Torniamo agli albori del periodo americano di Sir Alfred Hitchcock dopo aver da poco parlato de Il prigioniero di Amsterdam, film girato da Hitch nel 1940. Facciamo un piccolo passo avanti, siamo nel 1941 quando il regista britannico porta a compimento il suo quarto film americano nel giro di due anni: Il sospetto con Cary Grant e Joan Fontaine che per questa interpretazione si guadagnerà il premio Oscar come miglior protagonista (gli altri due film, oltre a Il prigioniero di Amsterdam, furono Rebecca - La prima moglie del 1940 e Il signore e la signora Smith del 1941).
Sono anni produttivi questi per il maestro del brivido, se Il prigioniero di Amsterdam e Il signore e la signora Smith non sono tra le opere più ricordate e citate di Hitchcock, già Rebecca - La prima moglie (primissimo film targato U.S.A.) e questo Il sospetto ricorrono molto spesso nella mente dei cinefili; quest'ultimo in virtù soprattutto della celebre scena del bicchiere di latte, sequenza che ha fatto scuola grazie alla grande inventiva del regista che, oltre ad aver istituzionalizzato il MacGuffin, riusciva ad aguzzare l'ingegno al fine di trovare soluzioni visivamente intriganti per aumentare la suspense e dirottare l'attenzione dello spettatore, a volte ingannandolo, dove a lui più faceva comodo all'interno della scena o della scenografia.
Rispetto a Il prigioniero di Amsterdam questo Il sospetto è un film narrativamente più riuscito nonostante il minor dispendio di mezzi e una storia più intima e meno dinamica di quella del film precedente.
Johnnie Aysgarth (Cary Grant), un giovane piacente e all'apparenza molto distinto e la timida e riservata Lina McLaidlaw (Joan Fontaine) si conoscono in treno; pochi giorni dopo, a dispetto di un'iniziale ritrosia, Lina accetta di uscire con Johnnie, anche per dimostrare ai suoi genitori, convinti del contrario, di essere capace di intrattenere una relazione con un uomo.
Lina rimane ben presto totalmente affascinata dall'uomo tanto da convolare con lui a nozze segrete nel giro di pochissimo tempo. Trasferitisi in una bellissima casa con tanto di cameriera a servizio, la coppia inizia la loro vita insieme.
Ben presto Lina scopre la tendenza del neo marito a spendere e spandere senza essere coperto; il giovane infatti non arriva da una famiglia ricca, non ha rendite né lavoro e tenta di mantenersi con soldi a prestito e scommettendo alle corse, infilandosi così in situazioni poco rispettabili.
Lina tenta di riportarlo sulla buona strada, in fondo è sinceramente innamorata di Johnnie, col passare dei giorni però inizia a nascere nella donna il sospetto che il patrimonio della sua famiglia, così come le ricchezze di alcuni amici di Johnnie, possano far gola al marito ed essere state il vero motivo della nascita della loro relazione. Poco a poco i sospetti di Lina diverranno sempre più grandi e profondi mentre lo stile di vita di Johnnie sembra continuare a seguire un percorso del tutto scriteriato.
Hitchcock gira Il sospetto andando al risparmio, forse per compensare gli investimenti più ingenti dei film precedenti, ne esce così un thriller psicologico che poggia, come da titolo esplicativo, sul crescente sospetto da parte della protagonista nei confronti del suo novello sposo; insieme al suo sospetto crescono quelli dello spettatore e la generale sensazione di tensione che trova il suo apice in un paio di sequenze poste verso il finale del film, una è quella famosissima che vede Cary Grant portare un bicchiere di latte alla moglie.
In un bianco e nero espressivo, diverso nello stile dalla fotografia del resto del film, Hitchcock illumina quel bicchiere (con una luce a bella posta inserita al suo interno) per dirottare su di esso l'attenzione dello spettatore così da alimentare ipotesi e sospetti, spingere a credere, magari ingannando, in un certo tipo di risoluzione finale.
L'altra sequenza è quella del dinamico viaggio in auto dei due coniugi, lanciati a velocità folle sul bordo di un dirupo: torna il tema dell'altezza, della vertigine, soluzione che Hitchcock proporrà più avanti in altre sue opere.
Il sospetto è costruito con un crescendo dosato in maniera ottimale, il gioco tra i due coniugi è ben alleggerito, poi aggravato, dalla presenza di Nigel Bruce che qui interpreta Beaky Thwaite, il miglior amico di Johnnie. Dopo aver alimentato dubbi su dubbi Hitchcock sceglie (pare anche costretto dalla produzione) di optare per un finale ambiguo e aperto che non permette di dissipare ogni sospetto; lo spettatore è chiamato a scegliere su quale possa essere la realtà, come se quelle di Lina e Johnnie fossero due letture della stessa storia, una sola delle quali può essere eletta a verità.
Ottima costruzione, sceneggiatura ben calibrata e due attori di peso garantiscono a Il sospetto di poter rientrare nella cerchia, ampia per fortuna, delle opere meglio riuscite del maestro, vista la concorrenza non è cosa di poco conto.