Emo era il suono dei giovanissimi dei primi anni 2000, una musica che nasceva da radici hardcore punk, da una scena underground e, in qualche momento, è passata dall'essere la colonna sonora di una minoranza di amanti della musica DIY a fenomeno di massa per teenager.
Un passaggio durato quasi dieci anni, forse l'ultimo caso storico di una scena arrivava al mainstream, armata di chitarre distorte e voci growl che si alternavano a strofe melodiche (spesso e volentieri con autotune ben in evidenza) o ancora cori pop secondo la lezione dei Linkin' Park. E poi il look, tatuaggi ben in vista ovunque, spesso sul collo o altre parti fino ad allora improbabili che campeggiavano sulle copertine di riviste come Rocksound.
Gli Exspectans Ver affondano le radici in quel mondo, e, anche senza colli tatuati, si intuisce facilmente la loro passione che però è rivolta verso la parte meno scontata e mainstream della scena. Sono molteplici le influenze del gruppo, e quello che può essere l'hardcore rimane solo come un background, con esplosioni ridotte mentre invece il disco è pervaso da una malinconia di ispirazione new wave.
Difficile fare dei nomi come paragone, forse i Quicksand, gruppo culto di fine anni Novanta che non ha raccolto quanto meritava ma ha segnato le generazioni successive e aperto le porte a un certo sound ed attitudine emo. o ancora gli Angels & Airwaves di Tom DeLonge dei Blink182.
La band toscana poi non si limita a facili soluzioni e strutture tipiche da singolo ma predilige sviluppare i brani secondo un approccio narrativo. Un particolare plauso anche alla voce, alle sue cadenze tipicamente british, in cui possiamo trovare tracce di Cure e Manic Street Preachers.
La produzione è di buon livello, soprattutto se consideriamo che si tratta di un lavoro registrato in proprio e in totale autonomia. Non resta che vederli in azione dal vivo per vedere se saranno in grado di confermare le buone impressioni di questo esordio e, anche, se saranno in grado di confermarle in un album sulla lunga distanza.