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THE BOOKSTORECARTA CANTA
I ragazzi Burgess
Elizabeth Strout
2013  (Fazi Editore)
LIBRI E ALTRE STORIE
all THE BOOKSTORE
22/02/2018
Elizabeth Strout
I ragazzi Burgess
Elizabeth Strout ci porta a considerare le fragilità affettive che ognuno di noi porta dentro il suo intimo più profondo; gli equilibri familiari a volte così precari che non ci mostrano l’indissolubilità dei legami affettivi e familiari...
di Maria Giovanna Fantasia

Non so voi ma a me hanno sempre affascinato le saghe familiari, forse perché provengo da una famiglia numerosa e nessuno si fa mai i fatti propri. Ciò da cui sono sempre stata conquistata in modo particolare sono le famiglie borghesi americane. I ragazzi Burgess mi ha stregata sotto questo punto di vista perché l’autrice riesce a dipingere un bell’affresco corale di questa tipologia di famiglia dove i segreti vengono custodititi gelosamente finché qualcosa o qualcuno decide di scoperchiare il vaso di pandora che li tiene in custodia. Leggendo il prologo si capisce che questa famiglia è esistita veramente e che i ragazzi, Jim, Bob e Susan riuscirono anche a sedurre la stessa autrice e sua madre.

La citta che fa da sfondo è Shirley Falls, cittadina del Maine, dove la famiglia Burgess vive in una piccola casa gialla in cima ad una collina, in un angolo appartato. I due maschi una volta cresciuti vanno via dal paese natio e si trasferiscono a Brooklyn, New York mentre Susan rimane nel Maine. I loro rapporti diventeranno freddi nel tempo e ognuno di loro porterà con sé il dramma familiare che mantiene accesa la fiamma della sofferenza.

L’ambiente principale in cui si svolgono le vicende è il tipico Maine che abbiamo visto più volte rappresentato in romanzi e film: puritano, impettito, conservatore e con i propri abitanti che sono i diretti discendenti dei primi colonizzatori inglesi che vivono, come li descrive la stessa autrice, in casette di legno graziose.

Questo è un romanzo sulla complessità e l’importanza dei legami familiari. Infatti, quando il figlio di Susan si troverà nei guai, gli zii, che sono due avvocati, chiamati dalla loro stessa sorella, arriveranno in aiuto. Saranno richiamati dalla famiglia, dal loro essere fratelli e si ritroveranno a ricomporre il puzzle di un trauma messo nel dimenticatoio per troppo tempo. I fratelli scopriranno di dover fare un viaggio nel loro “io” più intimo di dover ricostruire le loro vite che non hanno mai vissuto realmente come avrebbero voluto perché hanno sempre basato tutto sullo schivare, sul fare finta che non sia mai accaduto. Questo porterà ad un riavvicinamento familiare anche se non mancheranno dei momenti di tensione e di mistero e ad una rivoluzione nelle loro singole vite che porterà con sé nuovi progetti.

Elizabeth Strout ci porta a considerare le fragilità affettive che ognuno di noi porta dentro il suo intimo più profondo; gli equilibri familiari a volte così precari che non ci mostrano l’indissolubilità dei legami affettivi e familiari ritrovandoci a scandagliare il rapporto di fratellanza con i nostri fratelli o sorelle. La scrittrice con la sua fluidità, concretezza e limpidezza di scrittura ci riporta con la memoria al romanzo Pastorale Americana scritto nel 1997 da Philip Roth, dove la perfezione di vita di un uomo, nonostante i suoi enormi sforzi, non sono sufficienti ad evitare un disastro familiare. La Strout ci regala un pezzo di quell’America ma in chiave contemporanea, con una punta di thriller, di humour pungente e con un perfetto equilibrio tra il ritmo della trama e l’intensità delle emozioni.