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Imagine
A Perfect Circle
2004  (Virgin)
ALTERNATIVE
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06/08/2021
A Perfect Circle
Imagine
La cupa rilettura di Imagine da parte degli A Perfect Circle, che trasformano il bucolico messaggio di pace e di speranza di Lennon in un inquietante scenario post atomico

Chi non conosce Imagine di John Lennon, alzi la mano. Ecco, la conoscete tutti, perché con ogni probabilità, se non è la canzone più famosa di sempre, poco ci manca. Scritta nel 1971 e punto di forza dell’omonimo album dell’ex Fab Four, che, trasferitosi da Liverpool a New York, vive in quegli anni uno straordinario picco creativo, Imagine è un inno trasversale ai popoli e alle razze, alle culture e alle ideologie. Piace a tutti, almeno per quanto riguarda l’aspetto meramente testuale, perché veicola messaggi condivisi di amore e di pace. Una canzone visionaria, come il titolo suggerisce, che invita gli esseri umani a immaginare di vivere come fratelli in un mondo migliore, in cui non esistano odi religiosi (Immagina che non ci sia alcun paradiso…Niente inferno sotto di noi, Solo il cielo sopra di noi), confini geografici che scatenano guerre (Immagina non ci siano paesi, Non è difficile da fare, Niente per cui uccidere o morire) o denaro e proprietà privata che ingenerano odio fra le classi sociali (Immagina niente possedimenti…Non c'è bisogno di avidità o fame). Bianco o nero, di destra o di sinistra, povero o ricco, se puoi immaginare tutto questo puoi prefigurare un diverso modo di vivere, in cui a trionfare è la pace e l’amore fra gli uomini. Un messaggio utopico, certo, la cui positività, però, unisce gli esseri umani nella speranza e lenisce l’anima dalle sue mille afflizioni.

Ora, è del tutto evidente che la visione pacifista di Lennon non si è mai realizzata, e anzi, se possibile, a mezzo secolo dalla pubblicazione del brano, le cose sono andate sempre peggio, tra guerre, attentati terroristici, pandemie e stravolgimenti climatici.

Così, quando trentatre anni dopo la canzone viene reinterpretata dall’alternative band degli A Perfect Circle, ci sono le condizioni perfette perché Imagine esprima tutto il contrario degli intenti che l’hanno generata. Nel 2004, il super gruppo capitanato da Maynard James Keenan, voce dei Tool, e da James Iha, chitarrista degli Smashing Pumpkins, rilascia eMOTIVe, un disco di cover di brani contro la guerra, che vengono letteralmente stravolti e riletti in chiave cupa e pessimista. Un album notevole, tanto affascinante che inquietante, il cui scopo è quello di spingere l’ascoltatore a fare i conti con la visione di un mondo spinto inesorabilmente alla deriva da guerre, povertà e odi razziale e religiosi.

Non c’è nulla più da immaginare, apri gli occhi, invece, e guarda. E’ questo il senso della rilettura di Imagine, che viene devastata come una città d’arte dopo un bombardamento. La versione che gli A Perfect Circle fanno del brano di John Lennon è la Dresda di tutte le cover: l’immaginario bucolico e luminoso tratteggiato dall’ex Beatles diventa un insanguinato campo di battaglia, un cupo bianconero in cui, tra le volute di fumo, puoi intravvedere gli effetti devastanti di una carneficina, i corpi mutilati, il sangue e le macerie. La speranza trasmuta in dolore attraverso una linea cupa di accordi in minore, l’utopia è diventata alienante realtà, la tendenza all’assoluto si è dissolta in un destabilizzante scenario di morte, l’ossessivo battito del pianoforte scandisce gli attimi che precedono l’autodistruzione, e quelle parole d’amore e di fratellanza si dissolvono nelle terribili immagini del video che accompagna la canzone.

E’ un paesaggio post atomico, quello dipinto dagli A Perfect Circle, una desolante plaga infestata da urla allucinate e dal tanfo stomachevole dell’odio e della decomposizione. Non immaginare, apri gli occhi e guarda: Dio non esiste, l’uomo è un lupo rapace e il mondo non ha futuro.   


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