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Il Mondo in una Stanza
Omaggio a Bernardo Bertolucci
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27/11/2018
Omaggio a Bernardo Bertolucci
Il Mondo in una Stanza
Se n’è andato un maestro. Uno che si è nutrito di cinema e di vita e di cambiamento e che ha riversato tutto questo nella sua idea di immagine, nella sua visione del mondo: epica e anticonformista.

Raggiunge la notorietà e varca i confini italiani con il controverso Ultimo Tango a Parigi, un’opera sensuale e trasgressiva con Marlon Brando e Maria Schneider: due personaggi allo sbando, in fuga dal dolore e dalla solitudine. Lei, Jeanne, giovane parigina ventenne; lui, Paul, quarantacinquenne americano trapiantato a Parigi. Jeanne fugge da una relazione noiosa e senza amore, Paul dall’amore perduto, e dalla morte dell’amore. I due trovano conforto tra le pareti di un appartamento spoglio all’interno del quale tutto è concesso e il mondo è tagliato fuori. Passione, violenza, sesso e trasgressione sono l’unica risposta possibile ad un mondo fatto di convenzioni e finzione.

Il vero, grande capolavoro di Bernardo Bertolucci censurato alla sua uscita nelle sale nel 1972 e infine sequestrato nel 1976 e bruciato – si, letteralmente bruciato - perché non fosse possibile vederlo in territorio nazionale.

Il film fu bandito e Bertolucci, condannato per offesa al comune senso del pudore, rischiò il carcere.

Solo undici anni dopo la pellicola venne dissequestrata e nel 2018 torna di nuovo al cinema, nella versione integrale e restaurata dalla Cineteca Nazionale e Cineteca di Bologna.

E non si può, seppur fugacemente, non ricordare Novecento (1976), film della consacrazione internazionale, epopea dura e senza mistificazioni dell’Italia antifascista, sorta di manifesto politico, attraverso il quale Bertolucci veicolò apertamente la propria militanza comunista (cosa che fece rabbrividire il pubblico americano). Grazie anche alla fotografia di Vittorio Storaro, alle musiche di Ennio Morricone e a star di prima grandezza (Depardieu, De Niro, Sutherland, etc.), Novecento portò l’Italia a competere a livello creativo con il grande colosso hollywoodiano e proiettò definitivamente il cineasta nell’Olimpo dei più grandi di sempre.

Negli anni ottanta Bertolucci si apre al mondo e ci regala opere imponenti: da L’Ultimo Imperatore per il quale si aggiudica l’Oscar nel 1987 come miglior film e miglior regia, al Piccolo Buddha con Keanu Reeves, dove abbandona le ombre che si celano nell’animo umano e abbraccia la luce raccontando una vera e propria favola che prende vita dalle pagine del libro che narra la storia del principe Siddhartha, lette a turno dai tre bambini, possibili reincarnazioni di Lama Dorje. Un tripudio di immagini e colori, ma anche la fugacità della vita e la speranza che le idee non muoiano mai, ma vengano trasmesse alle nuove generazioni.

Nel 1996 sente il richiamo della campagna toscana e decide che è il momento di lasciare Hollywood per tornare a casa. È l’anno di Stealing Beauty – che suona molto meglio di Io Ballo da Sola – con una giovanissima Liv Tyler che rappresenta quella bellezza e quella gioventù perduta a cui tutti guardano con nostalgia e desiderio.

La gioventù, le idee, la rivoluzione e Parigi nel ’68 fanno da cornice a The Dreamers con Eva Green, Louis Garrel e Michael Pitt. Il mondo viene chiuso di nuovo fuori e i nostri tre personaggi si muovono tra le mura di un sontuoso appartamento masticando politica, arte e omaggiando il cinema in un trasgressivo menage a trois. Della rivoluzione che imperversa nelle strade giunge solo un’eco lontana che cresce, sempre più, fino a spaccare i vetri delle finestre e a costringere i giovani sognatori ad uscire dal torpore e ad unirsi alla folla.

Un filo rosso da quella casa sfitta, all’appartamento parigino, fino a quella cantina romana dove Lorenzo sceglie la solitudine di un weekend lontano da tutti, dal mondo che lo opprime, dai compagni di scuola così diversi da lui. Finché Olivia, la sua sorellastra, irrompe rumorosamente nella sua vita e in quella stanza. E se dapprima i due si respingono imparano in poche ore l’uno dall’altra e si scoprono complici, fratelli. Io e te è l’ultimo film da regista di Bertolucci.

Un giornalista una volta gli chiese:

"Bertolucci è credente?"

«No, sono ateo, grazie a Dio. Come diceva Buñuel »

Beh, dovunque tu sia, in qualsiasi forma o spirito, grazie per la magia. Grazie per Liv Tyler che balla a piedi nudi e canta a squarciagola Rock Star delle Hole, grazie per aver battuto il record di nove minuti e quarantacinque secondi nell’attraversare il Louvre di corsa, grazie per Tea Falco che canta “Ragazzo Solo, Ragazza Sola” –Space Oddity-, grazie per aver sempre evocato il futuro mostrandoci il passato, a volte cupo e minaccioso, altre volte luminoso e pieno di speranza.