Non ci riuscirete, no. Non riuscirete a convincermi che quello che va per la maggiore nelle classifiche di Spotify e roba simile sia degno di ascolto. Non con me, vi restituisco al mittente le vostre contumelie e i vostri discorsi sui giovani e di come noi che amavamo ascoltare la musica che i nostri genitori odiavano, siamo adesso dall’altra parte della barricata. Non attacca ragazzi. Voi potete ascoltarvi tutta la robaccia che vi propinano, io proseguo imperterrito per la mia strada. Una strada che mi fa incontrare canzoni come “If Not Me, Who?”, il nuovo singolo di Lisabel. Un disco che - mi direte - non ha le sonorità modaiole e neppure un testo infarcito di parolacce ma tant’è; ho la presunzione di dirvi che i miei ascolti non valgono i vostri e che il mio percorso di ascoltatore mi rende immune dalle nefandezze che vanno oggi per la maggiore.
Intanto qui si viaggia ad alto tasso di stile e di classe, tanta forma e tanta sostanza convivono qui, nonostante la scarna strumentazione, ed è questo il bello: bastano poche note di synth e di batteria elettronica a tratteggiare il mood della canzone e sopra a tutto si erge una voce vellutata come poche mi è dato di ascoltare, che sembra discesa dal cielo.
Ma soprattutto sono sufficienti due minuti scarsi di canzone per riuscire a toccare corde profonde; è il guardarsi dentro, nella propria essenza, la consapevolezza di accettarsi per quello che siamo e andare avanti fino al giorno in cui qualcuno spegnerà l’interruttore della luce.
“If Not Me, Who?” è stata scritta dalla stessa Lisabel (se ancora non la conoscete potete sempre rimediare leggendo la recensione del precedente singolo) in collaborazione con il produttore Nikola Kovacevic, ispirandosi per la musica ad una composizione di un pianista jazz israeliano, Shai Maestro.
“If Not Me, Who?” è malinconica come una rosa che sboccia e muore in pochi giorni ma che ha il potere di meravigliarti ogni volta che la ascolti.