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SPEAKER'S CORNERA RUOTA LIBERA
19/07/2024
Live Report
King Hannah, 18/07/2024, Mojotic Festival, Genova
I King Hannah dal vivo sono sempre una certezza e anche al Mojotic Festival di Genova regalano meraviglie, assieme all'apertura della brava Charlie Risso. Il controllo e l’espressività raggiunte dalla voce di Hannah sono davvero magistrali, l’intesa ormai raggiunta tra tutti i membri perfetta. Che dire se non che, appena finito, non si vede l'ora di partecipare ad un nuovo live?

Tornano finalmente nel nostro paese i King Hannah, per le prime date europee a supporto dell’ultimo Big Swimmer. Per la verità abbiamo giocato sul filo del rasoio, perché poche settimane prima Hannah Merrick è finita in ospedale per una forma virale di meningite ed il gruppo è stato costretto ad annullare le date americane previste ad inizio luglio. Per fortuna non si è trattato di una cosa grave: il tour è ripreso come da copione e Hannah, a vederla sul palco, pare essersi rimessa del tutto.

Nel nostro paese le serate sono ben quattro (Bologna, Genova, Rapolano Terme in provincia di Siena e Milano), a testimonianza di un rapporto di grande affetto, cresciuto quasi immediatamente, visto che già il disco precedente era stato portato in giro parecchio dalle nostre parti.

 

A Genova la location prescelta è l’Arena delle Feste all’inizio del complesso del Porto Antico, nella funzionale tensostruttura che prima del Covid ospitava il Balena Festival. Siamo nell’ambito del Mojotic, la popolare rassegna ligure che di solito si tiene a Sestri Levante ma che quest’anno si è divisa alcuni concerti col capoluogo (qualche giorno prima, da qui sono passati i Royel Otis).

Quando arrivo sul posto scopro che gli organizzatori hanno previsto le sedie, una decisione francamente inspiegabile che, per come la vedo io, ha penalizzato un po’ la fruizione: vero che le atmosfere dei King Hannah possono essere godute anche da seduti e che alla fine non è andata affatto male, ma a mio parere questo tipo di allestimento ha reso il tutto più dispersivo, costringendo gli spettatori ad una maggiore distanza dal palco.

 

Poco dopo le 21 sale sul palco Charlie Risso, cantautrice genovese con un piede a Londra, bilingue ed autrice di una proposta dal forte sapore internazionale (in carriera ha collaborato anche con Hugo Race e H.E.R.). Accompagnata dal chitarrista Robin Manzini, e lei stessa alla chitarra acustica, propone un set di rara profondità e di grande fascino, all’insegna di un Folk etereo e spesso oscuro, con non pochi rimandi alla scrittura di Angelo Badalamenti.

I brani ci sono, le melodie efficaci e distintive e non perdono di densità neppure con questi arrangiamenti per forza di cose basilari; la performance è intensa e mette in mostra un’artista dotata di grande personalità. Recuperate l’ultimo album Alive (il suo terzo) perché ne vale la pena.

 

I King Hannah inaugurano il loro set con “Somewhere Near El Paso” e non potrebbe esserci scelta migliore: il nuovo disco è nato quasi tutto a partire dal loro primo tour negli Stati Uniti, e i luoghi anonimi e a tratti inquietanti delle desolate periferie che hanno attraversato dominano a più riprese queste canzoni. Qui in particolare, l’arrivo in notturna nella città texana, un distributore automatico in uno spiazzo desolato, che pare uscito da un film di Winding Refn, viene perfettamente evocato anche qui, che siamo in riva al mare, in una località viva e zeppa di turisti.

Il controllo e l’espressività raggiunte dalla voce di Hannah sono davvero magistrali, la versione del brano è da brividi, con un contrasto perfetto tra la prima parte, scarna e spettrale, e la seconda dove Craig Whittle sale in cattedra e tra reiterazioni ossessive degli stessi accordi e sfuriate elettriche degne dei migliori Crazy Horse, mette nuovamente in chiaro di essere uno dei chitarristi più promettenti della sua generazione.

 

È interessante anche notare l’intesa ormai raggiunta con gli altri due membri: Jake Lipiec alla batteria e Conor O’Shea al basso (che per la prima volta ha suonato su un loro disco) non sono mai stati dei semplici session ma ormai è evidente che i King Hannah siano una vera e propria band, affiatati ed amalgamati quanto basta. Sarà forse anche per questo che la scaletta di questa sera risulta costruita su Big Swimmer, primo disco registrato e portato in tour da questa stessa line up.

Le atmosfere fumose e rarefatte di queste canzoni vengono rese magnificamente, in particolare una “The Mattress” che sembra galleggiare nell’aria, ad imitazione del materasso descritto nel testo; oppure “Suddenly, Your Hand”, tanto delicata e romantica nella prima parte, quanto satura ed esplosiva nella seconda, un altro di quei momenti magistrali regalatici dalla chitarra di Craig Whittle.

E ancora, “New York, Let’s Do Nothing”, che per quanto facciano ironicamente notare che si tratta del loro unico pezzo un po’ veloce (in realtà ci sarebbe anche “Davey Says” ma non l’hanno suonata) è carica di un’indolenza così smaccata da parere quasi ironica. Ed è poi impossibile non menzionare “John Prine on the Radio”, dall’arrangiamento leggermente modificato, che perde il carattere Folk e Country che aveva nella versione in studio, per avvicinarsi al mood crepuscolare degli altri brani.

 

Del vecchio repertorio non c’è molto, solo una convincente “Go-Kart Kid (Hell No!)” ed una come sempre magnifica “Crème Brûlée”, il brano che li ha rivelati al mondo, e che rimane anche oggi uno degli esempi più riusciti di un songwriting capace di sintetizzare in maniera brillante le influenze più disparate.

È anche, purtroppo, l’ultimo pezzo, decisione presa probabilmente per non affaticare troppo l’appena recuperata Hannah, complice anche un caldo decisamente importante (che per loro che vengono da Liverpool dev’essere stato ancora più duro da sopportare).

Per fortuna ci sono comunque i bis: “Big Swimmer” è meravigliosamente evocativa, ancora una volta con una prova vocale maiuscola, mentre le melodie coinvolgenti di “It’s Me and You, Kid” costituiscono il modo migliore per congedarsi dalla serata.

Durata ridotta a parte, i King Hannah hanno messo in piedi ancora una volta un gran concerto, evidenziando un salto qualitativo non da poco rispetto all’ultima volta, e confermandosi come una delle band più interessanti di questi ultimi anni. Non vediamo già l’ora di rivederli.