Queste le parole della band sull’album: “Quando abbiamo iniziato a scrivere questo disco la sensazione predominante è stata quella di avere tanti, forse troppi input dall’esterno: messaggi, discorsi da adulti, telegiornali, aspettative degli altri, paure.
Eravamo curiosi di scoprire che cosa avessimo dentro, lasciando uscire quello che avevamo raccolto dal nostro periodo postadolescenziale, senza decidere consapevolmente il tema della canzone. Probabilmente quello che abbiamo creato manifesta in parte un’insofferenza generata dallo scontro col mondo di oggi, con le persone, con i nostri bisogni.
La musica è stata il primo elemento a palesarsi nel processo creativo, uscendo dall’anonimato: nessuna canzone di questo disco è nata da un testo scritto prima per intero senza note o frammenti musicali a cui appigliarsi. Le note hanno ispirato le parole, e non viceversa. Questo ha reso tutto il percorso più bello e misterioso, anche se non sono mancati episodi in cui l’attaccamento alle canzoni ci ha fatto perdere tempo ed energie.”
La giovane band livornese è prodotta artisticamente da Daniele Catalucci, mente del progetto funk Duncan Tucano e bassista dei Virginiana Miller. Queste le sue parole riguardo il progetto BONSAI BONSAI:
“Essere una band giovane e fresca senza per questo risultare acerbi può risultare un’impresa, eppure producendoli ho colto proprio questa peculiarità. Le frequenze si spostano facilmente dalle pure e ruvide corde di un’acustica o di un piano (Casa di specchi, Crush, Niente) alle basse profonde e quasi techno (Cosa sei, La nostra bella età). Le parole italiane sono dirette e semplici che sembrano estrapolate da un dialogo intimo, senza per questo mancare di efficacia e profondità.
Il tutto senza perdere il minimo contatto con la loro natura più sporca e di palco, da distorsori, ampli, basso plettrato e batterie ostinate, (Sogno Lucido o il brano Mondo ne sono un esempio), aspetti che mi hanno sempre fatto pensare agli Strokes, i Parquet Courts, al brit pop o ai Fontaines D.C, fase in cui li ho conosciuti e prodotti anni fa nel loro esordio, ancora in lingua inglese. Questo insieme di aspetti contrastanti che si prendono a braccetto accade perché, vedendoli all’opera nella scrittura, riescono a creare musica in una maniera più classica, beatlesiana, per citare uno dei loro più grandi amori, ma anche computeristica e digitale, sfociando piacevolmente negli altrettanto amati Air.
“La nostra bella età”, questo il loro esordio discografico in italiano targato NOS records, è anche tutto questo, almeno per me. Nascondono altro, di fresco e accogliente, non totalmente mio, che proprio per questo sono stato attento, nell'importanza del mio ruolo e nella minima differenza generazionale che ci distanzia, a lasciare lì, come ulteriore strumento comunicativo e freccia nell’arco di Cupido”.
Cresciuti a Livorno suonando insieme, nel 2018 pubblicano il primo EP Bonsai Bonsai in inglese,che portano in tour in Italia per i due anni successivi. Dopo averlo presentato in anteprima a Berlino (Badehaus, Mauerpark), i Bonsai Bonsai condividono il palco con artisti italiani affermati come La Rappresentante di Lista, Fast Animals and Slow Kids, The Zen Circus, Colombre e altri, suonando in club e festival di rilievo.
La nascita delle nuove canzoni durante il tour insieme alle nuove scoperte musicali spinge la band ad immergersi totalmente nella scrittura del primo LP in italiano, La nostra bella età, prodotto con Daniele Catalucci (produzione artistica) e Ivan Antonio Rossi (recording, mix e mastering) e registrato nell’estate 2023 tra il Sam Recording Studio di Lari, l’8brr.rec Studio di Milano e il Banana Studio.
Tracklist
01 - Con calma
02 - Sogno lucido
03 - Casa di specchi
04 - Rumù
05 - Niente
06 - Mondo
07 - Crush
08 - Cosa sei
09 - Noi
10 - La nostra bella età
I BONSAI BONSAI SONO:
Alberto Fiorentini: voce e chitarra
Federico Bacci: chitarra e cori
Francesco Buoncristiani: tastiere e cori
Pietro Rum: basso
Federico Minelli: batteria