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MAKING MOVIESAL CINEMA
Jimi - All Is By My Side
John Ridley
2014  (I Wonder Pictures)
DRAMMATICO SOUNDTRACKS / ROCK MOVIES / MUSICAL
all MAKING MOVIES
14/02/2018
John Ridley
Jimi - All Is By My Side
Un film su Jimi Hendrix senza la musica di Jimi Hendrix. Scusi?

Un film su Jimi Hendrix.
E tu già ti aspetti di tutto: schitarrate, musica ad alti livelli, droghe a non finire, concerti esaltanti da Monterey a Woodstock, i 60's tutti sesso-droga-rock'n'roll.
Poi leggi meglio, e vedi che John Ridley ha deciso di concentrarsi solo su un anno della vita di Jimi, quello che va dal 1966 al '67, quello che precede Monterey, che precede il grande successo e il suo primo album.
E allora ti aspetti di conoscere il Jimi prima degli eccessi, l'uomo, il ragazzo, che entra dalla porta laterale nel mondo della musica, che passa da Harlem alla Londra dei club, ti aspetti di sentirlo comporre, scoprire per primo la musica che ha dentro.
Poi leggi ancora meglio, e vedi che no, la musica di Jimi non ci sarà, la Experience Hendrix LLC non ha concesso i diritti.
Ah.
Un film su Jimi Hendrix senza la musica di Jimi Hendrix.
Scusi?
Ci si giustifica con le cover che lui stesso suonava nei primi concerti, lo si rimpiazza con le hit di quell'anno, scrivono.
E allora, dici, nonostante l'assurdità della scelta di proseguire in questo progetto, speri almeno in una biografia accurata e appassionante, che con la musica sostitutiva riempia i vuoti, grandi, che non dovrebbero esserci.
Invece no, ti ritrovi ad ascoltare per due ore vuoi il silenzio (quasi imbarazzante) di sottofondo, o i tanti, troppi, dialoghi che rimescolano le frasi iconiche pronunciate nelle interviste, facendo di lui un profeta confuso, mentre le sue ragazze e i suoi mentori lo subissano (e subissano noi) di pesanti quanto infinite riflessioni e pappardelle, ancora più accentuate e dilungate dal silenzio che, imbarazzante (ripeto), si fa sentire nello sfondo.
Se dal punto di vista della sceneggiatura siamo messi così male, ti aspetti almeno una buona regia, che vada a inquadrare quei mitici anni '60, che vada a scoprire una Londra in continuo movimento, che ci mostri, incantandoci, l'Hendrix degli esordi.
Ma anche in questo caso, nulla, e iniziamo già male con quel montaggio posticcio e francamente poco sopportabile che vorrebbe richiamare gli stordimenti della droga, proseguendo poi con una macchina da presa che sta sempre troppo, troppo vicina ai suoi protagonisti, aumentando così la sensazione claustrofobica che quelle continue parole che escono dalla loro bocca creano.
E va bene, certo, André 3000 è molto molto simile a Jimi, e sì, Imogen Poots è davvero un bel vedere nei panni di Linda Keath, ma non basta. Per non parlare poi della Londra che ci viene mostrata, così lustra e piena di lustrini, così 60's e convenzionale presentata con il più classico dei montaggi dei cliché dopo parecchi minuti dallo sbarco sul suo suolo.
E quindi?
Non c'è la musica.
Non c'è la regia.
Gli attori ci sono, almeno quelli.
Ma la storia, dialoghi a parte, com'è?
Come si può definire una sceneggiatura che sembra puntare sul personaggio (o sui personaggi, visto poi come questi volta per volta ci vengono sottolineati), che finisce sul più bello, che finisce (e lo spoiler è più che volontario) con la Jimi Hendrix Experience pronta a solcare il palco di Monterey ma che noi no, non vedremo mai su quel palco?
Non basta vederlo mentre si fa beffe involontarie di Eric Clapton, e non basta vederlo conquistare George Harrison e Paul McCarthy, quello che vorremmo vedere è sì, l'uomo prima del musicista, ma è anche un po' di quel musicista che vada oltre quanto già si sa, che vada oltre quelle frasi che da giovani scrivevamo ammirati sui nostri diari, e poco ci importa in realtà delle donne petulanti che lo hanno accompagnato e che ci stordiscono a suon di parole.
Se John Ridley avesse avuto un po' più di rispetto per il suo pubblico, avrebbe potuto mettere in un cassetto il tutto fino a quando quei diritti per la musica glieli avessero concessi, perché quei silenzi, quelle parole, con un assolo come si deve vengono spazzati in un secondo.