I Justice sono uno dei più noti gruppi di musica elettronica francese (french house), sono in circolazione da ben più di un decennio, il loro primo album risale al 2007 e fino a oggi hanno all'attivo tre dischi in studio, un paio di live e una mole corposa di remix su brani di artisti i più disparati: da Britney Spears ai Metallica, dal compagno di etichetta Mr. Oizo agli U2 e via di questo passo. Come dicevamo l'idea che sta dietro a questo concerto/evento che è arrivato in contemporanea mondiale nelle sale cinematografiche il 28 Agosto 2019, potrebbe non sembrare poi così incisiva, ma a conti fatti possiamo dire che così non è, per realizzare questo Iris: A space opera by Justice le teste di Augé e Rosnay (e non solo le loro) hanno pensato molto. I Justice hanno riflettuto su quella che è la loro dimensione live, un'aspetto molto importante per il lavoro del duo, come dimostra il breve documentario che anticipa la proiezione del film, questo progetto nasce dall'insoddisfazione dei Justice per quella che è la resa in video delle loro performance, anche quelle più professionali, tanto da arrivare ad affermare di aver visto su youtube video girati dai loro fan ai concerti ben più interessanti del loro materiale ufficiale. Il succo del discorso è più o meno questo: un qualunque regista, filmando un'esibizione live dei Justice tenderà a perdersi dei particolari dello show, perché concentrato su qualcosa di specifico, distratto dalle manifestazioni del pubblico presente all'evento sul quale ogni video live indugia innumerevoli volte, insomma non avrà modo di concentrarsi sull'esibizione tout court. Con il progetto Iris: A space opera by Justice Augé e Rosnay hanno voluto controllare tutto, andando a registrare un loro show in assenza di pubblico, come fecero i Pink Floyd con il classico Live at Pompeii, preparando inoltre un set scenico adatto a valorizzare tutti i giochi di luce creati dal light designer Vincent Lérrison. In quest'ottica ogni distrazione è bandita, solo la musica dei Justice, lo spettacolo di luci, i pannelli riflettenti e il duo francese, in un'esperienza immersiva che in poco più di un'oretta ha lo scopo di catturare quella che è la vera essenza dello spettacolo della band.
Nonostante l'evento, almeno nella sala nella quale ero presente, sia andato praticamente deserto (sei persone in tutta la sala), lo show è avvicinabile anche da chi come me non mastica musica elettronica mattino mezzogiorno e sera, il ritmo dei Justice intrattiene a dovere, la produzione video è di alto livello, anche la regia ha dei movimenti di macchina interessanti e il tutto è aiutato da una durata contenuta che rende lo show alla portata di ogni spettatore con un minimo di apertura mentale nei confronti della musica. L'unico appunto che si potrebbe fare allo show, soprattutto dopo aver assistito al documentario introduttivo che ne racconta la genesi, è quello di una regia che indugia davvero poco sui due componenti della band, mi aspettavo qualche passaggio in più su di loro o sulla strumentazione, comunque poco male, ci si concentra su musica e light show, quello che in fondo era nelle intenzioni di Augé e Rosnay. Ottima la scelta di montare il piccolo palco per l'esibizione (una pedana più che altro) su uno specchio riflettente di pannelli neri capace di raddoppiare l'effetto scenico dei giochi di luce creati per l'esibizione ai quali le uniche concessioni sono il simbolo della croce che caratterizza da tempo la band e qualche immagine video (sporadiche a dir la verità) che dà un senso al titolo, quello della space opera, immagini che in realtà poco aggiungono a uno show che avrebbe potuto concentrasi anche integralmente sul duo.
Esperimento quindi molto interessante che più che nell'evento in sala troverà probabilmente un suo mercato nel circuito dell'home video, un pezzo originale e particolare che i fan dell'elettronica non si lasceranno scappare.