi di quart'ordine e infine - o meglio, all'inizio - da uno psicologo pescatore.
Non solo il cattivo di questo racconto gli dà un senso, ma ovviamente anche chi gli dà la caccia, sorprendendo con colpi di scena, con analisi spietate, con frasi ad effetto che funzionano, su carta come su grande schermo.
La ragazza nella nebbia è così un film pieno di fascino, che si beve tutto d'un fiato, che si legge scena dopo scena, come un libro ben costruito.