Stavo guidando sul lungomare della mia città e il cielo ricordava incredibilmente quella della Mongolia ritratto nella copertina del disco dei CSI. Pensavo che nella hit parade italiana potevano allora finirci anche “Hai paura del buio” e l’omonimo dei Subsonica o anche “Crx” dei Casino Royale, persino gli Scisma o i Blu Vertigo, tutti di quell’incredibile anno lì. Ho canticchiato quindi quel ritornello che diceva “voglio ciò che mi spetta” e mi sono immaginato la rivoluzione, quella vera, fatta con le band underground, mica quella dei cortei e dei contestatori. Ho pensato a una classifica di dischi più venduti con il meglio della musica italiana, quella che conta, quella che poi a un certo punto dev’essere diventata vecchia e ha lasciato il posto numero uno della classifica ai Dark Polo Gang.
Ferretti ancora di sinistra il più venduto in Italia, nessuno di noi riesce ancora a crederci, oggi, che quella scalata alla vetta, quella presa del palazzo si è compiuta davvero. Senza scompormi ho chiesto così alla persona al mio fianco se ne fosse davvero sicuro perché, potete immaginare, la notizia mi aveva lasciato sbigottito. La cosa mi è stata confermata una seconda e poi una terza volta, forse una quarta, forse c’è stato persino un giuramento e il cielo sembrava ancora lo stesso della Mongolia, e forse davvero quello era un segnale. I CSI. Al primo posto. Il 97 è uno dei miei anni preferiti, ci potete scommettere.