Bastano poco più di un'ora e venti minuti a James De Monaco per mettere in scena gli istinti più bassi e primordiali del popolo americano, una stirpe bastarda (nel senso di melting pot) che ha costruito una nazione e un impero economico/politico soverchiante sulla violenza e sul sopruso (inutile nascondersi dietro un dito) e che ancor oggi su quegli assunti scatena miserie sia all'interno che all'esterno del proprio territorio. De Monaco, anche sceneggiatore, offre agli spettatori la soluzione a tanta barbarie sul classico piatto d'argento.
Futuro prossimo. La società americana, governata da dei fantomatici "Nuovi Padri Fondatori", ha trovato la soluzione per arginare povertà, violenza e crisi economica. Una volta l'anno si celebra la notte dello Sfogo, un periodo in cui dalla tarda serata fino all'alba successiva tutto è concesso: omicidi, torture, pestaggi con solo un paio di limitazioni; ovviamente rimangono intoccabili gli alti funzionari del Governo (quei fottuti bastardi la fanno sempre franca) e sono vietate le armi non convenzionali, insomma una regola tipo niente bazooka, carri armati, e cose che potrebbero fare danni troppo esagerati. Uccidere sì, ma con moderazione, siamo pur sempre un popolo nobile! Tutto ciò allo scopo di far sfogare gli istinti violenti dei cittadini in un sol giorno così da avere davanti un anno intero idilliaco e produttivo, scevro da violenza e brutture. In realtà la nottata in questione ha più lo scopo di eliminare i poveri, i rami secchi della società che non hanno i soldi per armarsi o procurarsi adeguati sistemi di difesa e quindi condannati in maniera quasi certa a perire. In questo scenario seguiamo la notte dello sfogo della famiglia Sandin, un nucleo alto borghese che vive in un quartiere di lusso e il cui capofamiglia James (Ethan Hawke) è il maggior piazzista di impianti domestici di sicurezza che rendono le case inespugnabili proprio in vista dell'annuale ricorrenza. La famiglia è di indole mite, crede nell'utilità dello sfogo ma non vi partecipa, considerando l'omicidio (almeno per ora) lontano dal loro modo di essere. Il più turbato dagli eventi in procinto di ripetersi ancora una volta è il giovane Charlie (Max Burkholder), mentre la madre Mary (Lena Headey) accetta con riserva la barbarie e l'adolescente Zoey (Adelaide Kane) è più interessata al suo ragazzo Henry (Tony Holler) che agli avvenimenti futuri. Quando arriva il momento dello sfogo i Sandlin si barricano in casa, accendo i televisori e si preparano a una nottata tranquilla in attesa di riprendere la loro vita normale il giorno successivo, ma le cose non andranno esattamente lisce.
L'introduzione a questo "nuovo ordine" DeMonaco ce lo mostra in poche sequenze iniziali con una rapida carrellata di video che arrivano dalla televisione, dalle videocamere di sorveglianza e da device vari che ci fanno vedere le passate edizioni dello sfogo e le sue più brutali manifestazioni (riprese da una certa distanza, nulla di realmente disturbante se non nei concetti). Viene alla mente in maniera naturale il parallelo sociologico se non proprio antropologico con l'odierna società americana (e non solo) ancora ingabbiata da fenomeni di razzismo, disparità di classe sociale, sacche di povertà e violenza incontrollata. Come purtroppo sempre e da sempre accade, il povero paga a discapito dei ricchi, vero strato negativo, piaga inestirpabile che appesta e ammorba la società basata sul capitale. La riflessione sulla lotta di classe si accompagna a quella sulla brutalità insita nell'animo umano non mancando di sottolineare come, ancora una volta tra la borghesia convinta anche di ben pensare, sia un'ipocrisia inarginata a farla da padrone (ah, quanto ho parteggiato per quel povero nero...).
Film politico quindi? In realtà no, o almeno non proprio. Quelli sopra elencati sono tutti validissimi spunti inseriti in un film che è fatto al 90% di tensione, un thriller claustrofobico ambientato nella casa dei Sandin, massacro in interno che impedisce la visione ampia del racconto in quanto non ci è dato sapere cosa accade realmente nel mondo durante la notte dello sfogo, e i Sandlin non necessariamente sono la parte per il tutto. La notte del giudizio è sostanzialmente un thriller che gioca con l'azione e con la suspense, così come DeMonaco gioca con le inquadrature, a partire da quelle del piccolo robottino con visore notturno costruito dal piccolo Charlie. Il succo è poi questo: chi rimarrà in piedi a fine nottata? La tensione è dosata ottimamente anche in virtù di una durata veramente esigua del film, nel cast spicca quella che era uno dei volti migliori de Il trono di spade, la bastardissima Cercei Lannister interpretata da Lena Headey, qui personaggio decisamente più positivo.
La notte del giudizio è un film divertente che sottolinea l'ipocrisia di una società che non ha nessuna intenzione di rinunciare a nulla per risolvere i propri problemi, in un ripetersi ciclico di abusi e soprusi.