L'album I'm totally fine with it, don't give a fuck anymore esamina temi urgenti e attuali, come le teorie cospirazioniste, la dipendenza da internet e le anime dimenticate nel nostro pianeta apparentemente connesso, il tutto avvolto da motivi fra i più orecchiabili nella carriera della band. Il risultato è un disco carico di quella che Moffat definisce "una rabbia tranquilla", un album che contiene in egual misura rabbia e amore per "il mondo tangibile e quello intangibile, e per quello a cui si sceglie di credere e di dedicarsi".
A quasi 28 anni dal loro debutto, gli Arab Strap non sono mai suonati così necessari e questo nuovo disco ne è una feroce testimonianza. Scritto e suonato esclusivamente da Malcolm Middleton e Aidan Moffat e rifinito con il collaboratore di lunga data Paul Savage, l'album conferma la trasformazione della band da romantici slow-core a rabbiosi cronisti alt-pop.
I'm totally fine with it, don't give a fuck anymore può sembrare il titolo di un album di una band che si arrende (è solo un messaggio del batterista della band che Moffat ha trovato divertente), ma in realtà è un album che definisce chiaramente un nuovo periodo creativo per gli Arab Strap.
Con la band che ha da poco concluso il tour per celebrare il 25° anniversario dell'album Philophobia del 1998, questo nuovo lavoro è carico di desiderio di andare avanti ed esplorare nuovi terreni. "Il tour è stato divertente, ma sono contento che sia finito, così possiamo andare avanti", ride Middleton, mentre Moffat gli fa eco. "I concerti del Philophobia tour sono stati un modo per dire addio ai vecchi noi", dice. "È stato un tour molto delicato e tranquillo. Credo che ora ci siamo guadagnati il diritto di fare un po' di rumore".
Il primo singolo, "Bliss", è un brano che esemplifica il nuovo corso della band dal punto di vista sonoro. Un brano ‘disco’, con solo un accenno di chitarra, che rappresenta la versione più immediata e vitale degli Arab Strap. Il testo della canzone affronta gli orrori dell'odio online, come dice il cantante Aidan Moffat: "Parla delle donne che vengono terrorizzate online; parla della codardia e del bigottismo. Parla di come ci esponiamo sui social mentre ci nascondiamo da soli a casa. Ma puoi anche ballarlo!". Il brano è accompagnato da un video diretto dal pluripremiato regista di Glasgow Ains.
Il nuovo brano "Strawberry Moon", secondo singolo, suona come nient'altro che la band abbia mai fatto prima, con il basso di Malcolm Middleton ricoperto da uno spesso strato di fuzz, sostenuto da una batteria elettronica trascinante e tortuosa che ha un debito con l'afrobeat e Whitney Houston.
"Il testo è forse la canzone più personale dell'album", dice Aidan Moffat, "parla di un periodo in cui non stavo molto bene, sia mentalmente che fisicamente. Camminavo con un bastone e soffrivo per la maggior parte del tempo, e annegavo anche i miei dispiaceri, intrappolato a casa a guardare le fasi lunari attraverso la finestra. La luna sembra sempre comparire nei miei testi, e la canzone è una sorta di inno laico in lode del suo costante cambiamento. È sempre un conforto, sempre una speranza e mi fa sempre sorridere".
Il video della canzone, creato con David Arthur (che ha già lavorato con Moffat nel film Where You're Meant To Be) vede Middleton e Moffat nei panni di un lupo mannaro e di un prete che si inseguono per la città di Glasgow, ed è la prima volta che il duo appare insieme in un video da quasi 25 anni. "Sì, è passato un po' di tempo", dice Moffat, "quindi abbiamo pensato di dare il massimo: costumi, trucco, effetti speciali, recitazione, motorino e tutto il resto".
Tracklist
1. Allatonceness
2. Bliss
3. Sociometer Blues
4. Hide Your Fires
5. Summer Season
6. Molehills
7. Strawberry Moon
8. You’re Not There
9. Haven’t You Heard
10. Safe & Well
11. Dreg Queen
12. Turn Off The Light