“Palermo mi sembrò una città al contempo splendida e decadente, il cui aspetto un po’ in rovina mi affascinò moltissimo. Ebbi l’impressione di una città molto diversa dalle altre città italiane, con una sua identità molto particolare e una bellezza tutta sua.”
Daniel Pennac
I primi giorni di luglio ho avuto il piacere di trascorrere qualche giorno a Palermo. La città mi ha accolta con una meravigliosa arancina alla carne – mangiata al volo, con il sedere appena poggiato su uno sgabello di quelli alti – e con una birra ghiacciata. Uno di quei momenti che, per la sua semplicità e piacevolezza, sta lì apposta per ricordarti che la vita è bella proprio perché è capace di regalare gioie così piccole e grandi allo stesso tempo.
Palermo non ha perso tempo, e ha mostrato fin da subito di che pasta è fatta, con i suoi edifici maestosi e contaminati e con un ventaglio infinito di tradizioni ben radicate, che ti ricordano ogni momento dove sei…
Calda, anche se nei giorni in cui sono stata lì molto meno di quanto mi aspettassi, assolata, colorata e accogliente. Una città bellissima, pittoresca, che sa regalare scorci unici. L’unico neo? Palermo, purtroppo, è molto sporca. Strade che necessitano di essere lavate e tanta, troppa immondizia abbandonata ovunque, e non si tratta del “regalo” di turisti incivili, o perlomeno, non solo. Un vero peccato, perché una città così, meriterebbe più cure, amore, rispetto e attenzione, soprattutto da parte di chi la abita tutti i giorni.
Visto che sono una persona molto curiosa e particolarmente attenta al rispetto dell’ambiente, mi sono ritrovata a fare qualche domanda in giro. Ho chiesto a tassisti, camerieri, gente incrociata per strada e anche a Giorgio, che da 30 anni è il portinaio di un meraviglioso palazzo storico in Via Maqueda. Non un palazzo qualunque, ma uno dei più antichi e belli della città (che meriterebbe un restauro ad hoc), spesso utilizzato per girarci spot e sequenze di film.
Sinceramente, nessuno degli “intervistati” mi ha fornito la stessa risposta. Per alcuni, quell’immondizia dipendeva da un’emergenza del momento; per altri, invece, la città non era affatto sporca, anzi, ora, tutto sommato era pulita; e per altri ancora, la situazione si è ormai incancrenita e va avanti praticamente da sempre, sia per incuria degli abitanti, ormai rassegnati, che per una incapacità gestionale degli amministratori locali.
Ma tralasciando questo dettaglio, Palermo è una città da vivere fino in fondo, in cui non si può fare a meno di lasciarsi coinvolgere dal suo spirito creativo e vitale e da tutto ciò che può offrire, non solo per il nutrimento dello stomaco, ma anche per quello degli occhi e dell’anima.
Gente calda e accogliente, colori, etnie diverse tra loro, ma perfettamente integrate e un pot-pourri di scene di vita quotidiana che mi sono divertita ad immortalare senza posa, anche la sera in cui l’Italia ha battuto la Spagna, portandoci direttamente in finale contro l’Inghilterra.
A Palermo non manca davvero nulla… È uno di quei posti in cui ci si può concedere una vacanza completa, fatta di mare, cultura e svago. Una sola raccomandazione: il sole della Sicilia scotta e può far male. Pertanto, proteggetevi! Io mi sono un tantino ustionata nonostante l’uso costante e frequente di un solare con protezione 50. Però, c’è da dire che mi sono sentita in buona compagnia, perché di gente paonazza, in giro per la città, ce n’era davvero tanta e quando ci si incrociava, quasi in un gesto di solidarietà, non si poteva fare a meno di lanciarsi un’occhiata e farsi un leggero cenno con il capo, quasi a dire: “Ah! Ti sei fatto fregare anche tu, eh?!”
In sintesi, a Palermo ho mangiato e assaggiato tutto quello che mi andava, ho bevuto poco, fatta eccezione per la birra, che scendeva sempre molto bene. I vini, per il mio palato, sono un po’ troppo intensi e complessi. La prima sera, senza averne alcuna intenzione, ho fatto impazzire la sommelier del ristorante, perché non si rassegnava all’idea di farmi cenare senza vino. Me ne avrà fatti provare almeno dieci diversi, e non sto esagerando. Ho corso il rischio di ubriacarmi di “assaggini”. Alla fine, mi è così dispiaciuto, che per evitare di deluderla per l’ennesima volta, mi sono fatta portare un calice dell’ultimo vino che mi aveva proposto, nonostante non mi piacesse affatto. In quel momento ho capito che i Palermitani non solo hanno un cuore grande, ma che per loro, far star bene i propri ospiti è quasi un dovere.
Ho camminato tantissimo, mi sono ustionata, ho esultato per la nostra nazionale, ho scattato centinaia di foto e mi sono goduta ogni singolo istante.
Sono consapevole di non essere riuscita a vedere tantissime cose, come ad esempio la Catacomba dei Cappuccini (che era chiusa) ma del resto, potrebbe essere il pretesto giusto per ritornarci ancora, no?
Dopo tante parole, vi lascio qualcuno dei miei scatti… D’altro canto, le fotografie sono il modo migliore che conosco per farvi vedere Palermo attraverso i miei occhi, con tutto ciò che mi ha trasmesso e donato.
I mercati di Palermo: la Vucciria, Ballarò, il Capo
Il brulicare della vita quotidiana tra i colori e i profumi delle bancarelle di questi mercati, ti rapisce gli occhi. Ritmi lenti, sorrisi, inviti… tutto sembra un po’ una festa. Potete fare la spesa o mangiare qualcosa al volo in una delle tante bancarelle. Panelle e birra ghiacciata sono spettacolari. In uno dei ristoranti in cui sono stata, me le hanno servite come “benvenuto” insieme a un cicchetto di Marsala. Devo ammettere che l’abbinamento mi è piaciuto tantissimo.
Il mare: L’Isola delle Femmine e San Vito lo Capo
Mare cristallino, sole che brucia sulla pelle e un paesaggio che ti incanta. Nel lido dell’Isola delle Femmine mi sono sentita un po’ come sul set del film “Sapore di Mare”, ve lo ricordate? Il mood della spiaggia era molto “Forte dei Marmi”, con quelle cabine color cielo vissute dai loro proprietari come fossero delle piccole casette. All’ora di pranzo, poi, tutti a metter tavola sotto il patio improvvisato, tra ombrelloni che si accavallavano l’uno sull’altro e ogni ben di Dio da mangiare…
Il mare di San Vito lo Capo è spettacolare, dista un po’ da Palermo, ma ne vale la pena. Unico neo è che i lidi non sono grandissimi, pertanto, arrivare tardi significa trovare posto in ultima fila, così come è successo a me, e non è sicuramente l’ideale, perché se la giornata è particolarmente calda, l’aria circola a stento. Le docce, poi, sono a gettoni. Fate scorte di monetine.
Angoli e volti di Palermo
Dolci, speziati, contaminati e colorati, esattamente come la sua cucina, è così che sono gli angoli e i volti di Palermo. Dietro ogni angolo, in ogni singola strada, su ogni volto che ho avuto il piacere di incrociare, ci sono tantissime storie. Alcune me le sono fatte raccontare, altre le ho costruite nella mia mente, per come mi piaceva immaginarle. Storie di fatica, povertà, riscatto, ricchezza, solitudine, gioia, rassegnazione e vitalità. Palermo non è semplicemente una città, ma un tesoro a cielo aperto, in cui passato e presente convivono tenendosi per mano, in un girotondo continuo. Ora posso dirlo… Palermo è uno di quei luoghi che ti lascia dentro una certa malinconia quando riparti. L’ho capito dopo, una volta a casa, mentre riguardavo tutti i miei scatti. Palermo è la città di Falcone e Borsellino e non c’è altro da aggiungere.
6 luglio 2021: Italia 4 – Spagna 2
Quella sera, mi sono ritrovata a guardare la partita in un posto che MAI e dico MAI avrei scelto nella vita, con la mia famiglia e un gruppo nutrito di perfetti sconosciuti, con cui ho sofferto, esultato e gioito. Il sapore di certe emozioni è così intenso che ti resta addosso per sempre.
Subito dopo la partita, l’entusiasmo di Palermo per la vittoria dell’Italia sulla Spagna è esploso e io, me ne sono stata in un angolino di Piazza Politeama a guardare e fotografare tutto quello che mi accadeva attorno e ho respirato GIOIA, ma soprattutto NORMALITA’. Il momento che mi ha emozionata di più? Lo troverete in questa foto.
Dove dormire e mangiare
Per quanto riguarda la scelta di qualche posticino in cui andare a mangiare, vi do solo un consiglio: non perdete tempo a consultare Trip Advisor o simili. Vivetevi la città, guardatevi attorno e scegliete seguendo il vostro istinto. Però, per il solo piacere di farlo, ci tengo a segnalarvi alcuni ristoranti che ho gradito particolarmente. Piatti della cucina tradizionale Siciliana con quel tocco di innovazione che, a mio avviso, ci sta sempre bene:
Hotel Politeama, un hotel elegante e moderno in pieno centro, il luogo ideale per visitare a piedi tutta la città. La mia camera, al sesto piano, era ampia, luminosa e con una vista spettacolare proprio sul teatro. Accoglienza impeccabile. Personale sempre gentile e disponibile.
Taverna dei Canti, in Via Maqueada 229
Buatta Cucina Popolana Palermo, in Via Vittorio Emanuele, 176
Osteria Ballarò, un luogo incantevole, in Via Calascibetta, 25
Cosa Visitare
Teatro Politeama
Teatro Massimo
Via Maqueda
La Vucciria
Il Mercato del Capo
Mercato e quartiere di Ballarò
I Quattro Canti e la Cattedrale Arabo-Normanna
Piazza Pretoria
La Catacomba dei Cappuccini
L’Orto Botanico
Il centro storico