Nel 1988, prima dell’inizio delle sessioni di registrazione di Full Moon Fever, un piromane diede fuoco alla casa di Tom Petty mentre si trovava lì con la sua famiglia e la loro governante. Il musicista e la sua famiglia riuscirono a mettersi in salvo, ma Petty rimase talmente scosso dalla vicenda, da trascorrere gran parte dei mesi successivi tra camere d'albergo e una casa in affitto. Non più una dimora fissa, ma tanti diversi luoghi, molti dei quali abitati per periodi di tempo brevissimi, verso i quali il songwriter si spostava alla guida della sua macchina.
Fu proprio durante questi spostamenti che Petty ha composto molte delle canzoni per il suo primo album solista. Quell’incendio, il terrore che ne derivò, la sensazione di essere sotto attacco ebbero un'enorme influenza su ciò che stava scrivendo, e specialmente su questa canzone. Petty si sentiva grato di essere vivo, ma anche traumatizzato, cosa comprensibile considerando che qualcuno aveva tentato di ucciderlo. I Won't Back Down (Non mi tirerò indietro) rappresentò, in buona sostanza, un modo di rivendicare la sua vita e superare il tormento, perché quella canzone aveva su di lui uno stranissimo effetto calmante.
Il piromane che attentò alla vita di Petty non fu mai catturato, il che rese lo stato d’animo del musicista ancora più irrequieto. Soprattutto, perché dei sospetti su chi fosse l’autore del gesto, o quanto meno chi fosse il mandante, esistevano ed era assolutamente plausibili. Undici giorni prima dell’incendio, infatti, Petty aveva vinto una causa contro la società di pneumatici B.F. Goodrich per un milione di dollari. La Goodrich voleva usare la canzone di Petty, Mary's New Car, in uno spot televisivo e, quando il musicista si rifiutò, l’agenzia pubblicitaria dell’azienda mandò in onda una canzone, commissionata per l’occasione, praticamente identica al brano di Petty. Il giudice investito della causa diede ragione al musicista e condannò l’azienda a un lauto risarcimento.
I Won’t Back Down fu il primo singolo tratto da Full Moon Fever, e fu scritto e prodotto da Petty insieme all’amico Jeff Lynne. Quando, però, il brano venne presentato, insieme ad altre canzoni, alla casa discografica del tempo, la MCA Records, i dirigenti dell’etichetta rimandarono il materiale al mittente, sostenendo che fosse pessimo. Dopo sei mesi, le stesse canzoni, più o meno nella stessa forma, vennero ripresentate alla MCA. Questa volta, però, ad ascoltare erano altri dirigenti, che, entusiasti, diedero l’ok a Petty per la pubblicazione dell’album. In realtà, lo stesso musicista, almeno all’inizio, pur apprezzandone gli effetti catartici, non era convintissimo di I Won’t Back Down, perché la riteneva una canzone troppo personale. Durante un’intervista alla rivista Harp, rilasciata nel 2006, Petty disse: ”Quella canzone mi ha spaventato quando l'ho scritta... pensavo che non fosse così bella perché era così nuda, diretta... ho avuto molti ripensamenti riguardo alla registrazione di I Wonìt Back Down, ma tutti intorno a me dicevano che era davvero bella e alla fine tutti avevano ragione: più persone si identificano in quella canzone più di qualsiasi cosa io abbia mai scritto. Sono ancora continuamente stupito dal potere che ha una piccola canzone di 3 minuti."
Com’era prevedibile, alcuni politici hanno utilizzato la canzone di Petty per le loro campagne elettorali. Quando George W. Bush lo usò durante la sua campagna presidenziale del 2000, Petty minacciò di fare causa, poiché trovava Bush odioso. Per uno scherzo del destino, Bush, che smise di usare la canzone, vinse però le elezioni, proprio grazie al voto della Florida, lo stato natale di Petty. I Won’t Back Down fu usata anche da Donald Trump durante una manifestazione elettorale molto pubblicizzata a Tulsa, Oklahoma, il 20 giugno 2020. La vedova del musicista, Dana, l'ex moglie Jane e le figlie Adria e Anna Kim protestarono rilasciando un duro comunicato, in cui manifestarono senza mezzi termini il loro dissenso: "Sia il defunto Tom Petty che la sua famiglia si oppongono fermamente al razzismo e alla discriminazione di qualsiasi tipo", scrissero. "Tom Petty non vorrebbe mai che una sua canzone fosse usata per una campagna di odio. Gli piaceva unire le persone. Tom ha scritto questa canzone per i più deboli, per l'uomo comune e per TUTTI."
Niente di più vero. Petty, infatti, suonò il brano il 21 settembre 2001 durante una maratona Telethon a beneficio delle vittime degli attacchi terroristici contro l'America. E ancora. Tom Petty è morto il 2 ottobre 2017, il giorno dopo il massacro al festival Route 91 Harvest di Las Vegas, dove morirono ben cinquantotto persone. Il 7 ottobre, il musicista country Jason Aldean, che era sul palco durante la sparatoria, aprì il Saturday Night Live con una performance di questa canzone, sia come tributo a Petty che come invito a resistere alla violenza, a restare uniti. "Quando l'America è al suo meglio, il nostro legame e il nostro spirito sono indistruttibili", disse prima di suonarla. Infine, nel febbraio 2023, una versione di I Won't Back Down, eseguita da Blake Shelton, Joe Walsh, Timothy B. Schmit e Matt Sorum è stata pubblicata online a beneficio dell'organizzazione The Miraculous Love Kids, che sostiene ragazze e giovani donne in Afghanistan.