The Japanese House condivide "Sunshine Baby", il nuovo singolo dall'album In The End It Always Does in uscita il 30 giugno su Dirty Hit. Co-prodotto da Amber Bain (The Japanese House) con George Daniel dei The 1975 e Chloe Kraemer e con i vocals di Matty Healy dei The 1975, "Sunshine Baby" è la nostalgica accettazione della fugacità e della fine delle relazioni. Anche questa traccia, come il singolo precedente, viene accompagnato dall’incantevole video live di una versione alternativa diretto da Sheila Johansson.
Bain spiega: "Sunshine Baby" è il mio soprannome per il mio cane, e io e il mio ex ci sdraiavamo sempre insieme sulla spiaggia a fare i sunshine babies. Il ritornello è una sorta di sottomissione alla fine della nostra relazione, ma cantata sotto una luce positiva. C'è una transitorietà in ogni parte di una relazione, e nel cerchio di ogni cosa si torna indietro".
È passato quasi un decennio dall'esordio di Bain nel 2015, quando The Japanese House era una misteriosa figura non identificata avvolta nel mistero e nel riverbero. Oggi, però, il suono e lo stile di Bain sono tipicamente aperti, le sue vulnerabilità, i suoi pensieri e i suoi sentimenti più intimi sono cuciti in un arazzo di musica pop splendida ed elevata.
Scritto durante un'esplosione creativa alla fine del 2021, In the End It Always Does si ispira principalmente agli eventi che l'hanno preceduto, tra cui il primo trasferimento di Bain a Margate, l'appartenenza a una coppia e la lenta dissoluzione di quelle relazioni. "Queste due persone sono state insieme per sei anni, le ho conosciute e poi ci siamo innamorati tutti nello stesso momento - e poi uno dei due se n'è andato", ricorda Bain. "È stato un inizio di relazione ridicolmente eccitante. Era tutto così alto... E poi, all'improvviso, mi sono ritrovata in questa situazione domestica, e non è che ci fossero altre cose in ballo: è stato un blocco". L'album è stato realizzato proprio mentre quel capitolo della sua vita stava andando in pezzi, e ogni canzone è quasi un'istantanea nel tempo.
Quattro anni dopo il suo debutto, ampiamente celebrato, Good at Falling, questo album vede la Bain spingersi ancora di più verso il pop, con l'aiuto, tra gli altri, di Matty Healy e George Daniel dei The 1975, Katie Gavin dei MUNA e Justin Vernon di Bon Iver. La Bain attribuisce alla Gavin il merito di averle iniettato energia creativa e ispirazione per tutta la durata dell'album.
L'album vede anche la Bain lavorare al fianco della produttrice e ingegnere Chloe Kraemer (Rex Orange County, Lava La Rue, Glass Animals), un'esperienza che lei stessa descrive come "cambiante la vita" grazie alla comprensione non espressa e condivisa tra generi emarginati in uno spazio creativo. "Non avevo mai lavorato con una donna o una persona queer [in quel modo] prima d'ora", dice Bain. "È bello avere qualcuno che capisce perfettamente il tuo punto di vista e la tua esperienza comune. Inoltre, dico 'lei' in ogni canzone... quindi è importante che qualcuno lo capisca".
Tracklisting
Spot Dog
Touching Yourself
Sad to Breathe
Over There
Morning Pages
Boyhood
Indexical reminder of a morning well spent
Friends
Sunshine Baby
Baby goes again
You always get what you want
One for sorrow, two for Joni Jones