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SPEAKER'S CORNERA RUOTA LIBERA
24/06/2022
Live Report
Joan Thiele, 18/06/2022, Circolo Magnolia
Senza troppi giri di parole, questo è oggi uno dei live migliori che si possano vedere nel nostro paese, almeno parlando di artisti dell’ultima generazione: se il livello a cui è giunto Venerus è per il momento inarrivabile, lei si assesta giusto un gradino sotto.

Il caso di Joan Thiele è emblematico del fatto che la gavetta, almeno in certi contesti, conta ancora molto e che partire dal basso, se si ha pazienza, può ancora fare la differenza.

L’artista di Desenzano, colombiana da parte di padre, ha esordito nel 2015 con una sua personale versione del brano di Drake “Hotline Bling”. Il suo disco di debutto, l’anno successivo, ha iniziato a farla conoscere attraverso recensioni positive ma la svolta vera è avvenuta solo con Operazione Oro, nel marzo 2020. Paradossalmente uscito ad inizio pandemia, e dunque con poche possibilità di essere portato in giro, questo EP da poco più di 20 minuti ha marcato da una parte il passaggio alla lingua italiana, dall’altro l’adozione, in misura molto più significativa che in passato, delle sonorità Soul ed RNB, in continuità con quello che anche nel nostro paese stava avvenendo da qualche tempo, con Trap ed It Pop sempre più affiancati da sonorità provenienti da Oltremanica.

Con la tenacia e la pazienza necessaria, le cose hanno cominciato ad ingranare. Possibile momento decisivo: giugno 2021, quando “Senza fiato”, scritta assieme a Venerus e a Mace, viene inserita nel disco di quest’ultimo e diventa una hit. Già il tour dell’estate scorsa aveva certificato un avvenuto cambio di passo; adesso, ad un anno di distanza, completata una trilogia di doppi brani spalmati su tre atti, sembra sia arrivato seriamente il momento di raccogliere quanto seminato.

 

Quella al Circolo Magnolia è una data giocata praticamente in casa, in attesa di proseguire il tour verso appuntamenti anche di una certa importanza (c’è un’apertura ad Anderson Paak a Lido di Camaiore, ad esempio). Ad essere allestito è il palco piccolo della zona esterna ma non è un male: acustica senza dubbio migliore e clima più raccolto, a valorizzare la folta presenza di fan affezionati, che hanno accompagnato con un singalong incessante ogni momento del concerto.

In apertura c’è Bais, che nel 2021 era stato tra i finalisti di Sanremo Giovani e che è uscito a maggio con Diviso Due, disco d’esordio dopo l’EP Apnea, del 2020. La sua è una proposta anch’essa figlia dell’RNB di marca anglosassone, nella mezz’ora che ha a disposizione suona in solitaria, accompagnandosi con la chitarra e con il sassofono di Giorgio Manzardo ad arricchire gli ultimi due brani. Una prova senza dubbio interessante, con un repertorio di canzoni piacevoli, che tuttavia dovrebbero essere godute col supporto di una vera e propria band.

Band che, non a caso, è quella che ha messo in piedi Joan Thiele, con qualche cambiamento in organico rispetto allo scorso anno e che, senza nulla togliere alla bravura della cantante e della confidenza che ha sul palco, è decisamente un fattore importante nel live a cui abbiamo assistito.

 

Senza troppi giri di parole, questo è oggi uno dei live migliori che si possano vedere nel nostro paese, almeno parlando di artisti dell’ultima generazione: se il livello a cui è giunto Venerus è per il momento inarrivabile, lei si assesta giusto un gradino sotto. Si inizia con “Puta” e si prosegue per una settantina di minuti, con una scaletta incentrata quasi totalmente sui brani dei tre atti e di Operazione Oro, il periodo del cantato in inglese rappresentato solo da una suggestiva versione di “Rainbow”, brano originariamente dedicato alla madre (presente tra il pubblico e opportunamente salutata) qui proposto con un arrangiamento minimale a due chitarre, molto intenso e molto efficace. Per il resto, la band (questa sera in versione allargata, cinque elementi invece che i tre con cui gira di solito) viaggia a mille e il groove è irresistibile, nonostante poi la maggior parte del repertorio sia costituito da ballate. Sezione ritmica straordinaria, con la batteria jazzata di Fabio De Angelis e il basso di Rocco Giovannoni a costituire l’ossatura su cui si innesta il gran lavoro di chitarra di Stefano Rescaldani e delle tastiere di Vanegas, mentre ad impreziosire il tutto ci sono il sax e il flauto traverso di Zeno Merlini.

Tanti i momenti entusiasmanti, con “Tuta blu”, “Cinema” e “Scilla” a rappresentare forse le cose più mature della sua scrittura, dotate di ritornelli immediati e di arrangiamenti sofisticati; poi una “Errori” davvero magnifica, ritmo trascinante e prova vocale maiuscola. Stupenda anche “Bambina”, versione in parte riarrangiata, con una parte di batteria pazzesca sulle strofe e un ritornello ad alto ritmo su cui il pubblico si è scatenato. Sono arrivati anche due brani nuovi: il primo si chiama “Coraje” ed è uscito solo su YouTube, concepito per essere un ideale intervallo dei tre atti di cui sopra. Il secondo, ancora inedito e suonato nel finale, ha una componente Urban molto più accentuata e, per quello che si può capire dal primo ascolto, è un buon brano, può darsi che lo ritroveremo tra le cose che usciranno dopo l’estate, al termine del tour.

 

Ciliegina sulla torta e conclusione vera e propria del concerto, la comparsata di Venerus, che raggiunge Joan sul palco per cantare “Senza fiato”: brano importante, non solo per l’impatto che ha avuto sulla sua carriera ma anche e soprattutto perché certifica l’esistenza di quella che potremmo chiamare “scena”, un nucleo di artisti che in Italia si stanno dando da fare per portare la musica ad un livello superiore e per farla uscire da questo provincialismo in cui ci è sempre un po’ piaciuti nasconderci.

Se c’è infatti una lezione che il live di Joan Thiele ci si insegna è proprio questa: è un’artista vera, che ha voluto fare questa cosa sin da bambina e che ha sempre avuto una visione ben precisa della propria arte, che ha poi cercato di realizzare passo dopo passo, senza cedere a compromessi. Che oggi canti queste canzoni, che le suoni dal vivo con una band di primissimo livello, che tenga il palco con sicurezza e determinazione, certifica il fatto che il talento, quello puro, è ancora ciò che fa la differenza, nonostante la pervasività delle dinamiche Social.

Vedremo come andrà. Nel frattempo possiamo affermarlo senza ombra di dubbio: Joan Thiele in questi sei anni di cammino è cresciuta tantissimo e merita di raggiungere traguardi sempre più importanti.