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REVIEWSLE RECENSIONI
I’ll Be Your Mirror – A Tribute To Velvet Underground & Nico
Various Artists
2021  (Verve Records)
CLASSIC ROCK
7/10
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22/10/2021
Various Artists
I’ll Be Your Mirror – A Tribute To Velvet Underground & Nico
Il riuscito disco tributo a uno degli album più iconici e seminali della storia.

La storia è nota a tutti. A Manhattan, zona Lower East, nel 1965, Lou Reed e John Cale danno vita ai Velvet Undergound, trovando sponda nella genialità di Andy Warhol, straordinario artista che anima la scena sotterranea della cultura newyorkese d’avanguardia. Quando nel 1967, con un anno di ritardo sulla tabella di marcia, la band pubblica il primo album, nulla sarà più lo stesso. Velvet Underground & Nico è, infatti, un disco spartiacque e seminale, figlio degli esperimenti multimediali di Warhol e di un’ispirazione compositiva che guarda al futuro con inusitata genialità. La copertina straordinariamente iconica e un filotto di canzoni strepitose portano la band capitanata da Lou Reed nella leggenda e il disco diviene punto di riferimento per tutte le generazioni di appassionati che seguiranno.

Nel 2017, al grande produttore Hal Wilner, che fu anche legato da una profonda amicizia con Lou Reed, viene l’idea di pubblicare un remake di quel disco tanto leggendario, coinvolgendo un filotto di artisti a cui affidare la reinterpretazione delle canzoni in scaletta. Tanti i musicisti coinvolti: dai veterani Michael Stipe, Iggy Pop e Thurston Moore, alle più giovani leve rappresentate da Fontaines DC, St. Vincent, Sharon Van Etten e Kurt Vile, come a voler dimostrare l’universalità di un disco che lega come un fil rouge decenni di storia della musica. Il progetto vede oggi la luce anche se, purtroppo, Wilner, non ha potuto assistere alla sua definitiva realizzazione, essendo morto di Covid lo scorso anno.  

Assodato che non è possibile replicare il suono e la visione di uno dei dischi più seminali e iconici della storia, ogni paragone con l'originale diventa una forzatura inutile e oziosa. Se invece si legge questo tributo come un omaggio all'opera che ha cresciuto generazioni di appassionati, il risultato è centrato. Gli artisti chiamati all'arduo compito reinterpretano con rispetto le undici canzoni della scaletta e ognuno mette qualcosa di suo per tornare a far risplendere quello che è giustamente considerato uno spartiacque della letteratura rock.

Qualche episodio risulta un po' insipido, è vero (Matt Berninger e la sua rilettura di "I’m Waiting For My Man"), ma prevalentemente siamo di fronte a un lavoro ben fatto e godibilissimo. Apre Michael Stipe che offre una "Sunday Morning" meravigliosamente fragile, punteggiata di svolazzi e turbinii elettronici, Sharon Van Etten rilegge "Femme Fatale", ammorbidendo l'interpretazione originale di Nico in trame country lente e ambientali, Andrew Bird, con la complicità dei Lucius, non sfigura nella sua versione di "Venus In Furs" (privata della leggendaria linea di viola elettrica di John Cale), eccitandone i contorni gotici, Thurston Moore e Bobby Gillespie consegnano una "Heroin" fedelmente graffiante, mentre St. Vincent e il compositore Thomas Bartlett, azzardano il più possibile, stravolgendo "All Tomorrow's Parties" in un'interpretazione bizzarra e lontanissima dall’originale. Chiudono Iggy Pop e il chitarrista Matt Sweeney, che spingono l’art rock conclusivo di "European Son" verso derive di febbrile rumorismo.

In fin dei conti, come si diceva, il risultato è apprezzabile, e la cosa che più risalta di questo "Specchio" è la capacità di riflettere l'essenza oscura e sperimentale dell'originale, senza inutili scimmiottamenti. Ed è incoraggiante sentire che, più di 50 anni dopo, The Velvet Underground & Nico trova discendenti altrettanto avventurosi e intrepidi, che ne alimentano ancora lo spirito immortale. Il consiglio, per chi, inopinatamente, non conoscesse l’opera originale, è di andarla subito a riscoprire, perché davvero patrimonio dell’umanità. Per tutti gli altri, questa compilation, è un modo per riavvicinarsi a quel disco straordinario e stupirsi di come quelle canzoni stiano ancora meravigliosamente bene, anche se vestite di questi nuovi abiti moderni.