“A volte bisogna passare attraverso il proprio inverno per risvegliarsi ad un’autentica consapevolezza, quella di accettarsi così come si è, in tutti i propri aspetti, senza la paura del giudizio.”
Sono parole di Simona Veresani. Parole che da tempo, prima di conoscerla, inseguivo a prescindere e che ho misurato con molta cura in questi ultimi mesi, forse una manciata di anni, forse senza saperlo anche qualcosa di più. Poi è giunto tra le mani questo romanzo edito da Il Viandante che reca il titolo “Kelly Bloom”… e il cerchio in qualche modo torna a chiudersi. Torna a chiudersi perché non ho mai creduto che un cerchio abbia una ed una sola chiusura. La centratura è qualcosa che puzza di cliché e di facili retoriche. Questo romanzo è scomodo e non è certo nella soluzione pop omologata che si trova la verità della vita di ognuno di noi. Forse quella pop è una soluzione commerciale e facilmente commerciabile, forse funziona come funzionano bene le mode per il comun pensare, forse è quella soluzione buona per compiacere il pubblico pagante che vede la televisione.
Questo romanzo, invece, in modo leggero e senza presunzione, ci mostra il valore della scomodità.
Conoscere le proprie ombre e capirle, farne di conto come ingredienti parimenti portanti per la ricetta finale di chi siamo e di chi stiamo diventando. Senza il conto delle ombre non saremo mai completi. Ho letto in poche ore questo romanzo e tra le tante parole ne sottolineo una che mi è rimasta dentro con forza: completezza.
Appunto l’accettazione di queste ombre restituisce ad ognuno di noi una completezza che poi si rende sfacciata, diviene fascino ed erotismo, diviene realizzazione… diviene equilibrio. La lettura di “Kelly Bloom” di Simona Veresani è tutto questo e tanto altro ancora sotto le mentite spoglie di una protagonista che in qualche modo scopre se stessa, scopre l’essere una donna, si reinventa la seduzione che ha addosso e si avventura a cercare un suo personale equilibrio. Sono sensazioni forti che aveva dentro, lo sentiva… doveva partire. Ed è partita. Lei che dal rione popolare passa alle luci glitterate della metropoli, lei che trova il coraggio di assecondare la sua diversità e da quel certo stampo familiare a cui è molto legata passa alle grandi scene lavorative di ruoli e di protagonisti, di corse e di ascese… e a voi il gusto di scoprire anche tutto il contorno che ne segue. Kelly Bloom affronta le sue ombre e con esse - apparentemente - diviene “altro” e subisce la trasformazione. Ma la verità di questo romanzo non è racchiusa, secondo me, dietro la parola trasformazione. Non diventiamo “altro”. Semplicemente ci completiamo. “Kelly Bloom”, tra erotismi e seduzioni, mi restituisce la ricchezza spirituale della completezza. Eccola di nuovo questa parola che tanto mi è rimasta dentro.
La completezza.
Del sé ovviamente.
Una libro con un sottotesto deciso, talmente sottile che a non farci attenzione lo perderemmo con poco. Attenzione…
Rosso… non solo di suole che calpestano
Mi sono stati assegnati quattro colori per descrivere il mio romanzo, il rosso, il giallo, il blu e il verde.
Rosso…il colore della passione, quella che mi porto dietro da sempre: scrivere.
Kelly Bloom, è nato da un racconto di tre pagine, scritto un pomeriggio d’estate davanti ad un caffè in un bar del centro. Da adolescente mi raccontavo attraverso i diari, componevo racconti, appuntavo pensieri in libertà. Per un lungo periodo ho accantonato in un cassetto la mia vena creativa, dedicandomi ad altro: casa, famiglia, lavoro, relazioni sociali. Era come se l’ispirazione di mettere me stessa su carta si fosse congelata, cristallizzata da una serie di doveri che erano apparentemente più importanti, come se tutto intorno a me avesse la priorità sul resto. Ma quel resto ero io. Stavo negando anche a me stessa un aspetto importante della mia vita, la creatività. Ho frequentato un corso di scrittura qualche tempo fa. Ero in un periodo particolare della mia vita, avevo perso il lavoro e le ore erano troppe per occuparmi solamente della casa. Quale occasione migliore per ripartire proprio da me. In quel periodo ho prodotto tantissimo materiale. Scrivevo ogni giorno, annotavo pensieri che con il tempo prendevano la forma di racconti.
Rosso, come il colore di un paio di Laboutine dal vertiginoso tacco a spillo, simbolo dell’erotismo sentito e vissuto, anche attraverso le parole e le immagini dei miei racconti. Una sensualità carnale e simbolica, dove il non rivelato, lascia spazio all’immaginazione e alla scoperta del proibito.
Giallo…quello dell’aria di casa quando si torna da dove si stava venendo
Giallo, è il viaggio emotivo ed esistenziale di Kelly, la protagonista del romanzo. Da Inveraray, graziosa cittadina scozzese, ad Edimburgo. Dall’emporio di famiglia, al mondo cool degli avvocati e notai della capitale. L’ambizione della protagonista è quella di emanciparsi, abbandonare la vita di provincia e realizzare i propri sogni. La decisione seppur sofferta di lasciare la famiglia, un porto sicuro di affetti e certezze, per avventurarsi in un mondo nuovo, come quello delle relazioni controverse e tormentate con i suoi datori di lavoro, Edward Miller prima e il notaio Karl Schutzberg poi. Quello di Kelly è anche un viaggio dentro sé: bambina timorosa ed insicura; ragazzina che sublimava il proprio piacere in un dolce chiuso a chiave nella credenza; l’adolescente innamorata, la segretaria docile e sottomessa ed infine, Miss Bloom, dominatrice consapevole.
Blu…quello della notte che coccola le ore. Ognuno ha le sue ombre.
Blu come le ombre che offuscano la visione delle cose, che rendono fragili come cristalli pronti ad infrangersi sul pavimento. La rottura come spartiacque tra un prima e un dopo. La presa di coscienza dell’amore di sé attraverso la conoscenza dei propri desideri, quelli più intimi, spesso inconfessabili. Karl e Kelly, due differenti passati in un unico presente, due immagini diverse, riflesse nello stesso specchio.
Verde… quello dell’essere giovani dentro prima che fuori
Verde come il colore della vita che, attraverso la natura, rifiorisce a primavera vestendosi di un tripudio di colori. Bloom, in inglese è termine che indica la fioritura. A volte bisogna passare attraverso il proprio inverno per risvegliarsi ad un’autentica consapevolezza, quella di accettarsi così come si è, in tutti i propri aspetti, senza la paura del giudizio. L’altro non è solo un osservatore severo ma, a volte, è un’occasione per capire che ciò che giudichiamo dal di fuori è ciò che non accettiamo di noi stessi. La fragilità emotiva ci spaventa, ci rende insicuri, scoperti all’esterno. Ma è proprio partendo da quella condizione che siamo in grado di sbocciare in modo autentico, senza imbrogliare la nostra coscienza. Vittima o carnefice, a noi la scelta.
Erotismo ma anche introspezione. Il normale quotidiano che accomuna tutti, si mescola con l’eccezionalità di una trasgressione, di un’ombra, di qualcosa da considerare privato, da tenere nascosto. Spesso tacerlo prima di tutto a noi stessi. “Kelly Bloom” è un romanzo per confessarti o è un romanzo per aiutarci a far pace con le nostre ombre?
Kelly rappresenta milioni di donne. I loro sogni, le loro paure; le fragilità, i desideri, le pulsioni erotiche accomunano il personaggio allo scrittore. Una realtà emotiva in una trama di fantasia è l’aspetto autobiografico di Kelly Bloom.