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REVIEWSLE RECENSIONI
26/03/2018
Punkreas
InEquilibrio
Probabilmente nulla descrive meglio i Punkreas di un loro live. Quello dell’Alcatraz, il 24 marzo, è stato la sintesi di come, “in equilibrio” tra passato e presente, storia personale e storia della scena coeva, riescano ancora ad essere una delle più interessanti voci del panorama punk italiano.

I Punkreas sono uno dei gruppi punk più famosi degli anni Novanta. Una fama guadagnata sul campo, palco dopo palco, disco dopo disco. Una notorietà che non avrà scalato le classifiche, ma che ha saputo vendere i loro lavori nel corso del tempo e soprattutto garantire un afflusso di persone costante a tutti i loro live.

I ragazzi di Parabiago sono inevitabilmente cresciuti dai tempi di “Fegato Centenario” e del loro primo demo Isterico (1990), molti di loro hanno famiglia e figli, e con gli ultimi album hanno sperimentato produzioni, collaborazioni e tipologie di pezzi differenti, ma questo, alla fine, non ha mai fatto cambiare la loro attitudine. Sono rimasti sempre dei ragazzi semplici, onesti, legati ai loro fan e a quelle tematiche sociali che nel punk italiano sono tanto difficili da trovare quanto importanti da rappresentare.

Il live all’Alcatraz del 24 marzo, che inaugurava l’uscita del loro ultimo ep InEquilibrio, è stato una festa e al tempo stesso una perfetta rappresentazione di chi sono ancora per il loro pubblico e per la storia del punk italiano.

Da un lato, infatti, hanno saputo coinvolgere chi li segue dalla progettazione del live sino al concerto. Sui social hanno ingaggiato delle “battle” per far scegliere ai fan alcune canzoni tra i loro pezzi di più vecchia data e si sono fatti protagonisti di diversi e divertenti video di preparazione al live, mentre sul palco hanno saputo coinvolgere sia i fan storici sia quelli degli ultimi anni.

Il pubblico dell’Alcatraz, infatti, ha ben rappresentato quanto i Punkreas siano riusciti sia ad accontentare chi li segue dagli anni Novanta e Duemila, sia a far germogliare i fan che (molto spesso solo per ragioni anagrafiche) si sono avvicinati a loro solo con gli ultimi album. Da chi si esaltava con i grandi classici a chi sapeva a memoria principalmente le canzoni degli ultimi dischi, tutti sono stati accolti dalla band con eguale entusiasmo e riconoscenza, nel folto pubblico di un quasi sold out.

Dall’altro lato questo live ha saputo rappresentare bene la loro importanza di band nel panorama italiano degli anni Novanta, aprendo il palco a degli ospiti d’eccezione, giunti per l’occasione a rendere loro omaggio: gli Shandon, Omar Pedrini e Morgan. Con ognuno di loro è stato fatto un pezzo dell’artista (“Janet” per gli Shandon, “Sole spento” per Omar Pedrini e “Crash” per Morgan) e un pezzo dei Punkreas: un reciproco elogio di quanto fatto dagli esordi ad oggi nella scena italiana, nonché occasione per sottolineare la reciproca stima e amicizia.

L’intervento degli Shandon poi, rispetto agli altri due, aveva un legame ulteriore, chiamato Oliviero “Olly” Riva. Il leader degli Shandon e, tra le altre cose, di uno dei due gruppi di apertura della serata, gli stilosi e carismatici Magnetics (l’altro gruppo di apertura sono stati i giovani e bravi Botanici, che hanno avuto il riuscito compito di iniziare a scaldare la serata) è stato anche il co-produttore, assieme alla band stessa, di InEquilibrio, nonché responsabile di registrazione e mixaggio, chitarrista e corista addizionale, presso il Rocker Studio di Sesto San Giovanni.

L’ultimo lavoro dei cinque punk di Parabiago (o meglio dei quattro storici – Cippa, Paletta, Noise e Gagno – più il nuovo chitarrista, Endriù, ufficialmente parte della band da tre anni, riuscito ormai a dimostrarsi un’ottima e valida aggiunta al gruppo) è un ep di soli 5 pezzi, di cui al grande pubblico, prima dell’uscita al 23 marzo, sono state fatte sentire ben tre canzoni.

“Fermati e Respira”, la prima ad essere condivisa, è una bella canzone sull’ansia dei tempi moderni (un tema che si intuisce sin dall’astuto intro, costituito dall’ansimare di una voce fuori campo) che si fa manifesto dell’indispensabile necessità che ognuno di noi ha di rallentare e di vedere il mondo da una prospettiva che possa rimettere al centro i nostri bisogni come persone (perché “il vero risultato è conservare il fiato per dare voce a ciò che sei”).

L’omonima “InEquilibrio”, una delle più belle canzoni che hanno scritto negli ultimi anni, dove l’attitudine punk si respira a pieni polmoni in un testo che sottolinea quanto a volte sia difficile riuscire a stare in equilibrio su quella sottile e invisibile linea che c’è tra ciò che la società richiede (quello che fanno tutti o che tutti pensano dovrebbe essere fatto perché considerato “normale”) e ciò che siamo veramente. Un punto di equilibrio che non può mai prescindere da noi, perché non è altro che una trappola generata dagli stereotipi diffusi in un determinano tempo e luogo, a cui bisogna avere il coraggio di rispondere vivendo entro la misura che ognuno di noi sa essere quella giusta per se stesso (perché alla fin fine “queste scarpe non solo le mie, questi vestiti che indosso proprio non li sopporto, sono peggio di mille allergie; spogliato di tutto non sono un granché, ma preferisco restarmene nudo che invece rischiare di sembrare te”).

“U-Soli”, in cui i Punkreas si confermano sempre attenti alla militanza attiva nel sociale, affrontando il tema del diritto alla cittadinanza da parte dei bambini nati in Italia, italiani in ogni abitudine, ma con genitori stranieri. Una canzone che acquisisce una forza doppia con il suo particolare video: una carrellata di visi di bambini che la cantano guardando negli occhi lo spettatore, e che innocentemente sottolineano quanto poca dovrebbe essere la paura nei loro confronti e quanto forte sia invece la possibilità della vera integrazione (“da soli non ce la fate, da soli ci si perde e mancano le coordinate, da soli non si vince mai”).

Le due canzoni lasciate alla scoperta dei più curiosi, invece, sono “Conto Su di Te” e “Due minuti di Odio”; dove nella prima si affronta il tema della memoria, quella che non si deve perdere per non rivivere gli errori del passato (chiaro riferimento al fascismo), perché “l'unico errore fatale è quello che non sai ricordare”, e nella seconda si rivendica il liberatorio diritto a poter odiare qualcuno, anche solo per due minuti, perché “due minuti ti possono bastare, due minuti due gocce nel mare, non si vive soltanto d’amore, anche l’odio fa parte del cuore”.

InEquilibrio è uno dei più bei dischi che i Punkreas abbiano fatto negli ultimi anni (sì, anche se è “solo” un ep da 15 minuti), dove musica, testi e attitudine si fondono per lanciare un messaggio che è sempre più grande di quanto lo sia uno solo di questi tre aspetti. Saranno passati anche trent’anni da quando i Punkreas sono nati, ma non si fanno sentire. Una caratteristica per nulla scontata al giorno d’oggi.

Energetici, costanti, attuali, impegnati e alla mano. Un gruppo di cui il punk italiano (e non solo) può andare solo che fiero.