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MAKING MOVIESAL CINEMA
La donna elettrica
Benedikt Erlingsson
2018  (Teodora Film)
AZIONE THRILLER
all MAKING MOVIES
13/05/2020
Benedikt Erlingsson
La donna elettrica
Islanda, terra dal paesaggio surreale e onirico, caratteristiche che per alcuni versi decide di assecondare anche il regista Erlingsson raccontando la sua storia, una terra ancora in larga parte verde, incontaminata, pura.

In questo contesto si muove Halla (Halldóra Geirharðsdóttir), una donna di mezza età mite e gentile, direttrice di un coro e insegnante di musica, una donna che nel tempo libero si trasforma in un'ecoterrorista che sta creando parecchi grattacapi alle industrie siderurgiche della zona, ree di inquinare la sua terra. Halla, armata di guanti, cavi, arco e frecce, è una sabotatrice: interrompendo in modo sistematico le linee elettriche che permettono alle grandi multinazionali di portare avanti la produzione, blocca a ripetizione il lavoro di questa attività estremamente inquinante. Nessuno conosce nei dettagli la sua seconda attività, ci sono giusto Sveinbjörn (Jóhann Sigurðarson), una sorta di collegamento con qualcosa di non ben definito e l'allevatore Baldvin (Jörundur Ragnarsson), un omone buono che decide di dare una mano ad Halla per evitarle di incappare nelle maglie della giustizia. Completamente all'oscuro dell'attività particolare di Halla è la sorella gemella Ása (sempre la Geirharðsdóttir), una specie di hippy che sta pensando di rinchiudersi in un tempio di meditazione in India. Poi un bel giorno nella vita di Halla irrompe una notizia che cambierà un poco le sue prospettive, qualcosa per cui vale la pena ponderare alcune scelte in modo da trovare la giusta soluzione, ma per Halla la resa e l'abbandono non sono strategie percorribili.

È un film atipico e originale quello di Erlingsson che si muove in assenza di un registro ben definito, La donna elettrica infatti non è un serioso film di denuncia ma non è nemmeno una commedia, non è un film action ma presenta un paio di scene più tese che hanno però un qualcosa di grottesco, ne esce un amalgama vario ma che mantiene un buon equilibrio e che fa risultare la visione del film più che piacevole. Le imprese di Halla, così come alcuni momenti del suo privato, sono ottimamente scanditi dalle musiche di Davíð Þór Jónsson che nel film vengono eseguite da un trio di musici che è presenza costante sullo schermo ma completamente avulsa dalla narrazione, uno sfondo capace di donare un tocco grottesco all'intera vicenda, tono acuito dal personaggio di Juan Camillo (Juan Camillo Estrada), un turista di origine latina che si trova sempre nel posto sbagliato al momento sbagliato e viene più e più volte sospettato di essere l'autore degli atti sovversivi di Halla. Ma la vera protagonista è lei, una donna comune, non più giovanissima e che riempie la storia in maniera naturale, concedendo alla camera anche la nudità del suo corpo, una donna che ha semplicemente deciso di agire, di fare qualcosa in un contesto in cui ormai tutti sanno che le parole non bastano, non vengono ascoltate da chi decide, in cui le verità non interessano a nessuno, tutto ciò che rimane da sabotare sono gli interessi economici, Halla questo peso lo porta tutto sulle spalle da sola (o quasi), nelle sue incursioni non ha aiuti, forse l'unica a darle una mano è proprio la terra, metafora di un sodalizio tutto femminile (come quello con la sorella, come la sorpresa che arriva a un certo punto della trama), che le fornisce riparo nei momenti più opportuni e che offre il camuffamento giusto quando tutto sembra essere irrimediabilmente compromesso.

La donna elettrica è una donna sola contro forze superiori, che la braccano con droni, elicotteri, forze di polizia, mentre lei può contare su un allevatore con un carro di bestiame, un'auto celeste che non passa inosservata e sistemi di occultamento che probabilmente ha appreso da qualche film alla televisione. Film ecologista, femminista, che ci mostra ciò di cui tutti discutiamo più o meno a vuoto, senza mai agire. Probabilmente per chi è comodamente posizionato, è molto più facile vedere la figura di Halla come quella di una terrorista che non come quella di piccola eroina, cosa che in realtà effettivamente è.


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