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MAKING MOVIESAL CINEMA
Into Darkness - Star Trek
J.J. Abrams
2013  (Universal Pictures)
FANTASCIENZA
all MAKING MOVIES
13/06/2020
J.J. Abrams
Into Darkness - Star Trek
Diario del Capitano, data astrale -2202846.6704718415, quello che vi parla in questo momento non è il Capitano James Tiberius Kirk, in realtà chi vi parla non è nemmeno un trekker, giusto per mettere le cose in chiaro fin da subito e non partire con il piede sbagliato.

Devo ammettere che da spettatore occasionale dell'universo narrativo di Star Trek quale sono, il rilancio del franchise ad opera del regista J. J. Abrams mi ha divertito parecchio, sia con il film del 2009 grazie al quale Abrams opera una sorta di reboot della serie classica iniziando a narrare le vicissitudini del famoso equipaggio della USS Enterprise in un'epoca antecedente la serie televisiva originale ideata da Gene Roddenberry nel lontano 1966, sia con questo sequel uscito quattro anni più tardi. Into Darkness prosegue sulla scia di quanto costruito con l'episodio precedente riuscendo a mantenere a bada la vocazione di Abrams più spettacolare e action senza mai mettere da parte i personaggi, creando un giusto mix di azione, humor e ampliamento del mito grazie a una gestione della materia mai troppo superficiale e senza cadute di ritmo, cosa che per un film action di fantascienza è preziosa come la manna dal cielo.

Anche in questo capitolo vediamo crescere il rapporto tra un giovane indisciplinato Kirk (Chris Pine) e l'algido, ma non troppo, Spock (Zachary Quinto), qui addirittura lanciato in una relazione con il tenente Nyota Uhura (Zoe Saldana); l'impianto corale delle narrazione dentro il quale ognuno dei membri principali dell'equipaggio dell'Enterprise trova il suo spazio è il punto di forza di un film che offre qualcosa di più del classico sparatutto, anche se qualche sequenza dal sapore meramente videoludico rimane. Così, oltre ai protagonisti già citati, tornano il Dottor McCoy (Karl Urban), l'ingegnere Scott (Simon Pegg), il tenente Sulu (John Cho) e il navigatore Pavel Chekov (il compianto Anton Yelchin). Tutto il cast viene surclassato senza sforzo alcuno dalla presenza di un Bendict Cumberbatch (nei panni di Khan, personaggio storico per la serie) che stacca per bravura di diverse lunghezze tutti gli altri, si prende la scena costruendo il personaggio più interessante del lotto.

In seguito a un'infrazione del regolamento della Flotta Stellare al Capitano Kirk viene tolto il comando dell'Enterprise mentre Spock viene assegnato a un'altra nave, basterà però un attentato da parte di un terrorista che raderà al suolo diversi edifici di Londra per far tornare i due amici ai loro posti con il compito di intercettare l'attentatore che si rivelerà essere nientemeno che Khan Noonien Singh, elemento che i fan di Star Trek ben conoscono. Su questi presupposti J. J. Abrams può sbizzarrirsi con la sua propensione allo spettacolo, cucendo su misura alcune sequenze a uso e consumo del 3D (c'è ancora qualcuno che non si è stancato di questo 3D?), facendo uso smodato dei suo caratteristici bagliori lenticolari (e forse ci siamo stancati anche di questi) ma riuscendo a regalare ancora una volta una regia che asseconda il giusto dinamismo che un film come questo deve avere. In chiave di lettura abbiamo ancora una volta il terrorismo (questi grattacieli che continuano a crollare) e un amore per l'avventura che guarda al passato, al cinema di genere più genuino e a un'epoca che ad Abrams deve stare parecchio a cuore, da lui stesso rinverdita, suscitando anche diverse critiche, con il rilancio del brand di Star Wars. Per il resto ottimo intrattenimento, valido anche per chi non è propriamente un fan sfegatato del franchise. Alla fine questo Abrams è pure un caro ragazzo, certo che quel finale di Lost ancora non glielo si perdona...


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