Cerca

logo
SPEAKER'S CORNERA RUOTA LIBERA
09/02/2022
CHIACCHIERE AL BUIO DELL'INVERNO FINLANDESE
Intervista a Tomi Koivusaari - Amorphis
Non ho mai sperimentato l'inverno in Finlandia, ma dopo l'intervista ho percepito quanto possa essere allineato ai paesaggi sonori malinconici e pesanti dipinti da sempre dagli Amorphis. Di questo, ma soprattutto del loro nuovo album HALO, in uscita l'11 Febbraio 2022, ne parliamo con Tomi Koivusaari.

Non ho mai sperimentato l'inverno in Finlandia, ma dopo l'intervista, preparata anche con un piccolo aiuto di Luca Franceschini (fan della prima ora della band, oltre che collega di Loudd), ho percepito quanto possa essere allineato ai paesaggi sonori malinconici e pesanti dipinti da sempre dagli Amorphis. Tomi ci risponde in una mattina invernale; il buio affrontabile solo con un buon caffè.

 

Ciao Tomi, come stai? Felice di conoscerti!

 

Hey, come va?

 

 

Bene grazie, sto iniziando giusto ora la mia giornata di lavoro.

 

Anch’io, mi sono appena alzato e desidero un litro di caffè!

 

 

Direi che è necessario! Sono molto felice di poterti intervistare! Anzitutto ti faccio i miei complimenti per il nuovo album, come è nato? Come completa la trilogia composta da Under the Red Cloud e Queen of Time?

 

Alcune delle canzoni nascono dal lavoro fatto in studio prima della pandemia, anche se molte altre invece sono nate durante la pandemia, abbiamo avuto chiaramente molto più tempo da dedicare alla composizione e sull’arrangiamento di musica nuova… non avevamo altro da fare. Lo abbiamo registrato principalmente ad Helsinki. C’è stato anche molto più tempo per registrarlo, con più pause e procedendoci tempi più rilassati. Jens Bogren ha prodotto l’album dalla Svezia, a distanza, perché non poteva venire in Finlandia. All’inizio non ero convinto che potesse funzionare anche se ovviamente avevamo lavorato con Jens anche in precedenza, quindi sapevamo già cosa avrebbe voluto da noi, tutto però è filato liscio e alla fine è andata molto bene. E’ il terzo album con lo stesso produttore e lo stesso artista ingaggiato per la cover, quindi possiamo definirla “trilogia” principalmente per questo motivo. Anche se non è stato qualcosa di pianificato, ci sono sicuramente molte somiglianze tra questi tre album.

 

 

Ho letto che avete portato a Jens 30 canzoni e ha dovuto selezionarne solo 13, è un lavoro davvero lungo e difficile.

 

Si, è sempre così, si arriva sempre in studio con troppe canzoni. Ma abbiamo lasciato carta bianca a Jens nella scelta, gli abbiamo fatto avere tutte le demo e lui ha deciso su quali lavorare. Così abbiamo anche evitato qualsiasi discussione con gli altri membri della band; puoi immaginare, 6 opinioni diverse da far convergere! Lasciar scegliere a Jens è stato per noi meno stressante.

 

 

Una soluzione perfetta! Ho percepito l’importanza delle chitarre in questo album. Come avviene lo scambio con Esa e qual’è il tuo solo preferito o la tua sezione ritmica preferita nell’album?

 

Penso che lo capirò meglio quando saremo in tour, perchè di solito quando performi sul palco riesci a percepire meglio quali sono i pezzi che ti danno maggior soddisfazione, perché vedi che funzionano meglio nei live. Al momento ti direi "On The Dark Waters", ma anche le altre canzoni. Sicuramente il disco ha molte parti di chitarra, ma ci sono anche inserimenti più diretti dell’orchestra che rendono tutto il disco più “heavy” del solito. 

 

 

Qual è la vostra "formula magica" per mixare al meglio le parti melodiche con i tratti più pesanti delle vostre canzoni?

 

Questa è una caratteristica della nostra band da molto tempo: i contrasti con meravigliose melodie, e le melodie sono molto importanti per noi così come lo sono i riff più pesanti. E’ una combinazione perfetta. Se dimenticassimo la melodia in una delle canzoni ne sentirei subito la mancanza, ma la stessa cosa vale se mancasse qualche riff “heavy”. Penso che in tutte le nostre canzoni ci debbano essere sempre entrambi i volti.

 

 

Avete delle date per il prossimo tour e avete già suonato a dicembre in occasione del John Smith Rock Frozen, com’è stata questa esperienza appena passata e cosa vi manca maggiormente della vita in tour? Penso siate impegnati a fare il conto alla rovescia per le prossime date…

 

John Smith Rock Frozen è stata una bella esperienza, tutto sembrava “normale”: un normale festival indoor come non se ne vedevano da 2 anni, senza restrizioni, e anche i fan erano davvero felici. E' sembrato tipo “here we go again”, ma poi hanno chiuso tutto di nuovo. Ora è tutto chiuso qui, ma abbiamo delle date in Canada e in USA tra aprile e maggio, sembra che accadrà. Non voglio essere scettico, ma spero solo che possa succedere davvero, per ora di aprile dovrebbe tornare tutto più normale! Non so davvero come sentirmi: negli scorsi 15/20 anni siamo stati in tour no stop, la mia valigia è stata sempre pronta davanti alla porta, ero sempre pronto a partire. Ma ora sono due anni che non prendo un aereo, sarà strano tornare a viaggiare, ma mi manca vedere nuovi posti, posti più caldi. Insomma, gennaio in Finlandia non è così facile da vivere… qui è davvero inverno!

 

 

Un ricordo da un tour in particolare? So che hai suonato in migliaia di posti, ne hai uno nel cuore?

 

E' sempre bello quando vai a suonare in un posto per la prima volta. Ad esempio in Australia, è stato nove anni fa, ma è stata un’esperienza molto bella. Vedere un nuovo posto! In Europa invece abbiamo già suonato quasi 15 volte in ogni location, ovviamente è bello, ci sono venues molto giuste e i fan sono meravigliosi, ma è molto bello quando hai del tempo extra per dare un’occhiata e vedere cosa succede nelle città, specialmente se il clima è favorevole! Devo dirlo, perché questo è il secondo inverno, nella mia vita da adulto, che trascorro a casa senza viaggiare. L’inverno qui sembra così lungo… e chiaramente se invece sei abituato ad andare in crociera nei Caraibi è difficile. Ad esempio la 70 Tons of Metal di solito è prevista tra gennaio e febbraio, bè, è una delle cose che mi manca di più!

 

 

Posso immaginare, non sono mai stata in Finlandia, tantomeno in inverno, ma posso immaginare che sia molto impegnativo.

 

Si, l’oscurità, molte persone si deprimono, insomma, fa schifo! Cosa possiamo farci?

 

 

La primavera è in arrivo e presto viaggerete! Ti distraggo con alcune domande che arrivano dal mio collega, Luca, che è un vostro grande fan. Tra le band che hanno esordito all’inizio degli anni 90, regalando al Death Metal un suono più melodico, siete una delle poche che nel tempo non si è mai ripetuta e non ha mai dato per scontato la propria musica. Qual’è il vostro segreto?

 

Da subito ci siamo resi conto che era una cosa buona assorbire ispirazioni da altri tipi di musica. Quando abbiamo dato vita alla band avevamo 16 anni e ascoltavamo band come i Napalm Death o i Morbid Angel, ma stavamo iniziando ad ascoltare anche il progressive rock degli anni Settanta, inoltre quando cresci iniziano a piacerti cose diverse. Non abbiamo deciso di voler assomigliare ad una specifica metal band di riferimento: in quel caso ci saremmo sciolti molto presto! Ma quando hai questo impulso di fare quello che ti pare e suonare quello che ti piace in quel momento, hai sempre idee fresche, ecco perchè: non volevamo assolutamente ripeterci sempre con gli stessi album, sempre uguali per 30 anni.

 

 

Santeri Kallio ha avuto un grande ruolo nella scrittura delle canzoni degli ultimi dischi. Qual è stato il suo valore aggiunto al vostro materiale?

 

Santeri ha scritto sempre tante parti per noi. Le composizioni di Santeri sono molto più melodiche, ed è un bene avere delle tracce differenti, soprattutto se le compariamo con le canzoni di Esa. Quando Santeri arriva con un’idea di brano ci ha pensato sopra più e più volte, arriva con un’idea molto definita. Si, Santeri ha fatto un sacco di belle canzoni!

 

 

Cosa ne pensi oggi, vent’anni dopo, di dischi come Am Universum o Far From the Sun? Quando sono stati pubblicati molti fan si sono lamentati. Il nostro collega Luca dice che personalmente, pur seguendo la band dall’epoca di Tales, si ricorda di avervi abbandonato per qualche anno.

 

Mi ricordo che prima di questi album uscì "Tuonela", creando un’atmosfera molto bella, ma poi in tour non tutti i fan erano contenti, il feedback non era sempre positivo, di contro abbiamo attratto qualche nuovo fan, ma è stato una sorta di suicidio musicale. In quel momento però non importava, dovevamo farlo e volevamo farlo, penso che Am Universum  non fosse pronto per essere pubblicato, e anche Far From the Sun: contenevano buone idee ma non eravamo davvero consci di quello che stavamo cercando di fare; sembra quasi che ci sia del rock, rock psichedelico mischiato all'heavy metal in questi dischi. Ma in fondo penso che sia stato importante anche fare questi album: è parte del percorso, quello che ci ha portato ad essere ciò che siamo oggi. In ogni caso a tutti gli effetti nelle performance live non eseguiamo mai canzoni tratte da questi tre album. Non suonano bene live. Anch’io non amo Far From the Sun, anche se include delle belle melodie e delle belle strutture, ma non è così perfetto!

 

 

I fan (Luca incluso) vi seguono ancora ed è quello che importa davvero! Una curiosità, come mai non avete rilasciato una versione DVD dell’ultimo live album? Materiale fantastico che magari avrebbe meritato una versione video.

 

Si, ne abbiamo discusso dopo l’uscita del disco, durante quel tour abbiamo registrato ogni singolo concerto, ma non avevamo pianificato di pubblicare un album live. Ci abbiamo pensato a posteriori: ci siamo resi conto di avere tutte quelle tracce registrate e ottimo materiale, se ci avessimo pensato prima avremmo sicuramente ingaggiato una troupe video, ma siamo arrivati tardi con l’idea.

 

 

Ultima domanda poi ti lascio bere il caffè che desideri tanto prima della prossima intervista. In questi 30 anni la relazione con i fan è cambiata. Siete in contatto costante con i fan tramite i social media, ma niente sostituisce i concerti, lì c’è un altro tipo di contatto. Come mantenete la relazione con i fan in questo periodo in cui i concerti scarseggiano?

 

Per essere onesto dovremmo essere più attivi e coinvolti lato social ma, sarà per l’età, non ci viene così naturale stare tutto il tempo al telefono su Instagram. Facciamo del nostro meglio, ma so che molte band sono davvero coinvolte e attive in prima linea a chattare tutto il tempo con i fan. A noi come ti dicevo non viene naturale, ma dovremmo concentrarci di più sicuramente su questo aspetto. Abbiamo provato a fare dei livestream, ma non è servito neanche lontanamente a sostituire assolutamente l’atmosfera dei concerti, sia per noi che per i fan, sicuramente.

 

 

 

 

HALO, in uscita l'11 Febbraio 2022 (Atomic Fire Records/Warner)