“Ascoltami bene, Hoshino. Ogni oggetto è immerso in un movimento costante. La terra, il tempo. le idee, l’amore, la vita, la fede, la giustizia, il male, tutto possiede un’esistenza liquida e transeunte. Niente si ferma nello stesso posto e con la stessa forma in eterno. Lo stesso universo non è altro che una gigantesca ditta di spedizioni.”
È lo scrittore giapponese più famoso al mondo, i suoi romanzi sono stati tradotti in almeno 50 lingue diverse e hanno venduto milioni di copie in ogni angolo del globo, insignito di moltissimi premi; con Kafka sulla spiaggia, è stato consacrato come uno dei più grandi scrittori contemporanei.
La semplicità è l’elemento stilistico che caratterizza la scrittura di Murakami. Una scrittura pulita e lineare, così come le parole che sceglie. Il suo è un linguaggio universale, comprensibile a tutti, chiaro, ma allo stesso tempo, pieno di sottesi da interpretare e qui sta alla sensibilità del lettore riuscire ad andare oltre le parole, alla ricerca dei significati più reconditi. La potenza comunicativa di Murakami, risiede proprio nella sua capacità di parlarci del senso più profondo della vita, così come farebbe un bambino: con delicatezza, spontaneità e candore.
Nei suoi libri ci sono elementi ricorrenti, come la musica, i gatti, il cibo, la descrizione minuziosa dei personaggi, non solo nell’abbigliamento, ma anche nei gesti più “insignificanti”, quelli di cui si compone la nostra quotidianità. Descrizioni che potrebbero sembrare eccessive e inutili, ma che invece, non lo sono affatto, perché rendono perfettamente l’idea di quelle che sono le piccole manie o abitudini di ciascuno di noi. La ripetitività delle azioni che compiamo nel quotidiano, dei discorsi che facciamo o dei nostri pensieri. Tutto questo, anzi, rende i suoi romanzi estremamente veri. Veri come la vita di tutti i giorni. Quasi un elogio della normalità, fatta di piccole cose.
Una normalità, che però, nei romanzi di Murakami, viene interrotta da parentesi “fantastiche”, in cui il mondo reale si sovrappone a mondi immaginari, dove, ad esempio, troviamo gatti che parlano o sanguisughe che piovono dal cielo.
Perché nei libri di Murakami, capitano sempre cose strane e inspiegabili, in una sola parola: surreali. Ecco perché ai suoi romanzi, bisogna abbandonarsi completamente, lasciando cadere la gabbia delle nostre infrastrutture mentali; solo così, fisica e metafisica possono mescolarsi tra loro, fino a confondersi e consentirci di addentrarci in un mondo parallelo, quello creato dalla sua immaginazione, che diventa anche la nostra.
Quella di Kafka sulla spiaggia, è una storia in cui convivono più personaggi, che apparentemente non hanno nulla a che fare l’uno con l’altro.
I due personaggi principali sono Tamura, un ragazzo di soli quindici anni, maturo e scaltro come un adulto e Nakata, un vecchio, ingenuo e puro come un bambino.
Entrambi si allontanano dallo stesso quartiere di Tokyo diretti verso lo stesso luogo, Takamatsu, nel sud del Giappone.
Il ragazzo, Tamura, che sceglie Kafka come pseudonimo, sta fuggendo da suo padre, uno scultore famoso, geniale e diabolico e dalla sua profezia che ricorda tanto quella di Edipo: "ucciderai tuo padre e giacerai con tua madre e tua sorella".
Nakata, il vecchio, sta fuggendo dalla scena di un delitto efferato nel quale è stato coinvolto contro la sua volontà. Così è costretto ad abbandonare la sua casa e la sua vita, fatta di piccole e semplici abitudini.
Durante il viaggio, Nakata scopre che il suo destino è quello di svolgere un compito di fondamentale importanza, anche a prezzo della propria vita.
Attraverso percorsi paralleli e sovrapposti, Kafka e Nakata - il ragazzo e il vecchio – passo dopo passo, avanzano nelle proprie vite, schivando innumerevoli ostacoli. Danzando tra nuove scoperte e sogni ad occhi aperti, giungeranno al loro obiettivo, peraltro ignoto, compiendo, così, il loro destino.
Ciò che anima i personaggi del romanzo, in un certo senso, è l’idea che ogni essere umano, nella propria vita, abbia una missione da compiere per sé stesso, ma anche per gli altri e che nulla accade per caso, nemmeno certi incontri.
Accanto ai due personaggi principali, ne troviamo altri altrettanto importanti sia per l’intreccio della storia, che per il suo senso più profondo: Sakura, la ragazza che Kafka incontra il primo giorno della sua fuga e che in seguito, gli presterà il suo aiuto, offrendogli ospitalità; Hoshino, un giovane camionista, simpatico e pieno di vita, che si offrirà di accompagnare Nakata lungo tutto il suo viaggio; ?shima, il custode della biblioteca, androgino, colto, profondo e determinante per l’evoluzione interiore di Kafka, al punto di diventare il suo mentore e la signora Saeki, una donna estremamente misteriosa e affascinante, dall’anima infelice e tormentata.
Kafka sulla spiaggia è un romanzo visionario, profetico e ricco di spunti di riflessione, come quelli contenuti in queste parole che ?shima rivolge a Kafka: “Forse, Tamura Kafka, sono pochissimi a desiderare davvero la libertà. Pensano solo di desiderarla. È un’illusione. Se tutti ricevessero in dono la libertà, la maggior parte la vivrebbe come un problema. Cerca di tenerlo a mente: alla maggior parte degli uomini la libertà non piace affatto.”