È una serie strana Kidding.
A metà fra la commedia più assurda e il dramma più intenso.
È un personaggio strano Jeff Pickles.
Amato da tutti (adulti e bambini) come la baby sitter d'America assieme ai suoi pupazzi, ma in forte depressione dopo la morte del figlio.
È una famiglia strana la sua.
Unita nel lavoro (Mr. Pickles' Puppet Time è a tutti gli effetti un'azienda familiare) quanto distante nell'affrontare tragedie che sì, egoisticamente potrebbero mandare l'intero programma a rotoli.
È un attore strano Jim Carrey.
Pure lui capace di essere comicamente esilarante, maschera di gomma com'è, quanto capace di esprimere il dolore, la depressione ai massimi termini.
È un regista strano Michel Gondry.
Che gioca con gli oggetti, crea strani mondi, strani personaggi, e ce ne fa innamorare.
Insieme avevano già dato vita a quel capolavoro che è Se mi lasci ti cancello, ora tornano a collaborare e lo fanno al loro meglio.
Kidding è infatti una strana serie TV su uno strano personaggio.
Come se si raccontasse la vita vera di Tonio Cartonio, si entrasse nel mondo della Melevisione, mostrando retroscena da bollino rosso, crisi di identità e di vita difficili da gestire.
Jeff Pickles è un eroe per tutti, capace di far tornare il sorriso a bambini ricoverati, di far uscire dal tunnel della droga e della prostituzione una giovane tossica, e di curare i malati terminali.
L'altro lato della medaglia è un matrimonio che finisce a catafascio con la morte di un figlio, con l'altro figlio (gemello) sopravvissuto che finisce nella cattiva strada.
Il punto di non ritorno è vicino, soprattutto se si ritrova l'amore in una malata di cancro a cui restano 6 settimane di vita.
Jeff Pickles cerca di fare fronte a tutto questo parlando nel suo programma di morte, di resistenza, dei mali del mondo, preparando quei figli che si ritrova ad avere sparsi per l'America al peggio, senza più indorare la pillola. Ovvio che il padre-padrone e la sorella egoista (alle prese con un altro matrimonio in crisi, per omosessualità non dichiarata) abbiano da ridere.
Breve e pungente (10 episodi da appena 30 minuti), Kidding ingrana piano, ma messa la giusta marcia si fa adorare.
Sospesi in uno strano mondo, con strani personaggi, con strane famiglie, ci si innamora di pupazzi, di situazioni assurde, di lezioni di vita.
E ci si commuove pure, nel finale pieno di magia e romanticismo che è in The Cookie (1x06) o nel lungo flashback che è Philliam (1x08).
E si resta a bocca aperta poi, per un finale che non ti aspetti, che chissà dove porterà.
Tutto quindi funziona, sospesi tra dramma e commedia.
Jim Carrey è il solito sorprendente protagonista che mancava da un po', qui probabilmente al suo meglio dentro al personaggio e capace di lasciare spazio a tutti gli altri Pickles, in una storia corale dalle mille sfumature.
Le inventive alla regia non mancano, le canzoncine da imparare a memoria nemmeno e così delle strane avventure a Pickle Barrel Falls non si vorrebbe più fare a meno.