Bollate, centro urbano collocato a nord ovest di Milano, è la classica cittadina dormitorio, senza particolari attrattive (se si eccettua un noto mercatino dell’antiquariato), ma tutto sommato ancora a misura d’uomo. Nonostante l’anonima vita di provincia sia talvolta scossa da qualche fatterello di sangue e l’architettura del luogo (un pasticcio mal riuscito fra un paesone degli anni ‘70 e una periferia da cementificio selvaggio) non induca al buon umore, Bollate ha stranamente dalla sua una consolidata tradizione musicale.
Appena fuori dalla cerchia cittadina, nel borgo medievale di Castellazzo, si svolge uno dei festival musicali più noti d’Italia, Il Festival di Villa Arconati, sul cui palco sono passati artisti del calibro di Paul Weller, Morrissey, Gogol Bordello, Damien Rice e Tinariwen, per citarne solo alcuni.
Inoltre, Bollate, agli inizi degli anni ’70, è anche stata la sede del Carta Vetrata, storico rock pub nel quale hanno suonato alcuni dei maggiori gruppi italiani (e stranieri) dell’epoca. Chi ha avuto modo di vedere il discusso film di Marco Tullio Giordana, Romanzo Di Una Strage, conoscerà per grandi linee la storia che sottende alla nascita della discoteca, visto che se parla con una certa insistenza durante le sequenze iniziali della pellicola.
Il locale nasce da un’idea di Enrico Rovelli (poi anche fondatore del Rolling Stones di Milano) che oltre a essere un giovane con una grande passione per la musica, nel 1969 era molto attivo politicamente, dal momento che bazzicava gli ambienti anarchici milanesi e in particolare il circolo della Ghisolfa, a cui faceva capo la figura del povero Pino Pinelli. Senza entrare nel merito di una ricostruzione storica assai farraginosa e molto controversa, è lo stesso Rovelli (che come informatore prese il nome in codice di Anna Bolena) a sostenere di essere stato ricattato prima dal commissario Calabresi e in seguito dai Servizi Segreti, che pretendevano delazioni sulle sue frequentazioni politiche in cambio del rinnovo periodico della licenza per il locale.
Sulla natura delle informazioni passate dal Rovelli alle forze dell’ordine si possono fare solo delle ipotesi (vedi anche il flm poc’anzi citato), ma certamente dovevano essere state tali da consentirgli una florida gestione del locale per parecchi anni. Nonostante mi sia prodigato in ricerche sul web, le notizie a proposito del Carta Vetrata sono pochissime e frammentarie, ed è stato impossibile rinvenire foto dell’epoca (le immagini che ho trovato sono tutte recentissime e risalgono ai mesi immediatamente precedenti alla demolizione dello stabile, sede della discoteca).
Da quel poco che sono riuscito a mettere insieme, il locale per qualche anno fu il classico ritrovo di tendenza per i giovani rockers milanesi, dal momento che non solo sul suo palco fecero la gavetta alcuni dei più grandi gruppi e artisti italiani degli anni ’70 (PFM, Banco del Mutuo Soccorso, Lucio Dalla, Antonello Venditti), ma si esibirono anche stelle di prima grandezza dello star system internazionale (ho trovato un riferimento certo a un live act dei Van Der Graaf Generator tenutosi il 1 giugno 1973, mentre sembrano assolutamente privi di fondamento quelli relativi a un concerto dei Genesis e a uno dei Deep Purple).
Ultima annotazione di colore: nel 1996 è uscito uno spettacolare cofanetto della PFM, intitolato 10 Anni Live 1971 – 1981, contenente quattro cd che testimoniano di quattro diversi tour intrapresi dal gruppo nel decennio a cui si riferisce il titolo. Il primo cd è relativo al tour italiano tenutosi fra il 1971 e il 1972 e contiene parecchi brani suonati proprio al mitico Carta Vetrata (ci sono anche una Bollate Guitar Jam e una Bollate Keyboard Jam).
Da quel che mi sembra di capire, ma non ho alcuna certezza in merito, la discoteca cessò la propria attività più o meno nel 1981, quando l’attenzione di Rovelli si concentrò tutta sull’allora nascente Rolling Stones.