Novembre, Aosta, il tempo è grigio, piove, il colore del cielo varia dal grigiastro al bianco nebbia. Un ciclista investito sulla strada della Valsavarenche si trasforma per Rocco Schiavone in una indagine difficile: un omicidio senza un movente apparente. Il vicequestore scaverà nel passato della vittima per venirne a capo, mentre le sue relazioni quotidiane sono turbate dai segreti del passato.
E’ incredibile l’immedesimazione che si è creata fra i protagonisti dei romanzi di Manzini dedicati alle indagini del vicequestore Rocco Schiavone e gli interpreti che li rappresentano nella serie televisiva, tornata finalmente in onda, per la sesta stagione, su Rai2 (e RaiPlay). Leggere è come guardare la serie, e guardare la serie è come leggere: l’interconnessione è totale, e mai come in questo caso i luoghi, i volti, i caratteri dei personaggi ci appaiono tanto reali quanto famigliari.
Così, anche leggendo questo nuovo Il Passato è Un Morto Senza Cadavere, l’immaginazione viaggia su due binari sovrapposti, quello del piacere della lettura e dei palpiti creati da un mistero apparentemente impossibile da svelare, e quello della proiezione che facciamo del romanzo pregustandolo in visione sul piccolo schermo.
Qui, Schiavone è alle prese con quello che sembra un incidente automobilistico, ma che ben presto si rivelerà un omicidio, il cui movente è da ricercare in un passato lontanissimo, che porterà il vicequestore a indagare nelle terre aspre e fascinose del Friuli Venezia Giulia. Non solo. Il romanzo si arricchisce di un’ulteriore indagine parallela, perché Sandra Buccinato, la giornalista con cui in passato Schiavone ha avuto una breve e burrascosa relazione, sparisce all’improvviso.
Come sempre, Manzini è un maestro nel contornare il filo conduttore principale, che è quello poliziesco, con la consueta leggerezza ed ironia che deriva da personaggi minori, ma egualmente indispensabili, come Casella, Deruta e, soprattutto, D’Intino, qui alle prese con improbabili aspirazioni poetiche e alla ricerca di una compagna su un sito d’incontri, e l’approfondimento psicologico del suo protagonista, mai così arreso e disilluso dalla vita, ma forse, per la prima volta, consapevole di sentimenti occultati nel profondo di un’anima tormentata, e incapace, per paura di soffrire, di aprirsi al mondo.
Il Passato è Un Morto Senza Cadavere è uno dei migliori romanzi dello scrittore romano, un libro che per più di cinquecento pagine terrà incollato il lettore, fino a un epilogo che lascia l’amaro in bocca e che tiene aperta la porta a un inevitabile seguito.